Ciao iCrewer! Sei ancora in vacanza o sei tornato? Io, a malincuore, sono tornata operativa dopo diverse settimane passate al mare. A farmi compagnia c’è stata una lettura molto romantica della quale vorrei parlarti oggi. Il libro si intitola Ti insegnerò ad amare, di Staci Hart (Newton Compton Editori), ed è un romance che ti farà sognare sicuramente!
Ti insegnerò ad amare
Quando Annie Daschle arriva a New York, sente di avere ben poco controllo sulla sua vita. Per una come lei, ossessionata dal pianificare per bene le cose e fare liste, sembra arrivato il momento di rassegnarsi e accettare la realtà.
La morte di suo padre l’ha sconvolta e come se non bastasse, il destino sembra deciso a prendersi gioco di lei: le ha regalato una valvola del cuore difettosa, che ha segnato il ritmo di gran parte della sua vita. Per questo Annie ha intenzione di portare a termine tutti i punti dell’elenco di cose da fare a New York: è la sua piccola rivincita.
Tuttavia, Greg Brandon non era nella lista. Eppure, da quando è entrato nella sua vita, tutto sembra essere cambiato. Nell’arco di pochi battiti affannati del suo cuore, Annie si trova catapultata in un universo caotico senza risposte né regole.
Riuscirà a trovare un posto per Greg (e per il suo cuore) nell’elenco?
“Amare è come bruciare, e io desidero che il mio cuore arda di passione.”
Sono molto combattuta su Ti insegnerò ad amare; ci sono state delle parti che ho apprezzato molto e altre (la maggioranza) che non mi sono piaciute. Partiamo dalle cose che ho apprezzato:
Ho amato i due protagonisti; mi è piaciuta la maturità che entrambi i personaggi acquisiscono man mano che ci si avvicina alla fine. Annie è un personaggio che non ti aspetti. Viene inizialmente presentata come la solita ragazza che è stupenda ma ignara della propria bellezza (uno stereotipo che sta diventando molto comune nei romanzi rosa e che mi dà un po’ fastidio; tutti dovremmo essere consapevoli della nostra bellezza e avere autostima, perché ognuno di noi è bello). Al contempo è anche priva di personalità.
Invece pagina dopo pagina acquista sempre più sicurezza, è spontanea, a tratti sfacciata, e che vuole prendere in mano la sua vita senza farsi schiacciare dalla sua condizione di salute e dagli ostacoli che la vita le ha messo sul cammino.
Greg, invece, a parer mio, non viene descritto benissimo; l’autrice fa solo accenni su di lui; ad esempio viene detto che è un bravo e bel ragazzo, ha a cuore la propria famiglia (soprattutto sua sorella), che ama lo skateboard, ma a livello caratteriale non viene detto altro.
Altra cosa che ho apprezzato di Ti insegnerò ad amare sono stati i valori su cui verte la storia d’amore, perché sì, la storia, secondo la mia opinione, è solo un pretesto, un background, per far esaltare i messaggi chiave.
Il primo messaggio è la resilienza. Non bisogna mai mollare anche se il destino fa brutti scherzi, anche se ci mette sul nostro tragitto ostacoli che sembrano montagne insormontabili. Noi dobbiamo essere più forti, rimboccarci le maniche e sorridere alle sventure, anche se è indubbiamente difficile farlo da soli.
E qui entra in gioco il secondo messaggio ossia l’importanza di avere al nostro fianco la famiglia e gli amici (veri). Quando si è circondati da persone che ci vogliono realmente bene, ogni problema si può risolvere, ogni fatica si sente meno; dobbiamo tenerci strette le persone che ci amano, perché sono più uniche che rare, come dice il detto “l’unione fa la forza…”
Terzo tema è quello della violenza (fisica e non), descritto come logoramento interiore di una persona vittima di abusi. Noi non ci rendiamo conto di quanto le parole o i gesti possano essere pericolosi, si rovina per sempre l’animo di qualcuno, privandolo della cosa più importante che l’essere umano possiede: la libertà; in pochi secondi tutto può cambiare…
Ciò che non ho apprezzato di Ti insegnerò ad amare, invece, è stato lo stile di scrittura. Uno stile molto lento che non invoglia per niente la lettura, solo verso la fine è un po’ più movimentato… Anche la storia d’amore fra Greg e Annie scorre lentamente, abbastanza scontato poi come va a finire la storia la quale è autoconclusiva (come sarà il finale, lo si capisce da nemmeno metà libro in poi…).
La storia è narrata da entrambi i protagonisti e questo permette di avere più punti di vista delle situazioni, e lo apprezzo, almeno non ci si annoia a leggere i pensieri ed eventuali tarli mentali (e sono pure tanti) solo di un personaggio…