È con grande piacere e con immensa gioia, caro iCrewer, che ti segnalo l’uscita del libro di Piero Pelù: Spacca l’infinto – Il romanzo di una vita, edito da Giunti Editore e disponibile in tutte le librerie e negli store digitali dal 16 febbraio.
Accolgo la notizia con tanto entusiasmo perché il leader co-fondatore dei Litfiba è una delle figure di riferimento del rock italiano che più ho apprezzato durante tutti questi anni che hanno contraddistinto la sua carriera, sviluppata di pari passo con il mio diventare adulto.
Ho infatti amato la band fiorentina fin da quando ero un ragazzino e ho seguito per intero il loro percorso durante tutti questi anni. Di questa mia passione, giusto per non tediarti, avevo già scritto in occasione della segnalazione del libro di Ghigo Renzulli, l’altro storico membro fondatore della band, pertanto non mi addentrerò in aneddoti personali che risulterebbero essere ripetitivi, ma mi limiterò a darti qualche informazioni su Spacca l’infinito, il libro fresco di pubblicazione di Piero Pelù.
Spacca l’infinito: il libro di Piero Pelù
Intanto trovo doveroso partire dal titolo: Spacca l’infinito, citazione di un verso della canzone Gigante, con il quale il rocker ha partecipato allo scorso Festival di Sanremo. Un brano travolgente e orecchiabile che ha ottenuto un grandissimo consenso da parte del pubblico.
Devo per forza aprire una piccola parentesi, anche se ti avevo annunciato che non avrei raccontato aneddoti personali.
Per me, ma credo per molti, ripensare al Festival di Sanremo 2020, significa tornare con la mente agli ultimi momenti di vita vera (se così vogliamo chiamarla), all’ultima grande festa vissuta in prima persona in mezzo alla folla e agli ultimi salti e balli scaturiti dalla musica in situazioni di assembramento. Proprio in questi giorni il calendario ci mette davanti all’evidenza che è passato un anno esatto dall’inizio della pandemia e quindi dalla sospensione (perché non voglio chiamarla fine) della vita che eravamo abituati a vivere.
Io ero a Sanremo, come sai, e se chiudo gli occhi, uno dei momenti più belli che mi porto dentro (ma anche in un video sul cellulare) come ricordo, è proprio quello di tutti gli addetti ai lavori e dei tanti spettatori radunati in uno dei tanti punti di aggregazione con maxischermo sparsi nella città ligure, che saltano e cantano durante l’esibizione di Piero Pelù nella serata finale. Quella che resterà nella storia per lo scippo della borsetta alla signora seduta in platea all’Ariston.
In quel gesto così fuori dagli schemi rispetto al rigore che da sempre caratterizza il Festival, anche se negli ultimi anni si è molto modernizzata la kermesse, c’è tutta l’anima di Piero Pelù. Essere stato a pochi passi dal teatro a saltare e cantare insieme a tanta altra gente, quella sera, per me è stato un completamento di tutto il percorso fatto tra dischi comprati, concerti visti e tante altre cose legate al nome dei Litfiba. Se poi aggiungo che da quella sera in poi tutto il mondo è cambiato, ecco che diventa un aneddoto troppo importante da scrivere se si sta per parlare di Spacca l’infinto.
Aggiungo, per completezza di racconto, che quella sera è stata magica dall’inizio alla fine, per merito di tutti quelli saliti sul palco: conduttori, concorrenti e ospiti.
Venendo al libro, da quel che si legge nella sinossi, in Spacca l’infinito non avremo a che fare con il solito Piero Pelù ribelle, bensì, scopriremo un artista più intimo e discreto, che pagina dopo pagina ci guiderà in un viaggio attraverso i ricordi della sua vita.
Quello del viaggio è un tema tanto caro ai Litfiba, ricorderai la celeberrima Lacio Drom (Buon viaggio), tanto che leggendo appunto le info, mi è tornata alla mente una VHS che avevo (e che ho ancora da qualche parte) in cui la band si raccontava durante i loro tragitti e trasferimenti da un concerto all’altro.
Ma non vado oltre e condivido la sinossi:
Piero Pelù il rocker, l’attivista, l’anarcoide, il brado, Piero Pelù il cantante, “el diablo”, il pugile, il gigante: ebbene, dimenticatevi tutto questo e preparatevi a partire. Sì, perché in questo libro P. scende dal palco, spegne i riflettori e ci invita a viaggiare insieme a lui, con il coraggio di aprire la porta della memoria e di avventurarsi fino a dove tutto ha avuto inizio.
E appena si ferma per un momento a riposare, ecco che accanto a lui appare un ragazzino intraprendente, originale, pieno di domande. Seguendo il dialogo tra l’uomo e il bambino attraversiamo la storia italiana – dalle trincee della Prima guerra mondiale agli anni del Fascismo, da quelli della Guerra fredda fino al disorientamento dei nostri giorni – e quella di un ragazzo pieno di sogni, che in uno scantinato sul Lungarno ha cominciato a credere in se stesso e da allora è andato lontano.
A ogni pagina incontriamo personaggi indimenticabili, sorridiamo, ci commuoviamo, e ogni volta che cala la sera sentiamo di aver raggiunto una consapevolezza nuova: chi non si arrende riesce sempre a conquistare ciò che conta davvero; chi sa affrontare le difficoltà con determinazione e ironia non ne esce mai davvero sconfitto, e se anche imbocca una strada sbagliata, quella lo porterà a scoprire qualcosa di sorprendente. Ma soprattutto, questo libro ci racconta una vita vissuta al fianco di una delle innamorate più esigenti: la dea musica, che va amata e alimentata ogni giorno, perché la routine è la sua peggiore nemica.
E perché la musica, come l’amore, è uno dei modi più strepitosi per cambiare il mondo. Al bambino che è stato P. confessa: “Se mi fossi dimenticato di te non sarei stato felice nemmeno un minuto”. Così Spacca l’infinito non è solo il verso di una canzone, ma anche l’invito rivolto a tutti a non perdere lo stupore e la fiducia in un universo dove tutto, a saperlo ascoltare, canta insieme a noi.
Non mi resta che augurarti buona lettura!