Quando parliamo di grandi classici ci riferiamo a tutte quelle opere che hanno lasciato un grande valore culturale. Ma questo “grande valore”, per un lungo periodo di tempo, non si poteva associare ad un donna. Oggi quanti grandi classici leggiamo che sono stati scritti con uno pseudonimo o pubblicati in anonimo?
Virginia Woolf in Una stanza tutta per sè descrive come alcuni grandi classici siano usciti da una penna femminile, ma all’epoca era una cosa sconcertante. Da Aphra Behn, a Jane Austen, dalle tre sorelle Brontë, a Mary Shelley fino a George Eliot. Tutte queste donne, oltre ad avere in comune il fatto di essere grandi scrittrici, hanno un comune passato: quello di aver scritto con uno pseudonimo, ovviamente maschile. Per avere la possibilità di essere pubblicate, lette e ascoltate.
“Gli uomini devono lavorare e le donne si sposano per denaro. È un mondo orribilmente ingiusto.”
– Louisa May Alcott, Piccole Donne
Perché questi grandi classici sono in realtà così moderni?
La risposta è molto semplice: perché in tutti questi grandi classici le protagoniste sono donne che ci parlano della libertà di decidere e dell’importanza di essere se stesse.
Donne orgogliose di esserlo e che rivendicano i loro diritti e il loro ruolo nella società.
Perché almeno una volta nella vita bisognerebbe leggere questi grandi classici?
Perché tramite i loro libri, queste scrittrici si raccontano. Raccontano di un mondo che non le vuole, non vuole ascoltare le loro voci solo perché donne. Raccontano com’è vivere dipendenti economicamente prima dal padre e poi dal marito. Raccontano la sorellanza (Piccole Donne). Ci raccontano di come bisognerebbe innamorarsi per amore e non per paura di restare sole (Orgoglio e Pregiudizio). Ci dicono che nessuno nasce cattivo, ma è la società a cambiarci in base a come ci vede (Frankestein).
E dal momento che la società le vedeva come coloro che non potevano scrivere, cambiano questa visione maschilista così che anche le donne, grazie alle loro lotte e al loro coraggio ora possono scrivere grandi classici senza pseudonimo.
Probabilmente non pensavano neanche di diventare scrittrici di grandi classici, probabilmente loro volevano solo fare quello che facevano gli uomini: scrivere e farsi ascoltare. E ce l’hanno fatta!
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