Rizzoli pubblica, Rinascere, il memoriale del campione di nuoto Manuel Bortuzzo, in uscita oggi in tutte le librerie.
La storia di Manuel Bortuzzo fa ormai parte della vita di tutti noi. E’ una storia che parla di violenza, trasgressione, mancanza di autocontrollo, incapacità di vedere e vivere la vita seguendo i valori e le regole del buon senso, dove ormai nulla è scontato, neanche pensare di poter sognare un giorno di diventare qualcosa di più, di raggiungere finalmente il proprio traguardo. Manuel, mi va di chiamarlo così, di sogni ne aveva tanti. Sognava di nuotare, impegnarsi e magari di poter fare ancora di più come partecipare alle Olimpiadi, almeno così gli era stato prospettato. Non poteva che essere così, perchè Manuel, nato a Trieste nel ’99, la stoffa del campione l’ha sempre avuta come la consapevolezza che, per raggiungere un traguardo così grande, ci voleva molto di più; da qui la decisione di trasferirsi dapprima a Treviso e poi ad Ostia, dove al Centro Federale stava diventando una promessa del mezzofondo, specializzandosi nei 400 e nei 1500 m, allenandosi con atleti quali Gregorio Paltrinieri e Gabriele Detti, guidato tecnicamente da Stefano Morini.
I sogni di Manuel si sono infranti quel maledetto 2 febbraio scorso quando, per una torva fatalità, Manuel, confuso per un’altra persona, è colpito alla spina dorsale da un proiettile partito dalla pistola di un volgare delinquente. La diagnosi è impietosa, la giovane promessa del nuoto rimane paralizzato e non è difficile immaginare lo sconforto provato al risveglio.
Per essere un campione è necessario adeguarsi al pensiero di una fatica da superare costantemente, Manuel di questa regola ne ha fatto il suo “mantra”. Lo sconforto ha lasciato il posto al senso di positività, al desiderio di ricominciare a camminare quanto meno di ricominciare a pensare che con coraggio e tanta forza si può ancora guardare con fiducia al futuro. Così è stato ed è lo stesso campione a rivelarlo.
Una notizia pazzesca, come tutto quello che ho fatto in questi nove mesi e che ho sempre voluto tenere per me. “La lesione midollare non è completa” come inizialmente diagnosticato. Mi ero dato 10 anni per tornare a camminare”, racconta l’ex promessa del nuoto presentando il suo libro intitolato Rinascere durante una trasmissione televisiva.
In questi nove mesi Manuel, nonostante tutto, oltre che ad essere balzato alla cronaca per l’assurdità dell’evento e la forza dimostrata nel superarlo, ha deciso di fare tante cose come fondare un’associazione,
“Non ho mai perso tempo a pensare a chi mi ha sparato. Quello che voglio fare adesso è aiutare altre persone e farò qualcosa per fare in modo che quello accaduto a me non accada più ad altri, chi mi ha sparato è in carcere ma ce ne sono tanti altri. Il problema resta. Farò una associazione con un nome figo per raccogliere fondi per le persone come me, ma che sono state meno fortunate di me”.
Non solo, anche tanta solidarietà per questo giovane campione di saggezza, la Federazione nuoto ha messo a disposizione sul profilo social di Facebook la possibilità di inviare al giovane i propri pensieri sulla pagina Tutti con Manuel, non solo, si è deciso anche di trasferire la sua storia sul grande schermo con Raoul Bova come interprete, ma il regalo più bello è stato ricevere in dono per i suoi 20 anni: uno splendido cucciolo di labrador.
Non contento Manuel, tra una seduta di riabilitazione e l’altra, ha pensato bene di scrivere un libro perchè la sua storia sia di aiuto per tutti coloro che hanno bisogno di “ricominciare a vivere ma soprattutto di ricominciare a vincere.”
2 febbraio 2019. Sono passate le due di notte, pochi secondi che segnano al tempo stesso una fine e un nuovo inizio: alla periferia di Roma, vittima di uno scambio di persona, Manuel Bortuzzo, giovanissima promessa del nuoto in lizza per un posto alle Olimpiadi, viene colpito alla schiena da un proiettile. Le immagini, riprese da una telecamera di sorveglianza, le conosciamo tutti: il ragazzo si accascia a terra, la sua fidanzata, Martina, si china su di lui. Poi la corsa in ospedale, le operazioni e una volta scongiurato il pericolo di vita, la diagnosi – lesione midollare completa. Quindi la sedia a rotelle, la riabilitazione, il sorriso di Manuel, nonostante l’assurdità di quello che gli è accaduto, rilanciato da tv e giornali. Questo libro racconta ciò che di Manuel non sappiamo: la sofferenza, lo sconforto, la rabbia dopo “quella notte”, e sopra ogni altra cosa la forza che ha dovuto trovare dentro di sé, gli insegnamenti che ha saputo riconoscere anche in questa vicenda, la determinazione dello sportivo e del ragazzo speciale che ha dimostrato di essere. Con un solo obiettivo, ci dice Manuel: vivere al meglio la nuova condizione, lottando fino in fondo, con tutte le energie fisiche e mentali, per riprendersi quello che gli è stato tolto. Sono pagine di dolore e di gioia incontenibile: oggi Manuel Bortuzzo ci racconta una storia ancora da scrivere. Rinascere per lui significa questo: imparare di nuovo, da uomo nuovo, a camminare.
SIAMO TUTTI CON TE MANUEL…