In bicicletta intorno al mondo con Annie Londonderry
In queste settimane abbiamo parlato di campioni e campionesse, abbiamo ricordate grandi uomini del dopo guerra e le loro imprese, campioni subacquei dei nostri giorni, di tutto di più ma, ad un certo punto, mi sono chiesta, l’800 avrà avuto i suoi campioni o appassionati di sport particolari, chiaramente strani per l’epoca? Come un flash mi sono ricordata di un articolo che parlava di un libro illustrato per ragazzi. L’articolo mi aveva colpito perchè, nonostante fosse dedicato ad una platea di lettori giovani, raccontava l’impresa straordinaria di una giovane donna ma non ricordavo cosa avesse fatto e come.
Presa da una curiosità irrefrenabile sono andata a cercare l’articolo e in effetti non mi ero sbagliata! Alla fine dell’800 infatti ad attirare l’attenzione della stampa americana fu l’impresa, quanto meno singolare per l’epoca, di una giovane donna che in sella alla sue due ruote decise di percorrere il giro del mondo in un anno. Probabilmente, se l’evento si fosse verificato ai giorni nostri, la notizia non avrebbe scatenato così tanto clamore ma all’epoca l’impresa, all’apparenza un po’ folle, della giovane viaggiatrice riempi tutte le prime pagine dei giornali.
Sto parlando di Annie Londonderry Cohen Copchovski detta Londonderry, la prima donna a girare il mondo in bicicletta!
La storia di questa singolare appassionata delle due ruote ha in qualche modo dell’incredibile. Tutto ebbe inizio quando Annie, ebrea, giunta con la famiglia in America dalla Lettonia, incontra e sposa a Boston, Max Copchovski, unione dalla quale nascono tre figli. Che la bicicletta e i libri fossero una sua grande passione era ormai a conoscenza di tutti ed è facile pensare a quali e quante difficoltà si trovasse ad affrontare vista la mentalità del tempo. Ma ad Annie, esile ma grintosa e volitiva, questo non interessava molto, nonostante la mentalità generale non vedeva certo di buon occhio che una donna si cimentasse in attività prettamente maschili e men che meno che si alimentasse l’idea che la donna potesse essere ritenuta al pari dell’uomo. Dieci anni prima un certo Stivens era riuscito nell’impresa di girare il mondo con la bicicletta ma per una donna, questo, era impensabile.
Spinta da una scommessa di alcuni scettici, nel Giugno del 1895 a soli 20 anni, Annie, senza l’approvazione del marito e del fratello, raccoglie la sfida di vincere 5000$, si toglie la gonna, indossa i pantaloni e accetta di girare il mondo con la sua bicicletta, un solo cambio di vestiti e una revolver, con la promessa che al suo ritorno il premio si sarebbe raddoppiato. Una proposta niente male per il periodo e non solo, per Annie la sfida non è solo legata al compenso e molto di più. E’ una forma di liberazione femminile, la dimostrazione, nonostante tutto, di essere capace e autonoma. La sua determinazione, poi, spinge una nota marca di acqua, la Londonderry Lithia, a porre il marchio sulla bici per 100 $, e da quel momento il suo nome diventerà Annie Londonderry.
Il suo giro del mondo è rimasto nella storia! Da Boston, passando per New York, Chicago, Parigi, Gerusalemme, Singapore, Annie girò il Meditarraneo e arrivò fino in Cina e in Giappone, adeguandosi alle temperature, sfruttando tutti i mezzi di locomozione; cambia bicicletta per andare più veloce e si paga le spese di viaggio autografando le foto fatte nel tragitto e raccontando le sue storie alle persone che incontra.
MI VIENE DA DIRE, CHE DONNA!
Il ritorno a Boston di Annie non rimase nell’ombra anzi, i suoi redazionali di viaggio furono pubblicati e molto apprezzati dalla stampa ed è scontato pensare che una tale impresa abbia modificato il concetto di sport al femminile, restituendo alla donna la sua identità, equiparandola finalmente al concetto maschie di capacità e autonomia. Il mito Annie Londonderry è rimasto comunque nell’immaginario collettivo come simbolo di un vero cambiamento ma anche la bicicletta come attrezzo da usare, ne ha certamente beneficiato, nonostante le mentalità più bigotte ritenessero che potesse creare alle donne “qualche difficoltà.”
A distanza di un secolo, nonostante la giovane donna in vecchiaia sia stata quasi dimenticata, la sua impresa è rimasta intatta nei ricordi del pronipote il giornalista Zeud Zheutlin che ne ha pubblicato i diari, non solo, tra pochi giorni uscirà edito da Sinnos per i ragazzi dai 12 in su, “Annie, Il vento in tasca” un libro scritto da Roberta Balestrucci e illustrato da Luogo Comune, un reportage molto simpatico sulle avventure della straordinaria Annie Londonderry!!!
IL MIO CONSIGLIO? PRENOTATELO, VALE LA PENA!
A MARTEDI PROSSIMO E BUONA LETTURA!