Oggi, per la rubrica Sport in Book, in quest’articolo e forse anche prossimamente faremo un focus sui figli d’arte dei calciatori leggenda. Oggi dedichiamo la rubrica a Timothy Weah, figlio del re del sole George Weah. Ufficiale ormai la notizia che questo giovane calciatore, dal 1 luglio 2023, arricchisca la batteria degli esterni bianconeri diventando un nuovo giocatore della squadra torinese. Un statunitense che arriva a titolo definitivo dal Losc Lille.
Vediamo insieme la storia di Timothy in breve e anche di suo padre!
Timothy Weah: un newyorkese a Torino
Timothy Weah nasce negli Stati Uniti, precisamente a New York, il 22 febbraio del 2000. Il suo cognome per gli appassionati di calcio ricorda quel Weah, icona e leggendario calciatore. Un figlio quindi d’arte che ancora di più, sentendosi il peso sulle spalle di un cognome così importante, ha sicuramente fatto più sacrifici per imporre se stesso e le sue abilità da giocatore. Con la Juventus Timothy approda per la prima volta in carriera in Italia e il pallone diventa grande amico già nelle giovanili degli USA fino ad arrivare poco più che quindicenne nelle giovanili del Paris Saint Germain nel 2015.
Nel club parigino esordisce in Prima Squadra nel marzo del 2018 e in quello stesso anno vince – proprio con la squadra all’epoca allenata da Unai Emery – il primo titolo della sua ancora giovanissima carriera: il campionato francese. Il primo trofeo non si scorda mai e da quella stagione – la 2017/2018 – in avanti per Weah vincere diventa una piacevolissima abitudine.
Dal suo primo trionfo con il PSG, infatti, l’esterno statunitense, poi, vince altri otto titoli. Nell’annata successiva gioca fino a inizio gennaio nel club della capitale francese e poi approda in prestito al Celtic Glasgow. Al termine di quella stagione Timothy aggiunge, di fatto, quattro trofei alla sua personale bacheca: due con il PSG – Ligue 1 e Supercoppa francese – e due con gli scozzesi, campionato e coppa nazionale.
La stagione 2019/2020 è nuovamente vincente per lui, ma come quella appena conclusa – la 2022/2023 – lo è grazie alla Nazionale statunitense con la quale vince la Nations League della Confederazione dei Paesi del Nord e del Centro America.
L’ultimo trionfo, in ordine temporale, in Nations League arriva il 19 giugno 2023 in finale contro il Canada. Tra questi due successi si toglie altre due grandi soddisfazioni con il LOSC Lille – squadra nella quale approda nel 2019 dopo l’esperienza al PSG – vincendo il campionato francese nella stagione 2020/2021 e l’anno successivo la Supercoppa francese. Un giocatore duttile che non smetterà di stupire il campionato italiano 2023/2024.
La storia in breve di George Weah
George Weah ha rappresentato l’icona del riscatto per eccellenza: ora attuale Presidente della Liberia è stato un grande ex attaccante, tra le altre, di Milan – dove ha militato nella seconda metà degli anni ’90 – e prima ancora di PSG e Monaco.
George Weah dominava la scena con addosso la maglia del Milan. 58 gol in 147 partite, due scudetti vinti con i rossoneri e soprattutto la conquista del Pallone d’Oro nel 1995, l’anno del suo passaggio in Italia dal PSG. Il liberiano è stato il primo giocatore non europeo a vincere il prestigioso trofeo individuale, dato che in quell’anno France Football aveva aperto le candidature ai giocatori di tutto il mondo.
I tifosi del Milan lo ricordano con particolare affetto: Weah per i tempi rappresentava il prototipo di giocatore moderno, forte fisicamente ma dotato di una tecnica eccezionale e di buona velocità, proprio come suo figlio Timothy. Al più piccolo di casa manca la stazza fisica del padre, ma compensa tutto con il grande talento e la voglia di far bene.
George Weah: il sole dell’Africa di Giuseppe Lombardo
Un libro che non puoi assolutamente perdere è George Weah: il sole dell’Africa di Giuseppe Lombardo: un volume edito da Ultra che ti farà appassionare a questa storia di riscatto e libertà e sacrificio di un grande cuore.
Ecco la sinossi!
Un calciatore che ha alzato pochi trofei può diventare una leggenda? Un attaccante distante dall’immagine del bomber puro può rivoluzionare il concetto di centravanti? Una punta che ha faticato nelle competizioni europee, che con la sua Nazionale non ha mai vinto nulla, può alzare il Pallone d’Oro ed entrare nella storia?
E ancora: può un calciatore diventare un capo di Stato amato e rispettato? A tutte queste domande, l’incredibile storia di George Weah risponde con un grande sì. Il liberiano più famoso nel mondo è sbarcato a Milano nell’estate del 1995. Ad accoglierlo un clima di scetticismo generale: su di lui incombeva l’eredità pesante di Marco van Basten, il Cigno di Utrecht dalla caviglia di cristallo. Ma l’ariete di Monrovia si è imposto in serie A sin dalla sue prime apparizioni, mostrando a una platea di tifosi estasiati e di semplici appassionati di calcio un giocatore unico nel suo genere, un talento sopraffino che – come disse Marco Simone – portò nel Belpaese “il sole dell’Africa”.
In questa biografia è ricostruita la storia, personale e professionale, di un nove atipico: fisico statuario, velocità da gazzella ed estro sudamericano. Un ragazzino sbarcato nel Vecchio Continente come una meteora annunciata, determinato a inseguire la promessa di un riscatto.
E quando il sogno è diventato realtà, quando la fama ha sconfitto la fame, George ha deciso di lasciare tutto per inseguire un’altra impresa, assai più significativa: riportare la pace nel suo paese. Dagli inizi in Camerun alla crescita nel Principato di Monaco, dal titolo col Paris Saint-Germain all’onta del razzismo subito, dal Milan alla poltrona presidenziale della Liberia. La storia di Weah è la storia di un fuoriclasse che ha compiuto un lungo viaggio. Un viaggio che valeva la pena raccontare.