Ciao iCrewer! Sai, ogni tanto, soprattutto nelle giornate più stancanti, chiudo gli occhi e immagino come sarebbe vivere in un paese in cui il numero degli abitanti è inferiore a quello dei libri. Un luogo in cui leggere in tranquillità, in cui procacciarsi tutti i volumi che si desiderano. Pensavo fosse solo un sogno ma, spulciando il web, mi sono resa conto che a Mundal, nel Fjærland norvegese, questa è la realtà.
Ebbene sì, questo paesino, abbarbicato su un fiordo e raggiungibile quasi esclusivamente in barca, conta una popolazione di circa 280 abitanti, i quali si prendono cura di più di 150mila libri. C’è un termine che identifica le cittadine come Mundal: si parla di Booktown.
Cos’è una Booktown?
Una Booktown, città dei libri, è solitamente un paesino rurale d’importante carattere storico oppure ubicato in zone particolarmente belle.
Tutto ebbe inizio nel 1961 quando un giovane accademico, Richard Booth, decise di convertire in librerie con libri di seconda mano alcuni edifici in disuso nella sua città natale. L’idea piacque molto e, in poco tempo, molte altre librerie vennero aperte a Hay–on–Wye, nella Gran Bretagna occidentale, appena all’interno del confine gallese. Era nata la prima Booktown.
Ben presto, seguendo l’esempio di Booth, vennero a crearsi nuove Booktown in tutta Europa: a Redu in Belgio; in Francia a Bécherel e a Montolieu; Bredevoort nei Paesi Bassi; a Saint–Pierre–de–Clages in Svizzera; nel Fjærland norvegese; a Sysmä in Finlandia.
Le città divennero così tante che, nel 1998, a seguito del successo ottenuto dal primo International Book Town Festival, si riuscì ad avere accesso ai fondi europei per dar vita ad una rete europea di Book Town, un’applicazione telematica basata su un modello di sviluppo rurale sostenibile e fondato sul patrimonio culturale.
La presentazione ufficiale del progetto avvenne nel 2000, in Germania, durante il secondo Book Town Festival che, da quel momento in poi, si sarebbe tenuto ogni due anni in città sempre diverse. Venne così fondata l’Organizzazione Internazionale dell Book Towns. E internazionale è il termine più appropriato visto che, nel 2006, all’elenco si sono aggiunti anche due paesi della Malesia.
Ora i membri dell’organizzazione sono circa 27, sparsi tra Europa, Asia e Oceania.
Mundal, The Norwegian Booktown
Torniamo ora a parlare della protagonista del nostro articolo: Mundal.
Il piccolo centro, originariamente insediamento vichingo, aderì al progetto Booktown nel 1995. Ora, i locali ricolmi di libri sono i più svariati: stalle, banche, uffici postali, negozi di alimentari, sale d’aspetto del traghetto, caffè, gallerie d’arte e piccole alcove annidate lungo il fiordo. Gli scaffali sono così tanti che, se venissero posizionati uno affianco all’altro, proseguirebbero per ben 4 km.

Nella cittadina sono venduti soprattutto libri di seconda mano, tutte quelle opere che non potrebbero trovare un proprio spazio nelle vetrine delle librerie delle grandi città, visto l’enorme numero e la velocità con cui vengono pubblicati nuovi prodotti editoriali.
C’è veramente l’imbarazzo della scelta: da grandi librerie di libri usati, a locali più piccoli e specializzati su uno specifico tema, oppure bar in cui si posso sfogliare le pagine bevendo qualcosa di caldo, fino a gallerie in cui libri e opere d’arte sono venduti fianco a fianco. Si possono trovare volumi sia in norvegese che in inglese e in altre lingue europee.
L’unico fattore a cui bisogna necessariamente fare attenzione è il quando visitare The Norwegian Booktown. I negozi di Mundal, infatti, sono aperti ogni giorno dalle 10 alle 18, da maggio a settembre, mentre, durante i restanti mesi dell’anno, è possibile fare acquisti solamente tramite il Web.
Ed è proprio tra maggio e giugno che qui si tiene un’evento imperdibile per tutti gli amanti della lettura: il Solstice Book Fair, durante il quale strade e spiagge vengono prese d’assalto da bancarelle di libri.
Non so tu, iCrewer, ma a me sta venendo voglia di andare a cercare un biglietto aereo.
Immagine di copertina: Fjærland, Christine Baglo.