Wimbledon, il torneo di tennis più importante del mondo
Se leggi la mia rubrica, anche tu, come me, ami lo sport, e lo ami a prescindere, in tutte le sue sfumature, in tutte le sue forme, avrai respirato l’atmosfera agonistica, l’adrenalina che entra in circolo prima di una gara, la bellezza delle competizioni, qualunque esse siano, e anche il tennis, in questo caso, non fa eccezione. Non è una disciplina facile e, come in quasi tutti gli sport, l’età, le attitudini e la capacità di leggere e interpretare la giusta strategia di gioco, giocano un ruolo importante per aggiungere alti livelli e grandi risultati.
Da Gennaio fino alla fine dell’anno solare ogni torneo ha le sue caratteristiche tecniche, il punteggio che si acquisisce e il montepremi finale. Si comincia a gennaio sul cemento, sono numerosi e tutti molto importanti per la classifica, tra questi gli US Open, gli Australian Open, Dubai e Indian Wells, tra aprile e maggio quelli sulla terra rossa Montecarlo, gli Internazionali d’Italia, poi Spagna, e Roland Garros in Francia per arrivare ai tornei sull’erba, in Germania e prevalentemente in Gran Bretagna, passando per i tornei minori ma che, in fondo, minori non sono, perchè importanti per la classifica e l’esperienza.
Eppure per passare alla storia, il traguardo più importante è conquistare il Grande Slam! Cosa vuol dire? Per un tennista vuol dire vincere i quattro maggiori tornei nello stesso anno solare, US OPEN, AUSTRALIAN OPEN, ROLAND GARROS e WIMBLEDON. Tornei incredibili, ognuno diverso dall’altro, dove è fondamentale la preparazione tecnica e fisica ma soprattutto una grande capacità di adattamento alla superficie.
Tutti molto coinvolgenti, senza dubbio, ma lasciamelo dire, il Torneo di Wimbledon è un’altra cosa! Passano gli anni, tutto si evolve e si trasforma ma il torneo più importante del mondo, rimane sempre uguale a se stesso e probabilmente è questo a renderlo unico rispetto agli altri. Il mondo del tennis sposta lo sguardo in quello che è considerato il torneo che chiude lo Slam e che ogni anno consacra il più forte e la più forte campionessa di tennis del pianeta. Sarà per quell’atmosfera aristocratica che circonda i campi in erba del circolo inglese, lo stile elegante ma riservato degli addetti ai lavori, un senso di appartenenza che traspare delle divise dei giocatori, rigorosamente bianche, la capacità di mantenere quel senso di autenticità regale che in Inghilterra si respira più che in altre nazioni.
Anche per i campioni più accreditati partecipare al torneo di Wimbledon è un onore oltre che un onere conclamato visto che, conquistare un turno, non è una passeggiata anzi bisogna sudare quattro camicie per arrivare alla finale. E se lo è per loro, ormai di casa, immagina l’animo di chi, giovanissimo, si approccia a questo tipo di esperienza. Ci vuole forza, tenacia e una grande personalità per arrivare alla fine, anche per giocare davanti a 20000 persone, principi e principesse, nessuno escluso ed è sempre una grande emozione.
Anche quest’anno, a costo di sgomitate, non ho rinunciato al posto in prima fila nel mio divano preferito e da tifosa accanita, mi sono goduta ogni incontro in attesa delle sospirate finali e come da copione, tra un urlo satanico e applausi da farmi male le mani, Wimbledon ha celebrato, anche quest anno, il suo re e la sua regina: Simona Halep e il guerriero di sempre Novak Diokovich incoronato per il secondo anno consecutivo con la stretta di mano e gli auguri personali della Duchessa di Cambridge.
A sipario chiuso, in preda a strascichi adrenalinici, lo ammetto, è stato automatico ripercorrere le emozioni provate dai personaggi di questa ammaliante giostra dello sport che ipnotizza nonostante i tempi e le distanze. E ho pensato che sulla presenza di nomi straordinari, quest’anno ha vinto l’umiltà e la semplicità, la fatica dichiarata di una giovane campionessa rumena, la tenacia e la forza di volontà di campioni che la giovane età l’hanno già superata. Sembra incredibile ma sono ancora questi gli esempi che indicano la via per diventare qualcuno. Non è la spregiudicatezza degli anni o l’impetuosa presunzione di essere già arrivato a decretare chi sei o cosa potrai diventare, è la perseveranza nel credere di potercela fare, la fiducia in se stessi, la forza di mantenere la concentrazione anche se il punteggio ti vede in difficoltà. Spesso si assiste ad un incontro senza pensare al classico dietro le quinte come se tutto fosse scontato, ma è pura presunzione.
Al di là della vittoria e la consapevolezza che la finale decreta un solo vincitore… In campo sono scesi atleti veri, irreprensibili, capaci di lottare per quasi 5 ore senza fiatare, dando tutto in loro potere dove strategia ed esperienza hanno reso ancora più entusiasmante un momento di per sé già carismatico. Ha vinto la normalità di Simona Halep, una semplicissima ragazza rumena, forte, coriacea, intuitiva e un passato di sacrifici che le hanno regalato il passaporto per mettere in ginocchio le più forti del mondo, dopo anni di sconfitte e di infortuni. Ha vinto l’indomita personalità di Novak Diokovich, per il quale i 20 anni sono ormai passati da tempo ma temerario e con una regola da rispettare: mai arrendersi!
Eppure, nonostante ci fosse uno schermo a trasmetterci la realtà del momento, mi sono trasformata nella tifosa più affezionata e il mio plauso più sentito, concedimelo, sarà per la sua eleganza tennistica, la classe che il tempo non ha mai scalfito e per milioni di altre cose, va a Roger Federer, considerato uno dei migliori giocatori di tutti i tempi, numero uno al mondo per 237 settimane consecutive, un record ancora imbattuto, ricordare tutti i suoi risultati sarebbe davvero un impresa ardua. 38 anni e non sentirli, in grado di eliminare in una semifinale sublime Rafa Nadal un altro eroe del circuito tennistico, davanti al quale comunque, m’inchino per serietà, rigore e capacità di lottare.
Ma Re Roger è molto di più! È l’applicazione umana di aspetti teorici che neanche un libro potrebbe eguagliare :è il tennis stesso! E non fa nulla se ha perso la finale, Wimbledon lo ha acclamato alzandosi in piedi, lo hanno fatto anche principi e principesse, un applauso commosso, lungo, affettuoso, sincero, perché davanti a tanta bravura bisogna ammirare senza parlare. Lo sguardo di ammirazione lo segue ovunque, in qualunque campo scenda per giocare e in qualunque torneo decida di partecipare, una forma di atteggiamento riverenziale che non lascia spazio ai dubbi.
Come sai, cerco sempre di consigliare un libro che possa aiutare a comprendere meglio il tema dell’articolo o di farti conoscere meglio i personaggi di cui ti parlo, in questo caso il mio consiglio è di leggere Open, un libro molto bello scritto da Andre Agassi, un altro grande campione capace di sviscerare gioie e dolori della sua carriera. Non solo, per conoscere meglio la vita e la carriera di Roger Federer, puoi leggere il libro di Chris Bowers Roger Federer il grande sono certa che ti piacerà!