Le donne del Volley vincono le preolimpiche e staccano il pass per le Olimpiadi.
La prima cosa che mi passa per la testa è che la pallavolo è stata ed è, ancora, la mia passione più grande. Ne ho fatto parte prima da giocatrice, poi come allenatrice, l’ho studiata come esame per l’università, è diventato il mio secondo lavoro e con questo sport meraviglioso sono cresciuta. Non è stata una scelta consapevole, assolutamente. La pallavolo è entrata nella mia vita per un motivo che nulla aveva a che fare con le mie attitudini sportive ma per aiutare un cara amica a superare gravi problemi di famiglia. E cosi, caro iCrewer, insieme al mio caro prof di educazione fisica decidemmo di creare una squadra di pallavolo, di cui chiaramente avremmo fatto parte. Era il 1970! Una vita fa, un percorso fatto di momenti unici, irripetibili, fatto di gioie per le vittorie e lacrime per le sconfitte. E tra entusiasmi e fatiche siamo andati avanti diventando grandi ma la passione non è mai diminuita, in fondo, riflettendo, il motivo per cui ho amato questo sport è lo stesso per il quale è entrato nella mia vita.
E’ indubbio che in ogni disciplina sportiva, le attitudini svolgono un ruolo importantissimo e in questo caso, la pallavolo non è da meno. Tecnica coordinazione, elasticità, elevazione, visione di gioco, sono elementi che in questo sport fanno la differenza. Tutti i fondamentali di gioco, dall’alzata, all’attacco, dalla ricezione alla battuta, si possono apprendere solo con un costante automatismo dei gesti tecnici, ogni strategia di gioco impone un adeguamento del fondamentale, ed è un lavoro lungo e faticoso, fatto di impegno e duro lavoro, ma se lo ami, ti diverte, ti elettrizza, è terapeutico, ti aiuta a condividere. ed è un messaggio positivo, soprattutto per i bambini.
Pensaci! In fondo, il fondamento principale della pallavolo, cosi come tutti gli sport di squadra, dal Basket, al rugby, alla pallanuoto, ( la lista sarebbe lunghissima) è la condivisione! Essere una squadra significa integrarsi, aiutarsi a vicenda, ognuno con il proprio ruolo, ognuno con le proprie competenze, pronti a sostenersi, ad incoraggiarsi nei momenti difficili. Ogni giocatrice è al servizio dell’altra, non c’è distinzione, non ci sono contestazioni, o almeno non dovrebbero esistere. E’ questo che andrebbe sempre insegnato ed è questo ciò che ho imparato! Non esiste un giocatore tecnicamente valido se a questo non si aggiunge la visione umana del gioco. Non ci sono gerarchie, si gioca l’uno per l’altro, per raggiungere insieme un obiettivo: solo cosi si può sperare di vincere.
Mi scuso per essermi lasciata andare a considerazioni personali ma i grandi successi, gli eventi di una certa importanza, hanno il potere di farmi rivivere le stesse emozioni di un tempo, quel senso agonistico dove lottare insieme significava raggiungere la meta. La stessa meta che lottando come furie, sul campo effervescente di Catania, hanno raggiunto le ragazze terribili di Davide Mazzanti, il coach della nazionale femminile di pallavolo. Con tre vittorie consecutive, abbiamo stracciato il Kenia, il Belgio e infine L’Olanda, staccando il biglietto per andare, senza scorciatoie e senza ripescaggi, alle prossime Olimpiadi di Tokio e scusa se è poco! Un risultato voluto fortemente, inseguito da tempo, soprattutto dopo l amarezza provata per l’ultima sconfitta con la Serbia e quel primo posto ai Mondiali perso per un soffio.
Ma questo non era meno importante! La parola d’ordine di una preolimpica è senza dubbio,” dentro o fuori”e Capitan Chirichella, centrale, capitana di questa fantastica nazionale, prima di scendere in campo contro l’Olanda, deve averlo scritto in caratteri cubitali davanti alla porta d’ingresso degli spogliatoi del palazzetto siciliano. Ma ne ribadirlo deve essere stata molto determinata, in campo è scesa una squadra coesa, forte, ben integrata, consapevole dei propri mezzi, grintosa, decisa a non lasciarsi sfuggire l occasione della vita.
Ma ho visto anche la loro umanità. ” La paura di vincere” di Lucia Bosetti, la tipica ansia di prestazione di Miriam Silla, la grintosa schiacciatrice Ivoriana, inserita da Mazzanti dopo un periodo difficile dopo la morte della madre, autrice di un bellissimo libro, Tutta la forza che ho, e poi, la forza prorompente di Paola EgonuElena per 1,90 di altezza, il genio strategico di Ofelia Malinov, degna erede di una famiglia di grandi pallavolisti, e che dire della capitana, Cristina Chirichella, essenziale, insieme a Elena Folie nei momenti importanti e tutte le altre, al servizio di una grande allenatore, che in pochi anni ha saputo tirare fuori dalle sue ragazze tutto quello che poteva ottenere e che sono certa ci darà motivo di festeggiare ancora.
Ma, come da copione, è regola che siano gli allenatori a prendere gli schiaffi quando si perde e i ringraziamenti quando si vince, quindi il mio plauso personale va a questo giovane allenatore, un uomo semplice, ma competente, con un carisma come pochi, autorevole quanta basta, capace di creare, con pazienza qualcosa d’importante, di trasmettere valori e regole da cui non si può prescindere, di aver costruito una squadra di 12 atlete, ognuno con la propria individualità, ma unite da un solo cuore.
GRAZIE DAVIDE!
Brava Dony! La tua passione per la pallavolo si percepisce tutta in questo articolo.