La vita, i sogni e i successi di un grande campione come Ayrton Senna, nel libro di M.Cristina Schiatti
Lo ricordo quel giorno. Era l’1 Maggio 1994, circuito di Imola, prova del mondiale di Formula 1 e non lo ricordo come un giorno qualunque. Ricordo anche il tono sommesso con quale il giornalista del TG, dette la notizia, incredulo, dispiaciuto, quasi fosse accaduto qualcosa di personale. La morte a soli 34 anni di Ayrton Senna, entrò nelle case di tutti, come uno schiaffo, duro, violento, da far male, per chi chi lo seguiva per passione e chi invece lo rispettava per la sua personalità schiva ma dall’animo sensibile.
Sono passati più di vent’anni da quel tragico incidente, ma nella memoria collettiva il campione nato a San Paolo in Brasile non è mai andato via. E’ rimasto chiuso nel cuore di chi lo seguiva dai box, cronometrandolo al passaggio, e negli occhi pieni di ammirazione di chi lo ha sempre seguito dagli spalti. Non era un uomo qualunque, come la maggior parte degli uomini che scelgono una passione come questa. Portare una macchina alla velocità di 320 km non è da tutti, anzi, ho sempre pensato che ci fosse una specie di lucida follia o razionale incoscienza nel inseguire un sogno così pericoloso, ma devo ammettere che era pur sempre il suo sogno.
“Se una persona non ha sogni non ha alcuna ragione di vivere.” Sognare è necessario, anche nel sogno va intravista la realtà. Per me è uno dei principi della vita”
Come dargli torto e, d’altra parte, il suo sogno non era qualcosa nato improvvisamente. E’ scritto nel libro che Maria Cristina Schiatti, gli ha dedicato, un romanzo che in qualche modo, lo ricorda, all’eta di 4 anni, già impegnato in gare di velocità con una kart costruito dal papà nella sua officina meccanica. Lo ricordano tutti come un perfezionista, profondo conoscitore del mezzo, dalla mentalità vincente, le prime gare internazionali vinte a soli 17 anni e la consapevolezza di doversi trasferire per continuare ad imparare e andare avanti.
“Non esistevano altri concorrenti per lui”, scrive nelle memorie, il suo primo allenatore “Gareggiava sempre per vincere. Doveva essere vittoria o niente. Era un individualista, e mirava costantemente alla perfezione. Era attento a ogni dettaglio. Per esempio, non avrebbe mai tollerato una gomma graffiata, tutto doveva essere perfetto.“
I tre mondiali vinti non lasciano dubbi sulle sue capacità. Negli autodromi di tutto il mondo il duello Senna Proust era un’attrazione troppo forte per non stare incollati alla televisore. Epuure di quest’uomo schivo ma capace di andare a folle velocità su piste rese impossibili dalla pioggia, si sono scritti fiumi di parole. Perchè?
Ed è su questo che voglio ed è importante soffermarsi. Quando scelgo di parlare di un atleta o delle sue gesta, non è mai una ricerca del risultato o il ricordo solo delle imprese. Essere campione è qualcosa di diverso, essere uno sportivo e diventare un atleta è ben diverso. Ci sono regole etiche e morali che contribuiscono a fare di un uomo appassionato del suo sport un uomo diverso, qualcuno che lavora e si sacrifica senza che questo sia argomento quotidiano, è colui che vive la sua passione nell’umiltà di chi comprende che solo grandi sacrifici e molta tenacia portano ai veri risultati che non sono solo i tempi fermati su un cronometro ma la capacità di non perdere la propria umanità.
Ayrton Senna era un campione, e di lui non si poteva non parlare. E se è rimasto nel cuore di tutti è per quel suo sguardo malinconico, quegli occhi che non sono mai riusciti a tradire la consapevolezza che per seguire la sua passione era insidispensabile accettarne le conseguenze.
Anche l’ultima notte prima della sua ultima gara i suoi occhi non erano gli stessi è scritto ovunque. Lo ricordano stranamente taciturno e con uno strano sorriso sul volto. E’ quel sorriso che ho voluto cogliere, l’essenza di un uomo capace di grandi imprese, al limite dell’impossibile, senza parlare, fino alla fine.
Non ti dimenticheremo mai…
A martedi prossimo…
Sono stata una grande tifosa di Ayrton Senna e volevo che anche i miei due figli, di 12 e 14 anni, lo conoscessero attraverso un libro adatto alla loro età e non attraverso una biografia per adulti. Ai ragazzi è piaciuta molto sia la prima parte, in cui l’autrice crea un Senna adolescente che ha a che fare con personaggi inventati, sia la seconda, dove si racconta la storia vera del campione di formula uno, con tutti i suoi successi e le sue battaglie. Molto belle e commoventi le pagine finali. Ne consiglio la lettura ai ragazzi che non hanno conosciuto Senna, ma anche a qualche adulto, appassionato del campione brasiliano.
Un campione sulla pista e nella vita.. Hai ragione… E sono felice di aver scelto il libro giusto.. Ayrton era e rimarrà un esempio sportivo per tutti.. Seguici sempre mi raccomando…. E alla prossima!!!