Facile celebrare in questa settimana dedicata alla Festa della Donna nomi famosi di donne sportive che tutti conosciamo; difficile invece parlare di coloro che sono state sepolte nella storia dello sport italiano. Per fortuna la giornalista freelance Caterina Caparello ha deciso di scrivere un libro, intitolato Testarde, in cui emergono le atlete dimenticate, che hanno saputo tirar fuori il coraggio e sono uscite fuori dagli schemi convenzionati in cui viveva la donna per cercare di porre le basi per un futuro di parità e uguaglianza.
Sei curioso/a di scoprire chi sono queste atlete? Vediamo insieme la sinossi del libro di Caparello!
Testarde di Caterina Caparello
Il volume dell’autrice Caterina Caparello intitolato Testarde, pubblicato da Caosfera Edizioni, s’immerge nelle storie delle atlete italiane dimenticate e sepolte nel dimenticatoio dello sport nazionale. L’autrice ha deciso una volta per tutte di celebrarle per ricordare a tutti l’importanza della donna nella sua autodeterminazione e nel suo coraggio di vincere qualsiasi battaglia della vita.
Ecco il commento dell’autrice a proposito del suo libro, uscito a ottobre 2022:
Ho selezionato le atlete da salvare dall’oblio seguendo un metro prettamente sportivo. Quello dei record. Racconto di Elvira Guerra, la cavallerizza, star del circo che nel 1900 a Parigi si iscrive alle Olimpiadi in incognito. E’ la prima italiana a gareggiare ma non fa propriamente parte della squadra nazionale che infatti non conta nessuna donna (solo 11 uomini).
Segue Rosetta Gagliardi iscritta ufficialmente alle Olimpiadi del 1920 ad Anversa, unica italiana alle Olimpiadi dove gareggiò nel tennis. E poi la prima medaglia, portata a casa dalle squadra di ginnastica artistica di Pavia alle Olimpiadi di Amsterdam del 1928.
E la vicenda di Marina Zanetti, la prima commissaria tecnica, che nel 1929 entrò nella Federazione di atletica leggera, per lasciare aperto uno spiraglio allo sport femminile, dopo che il regime fascista aveva ristretto ancor più lo spazio per le donne.
Di seguito la sinossi del libro:
I nomi Elvira Guerra, Ida Nomi, Marina Zanetti, Rosetta Gagliardi, Isaline Massazza, Rosetta Mangiarotti, Hilde Prekop e le ginnaste pavesi non sono famosi. Sono tutte donne, hanno vissuto quando la libertà di scelta era impossibile, a causa del loro genere. E hanno avuto in comune lo sport. Atlete che hanno vinto tanto, raggiunto primati, riconoscimenti nazionali e internazionali.
Donne che hanno usato lo sport per rendersi più libere e diverse. Sebbene il ruolo di “moglie, madre e figlia” non cambiasse al di fuori delle pedane, nella loro testa qualcosa era sicuramente mutato.
Raccontare queste donne sportive non è solo un modo per tirarle fuori dall’oblio, ma anche per dimostrare come tenacia e passione siano, oggi come allora, la chiave dell’autodeterminazione. Nonostante l’ipocrisia sociale.
Caterina Caparello le racconta in “Testarde. Storie di atlete italiane dimenticate”, Coosfera editore.
Le atlete dimenticate dallo sport
Nel libro Testarde di Caparello emergono quindi le battaglie anche sociali di queste donne che hanno dovuto combattere per affermare il diritto a fare sport, perché non volevano conformarsi a quello che la società imponeva loro di essere. Donne testarde appunto che non volevano avere solo il ruolo di moglie e madre, ma volevano qualcosa di più glorioso per il loro futuro e quello delle generazioni a venire.
Queste donne hanno lasciato dietro di sé solo la flebile traccia delle proprie imprese sportive. Della loro vita lontana da palestre e campi da gioco si sa pochissimo, eccezion fatta per Elvira Guerra una star dello spettacolo circense, di cui ho potuto ricostruire il percorso anche attraverso le cartoline che pubblicizzavano i suoi show, precisa la giornalista autrice del libro.
Conosciamo l’autrice Caterina Caparello
Caparello è nata a Lamezia Terme nel 1987. Laureata in Lettere Classiche alla Sapienza di Roma, è giornalista pubblicista dal 2015. Ha collaborato con La Provincia Pavese occupandosi di cronaca, cultura e sport. Da ex tennista e cestista, per anni ha scritto di tennis e basket presso giornali nazionali specializzati.
Attualmente collabora come freelance per Domani, per il Corriere della Sera e i suoi blog, soprattutto La 27esima ora, dove si occupa di donne, sport e questioni di genere.
Nel 2020 ha vinto il premio giornalistico “Rossella Minotti” con un articolo sull’infibulazione femminile, sul corriere.it. Con la media company Factanza, nel 2021 ha creato il podcast Rita incentrato sulle 21 Madri Costituenti, vincitore del premio giornalistico “Nilde Iotti”.