Una serie di articoli settimanali sul Premio Chiara… Per ingannare l’attesa della premiazione 2018!
Benvenuti, cari iCrewers, in questo speciale che il nostro sito dedica ad uno dei premi più attesi dell’anno: il Premio Chiara! Tra un mese esatto verranno infatti svelati i vincitori dell’edizione di quest’anno e noi non stiamo più nella pelle! In attesa del 28 ottobre, iCreplay Libri ha pensato di dedicare una serie di articoli settimanali sulla storia di questo premio e sui protagonisti dell’edizione dell’anno 2018.
Prima di iniziare però a parlare del premio di quest’anno, abbiamo pensato di usare la prima puntata a nostra disposizione per approfondire la storia di questa manifestazione, che è giunta alla sua trentesima edizione! È un grande traguardo per un premio e lo è ancora di più per la sua organizzazione, curata dall’associazione Gli Amici di Piero Chiara.
Per chi non ne fosse al corrente, questo premio è stato insignito nel 1998 in memoria di una delle più grandi personalità del secolo scorso: Piero Chiara.
Chi era Piero Chiara?
Sulla vita di questo scrittore ci sarebbe da dire tanto, forse anche troppo. A volte si dà più importanza alla biografia di un autore che alla sua poetica e, anche se ciò che vissuto ha influenzato la sua produzione, noi non vogliamo concedere più spazio del necessario alla vita di Piero Chiara. Di seguito potete trovare una breve biografia dell’autore.
Nato a Luino (VR) nel 1913, Chiara ebbe una vita irrequieta ma libera. Dopo aver conseguito il diploma di perito meccanico con non poche difficoltà, iniziò a viaggiare: andò a Roma, a Napoli, poi in Francia. Tornato in patria, nel 1932 ottenne un incarico statale presso la Pretura friulana, che fu costretto ad interrompere per uno scandalo: era stato sorpreso con un’amante sul luogo di lavoro. Fu reintegrato nel 1934 e fu mandato a Varese. Tuttavia l’anno successivo perse definitivamente l’impiego, poiché venne espulso dal Partito Fascista a causa del suo essere libertino e liberale, al quale era stato obbligatoriamente iscritto per poter ricoprire l’incarico in Pretura. Chiara non si curò di questo e non nascose mai di avere concezioni antifasciste, infatti nel 1944 fu costretto a fuggire in Svizzera in seguito a un mandato di cattura del Tribunale Speciale Fascista per aver esposto un busto di Mussolini nel banco degli imputati del tribunale presso cui lavorava. Finita la guerra, rientrò in Italia e frequentò vari circoli culturali: la sua poliedricità come giornalista, autore di poesie e romanzi ed esperto d’arte e di letteratura lo resero uno degli intellettuali più seguiti e ricercati del Dopoguerra. Si affacciò inoltre al mondo della politica, che prima di allora non lo aveva mai affascinato, e militò nel Partito Liberale Italiano. Morì il 31 dicembre 1986 a Varese.
Come autore, Piero Chiara viene definito “il poeta delle piccole cose del grande lago”, poiché ha lasciato un’importante traccia nella letteratura italiana con il suo stile ironico e capace di cogliere gli aspetti essenziali della vita quotidiana. Le sue storie sono infatti per la maggior parte autobiografiche e descrivono i luoghi in cui lui ha vissuto: la parte lombarda del Lago Maggiore e i cantoni svizzeri. Oltre a questo, il suo tratto distintivo è la cura nella psicologia del personaggio, che mostra i vizi e le virtù della società senza censure ma senza cadere nel volgare. Tra i suoi romanzi, ricordiamo:
- Il piatto piange (1962), ambientato a Luino nel periodo fascista
- La spartizione (1964), di stampo autobiografico. Da questo romanzo è stato tratto il film Venga a prendere il caffè da noi (1970), diretto da Alberto Lattuada con Ugo Tognazzi
- Il pretore di Cuvio (1973), finalista al Premio Strega
- La stanza del vescovo (1976), il suo capolavoro. Da questo romanzo è stato tratto l’omonimo film diretto da Dino Risi e interpretato da Ugo Tognazzi e Ornella Muti
- Vedrò Singapore? (1981), di stampo autobiografico e dal sapore nostalgico
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Gli Amici di Piero Chiara
Per mantenere viva la memoria di Piero Chiara, i giornalisti Massimo Lodi e Pier Fausto Verdani con il patrocinio del Comune di Varese istituiscono nel 1988 il Premio Chiara. Nel 1994 la direzione passa da Lodi e Verdani all’artista Gottardo Ortelli, a cui si aggiungono Marco Chiara, Bambi Lazzati e Franca Bellorini nel 1997 come membri fondatori dell’associazione Amici di Piero Chiara. L’associazione si impegna a mantenere vivo il ricordo di Chiara e a valorizzare i territori del varesino, ampiamente tratteggiato dall’autore nelle sue opere.
Da trent’anni il Premio Chiara viene assegnato ad una raccolta di racconti pubblicata in Italia o nella Svizzera di lingua italiana durante l’ultimo anno. Dal 1991 è attivo anche il Premio Chiara Giovani: un concorso di scrittura riservato a ragazzi italiani e del Cantone Ticino dai 17 ai 25 anni. È del 1997 invece il Premio Chiara alla Carriera, che viene assegnato ad una personalità di primo piano del panorama letterario italiano o internazionale.
Cari iCrewers, questa è la storia riassunta del Premio Chiara e dell’autore a cui è dedicato questo evento. Speriamo che questa prima parte del nostro speciale vi sia piaciuto e vi aspettiamo giovedì prossimo con i finalisti dell’edizione 2018!