Quattro incontri per approfondire quattro grandi autori sudamericani: Juan Carlos Onetti, Julio Cortázar, Roberto Bolaño e Emma Reyes. Sudamericana è la rassegna organizzata dal Circolo dei Lettori di Torino, in collaborazione con la casa editrice SUR, in occasione dei 10 anni di quest’ultima.
Si passerà così dall’Uruguay all’Argentina, dal romanzo alla poesia, dal Cile alla Colombia, dall’epistolario al racconto. Il primo appuntamento (martedì 27 aprile 2021, ore 18) è dedicato a Juan Carlos Onetti. Protagonisti dell’evento: Edoardo Albinati, Sandro Veronesi e Vittoria Martinetto. Seguiranno gli incontri dedicati a Julio Cortázar (martedì 11 maggio, ore 18), a Roberto Bolaño (martedì 25 maggio, ore 18) e a Emma Reyes (martedì 8 giugno, ore 18).
Tutta la rassegna Sudamericana è visibile su circololettori.it, e sulle pagine Facebook e Youtube del Circolo.
Quattro libri per prepararci a Sudamericana
Per chi vuole approfondire la lettura di questi quattro grandi autori, ecco qui un libro per ognuno, anche in preparazione di Sudamericana.
Iniziamo con Gli addii, di Juan Carlos Onetti (traduzione di Dario Puccini).
Con Gli addii, SUR inizia la pubblicazione di tutte le opere di Juan Carlos Onetti, considerato da molti «il William Faulkner sudamericano». Protagonista del romanzo è un uomo di mezz’età, un tempo grande stella del basket, e ora malato di tubercolosi, che si trasferisce in un paesino di montagna per curarsi nel sanatorio locale.
L’arrivo dell’uomo, il suo esilio volontario in una villa lussuosa, l’avvicendarsi di due donne al suo fianco, stravolgono la calma polverosa della cittadina. Fra illazioni, sospetti e un colpo di scena finale, questo romanzo breve e poderoso ci regala uno dei momenti più alti della letteratura latinoamericana del Novecento.
Di Julio Cortázar abbiamo parlato di recente, per via della nuova uscita di Un viaggio premio, per cui qui ti presenterò un altro libro, molto diverso dai precedenti ma complementare agli altri per conoscere ancora un po’ di più questo grande autore argentino. Il libro si intitola Così violentemente dolce. Lettere politiche (a cura di Giulia Zavagna).
Così violentemente dolce raccoglie una selezione delle più appassionate lettere politiche di Julio Cortázar. Siamo di fronte a uno scrittore che, dopo la Baia dei Porci e il ’68, scopre un impegno politico fino a quel momento sopito. Una presa di coscienza per le problematiche argentine e latinoamericane che lo accompagnerà per tutta la vita, e lo porterà ad assumere posizioni romanticamente rivoluzionarie, dedicandosi alla causa di Cuba, poi del Cile di Allende e infine del Nicaragua sandinista. Queste pagine ardenti permettono ancora una volta di avvicinarsi alla quotidianità di Cortázar, fatta di assemblee, appelli, manifestazioni e, come sempre, letteratura viva.
Per Roberto Bolaño, ho scelto questo libro di poesie. Si intitola I cani romantici e la traduzione è di Ilide Carmignani.
Nelle poesie che compongono I cani romantici – scritte in Catalogna tra il 1980 e il 1998 – convivono gli elementi narrativi che qualche anno più tardi avrebbero reso Roberto Bolaño immortale nelle Lettere: entriamo in un mondo fatto di detective e poeti, dove fanno capolino allo stesso modo Daniel Defoe, Nicanor Parra e Sam Peckinpah, in cui Barcellona e Città del Messico appaiono come poli opposti e sempre coesistenti nell’immaginario dell’autore.
Tanto poetica è la prosa di Bolaño, quanto narrativa è la sua poesia, in una commistione di generi che punta a un unico obiettivo: la parodia dei generi stessi, a favore di un’immaginazione che è al tempo stesso quotidiana e visionaria.
Così, i quarantatré componimenti che formano il volume raccolgono e ricostruiscono in modo caleidoscopico le riflessioni e le esperienze dello scrittore alla luce dei suoi spostamenti tra Cile, Messico e Spagna, donando al lettore l’immagine perfetta della fucina di idee che negli stessi anni avrebbe dato vita ai Detective selvaggi.
Concludiamo questa breve rassegna di libri per prepararci a Sudamericana, con Il libro di Emma, di Emma Reyes, nella traduzione di Violetta Colonelli.
È una storia senza tempo quella di Emma Reyes, la pittrice colombiana la cui vivacità narrativa era tanto amata da García Márquez, che la incoraggiò a scrivere. Come senza tempo sono i ricordi d’infanzia: nelle ventitré lettere scritte dal 1969 al 1997 all’amico Germán Arciniegas, Emma racconta, con voce tenera, nostalgica e autoironica insieme, di quando era bambina. Di quando, con la sorella Helena, poco più grande e come lei figlia di una relazione illecita, viveva senza padre né madre in una stanzetta nella periferia di Bogotà e costruiva pupazzi di fango in una discarica, con i bambini del quartiere.
Da lì a una casa coloniale, da una bottega del cioccolato a un teatro con una pianola, dalle cure brusche della Signorina María a quelle delle suore in un convento di clausura: il tutto tra abbandoni e scoperte, confondendo lavoro e gioco, squallore e poesia, preghiere e paure. La piccola Emma non sa nulla del mondo, ma ha un coloratissimo universo interiore di cui questo «memoir per corrispondenza», che torna in libreria in una nuova edizione, è testimonianza preziosa.
Con la maturità e la grazia di chi si è lasciato la sofferenza alle spalle e senza mai perdere lo sguardo meravigliato dei bambini, Emma Reyes traccia a parole un delicato dipinto in cui la malinconia fa sorridere e la Colombia del passato sembra dietro l’angolo, come in un grande classico.
Tutti questi libri sono pubblicati da SUR.