La mia storia con questo libro di Michela Milani è… strana. Partiamo dall’inizio
L’autrice è sorella di una mia amica che ora non frequento più perchè la vita ci ha aperto strade diverse. Circa quattro anni fa mi era stato proposto di leggere Sotto Pelle proprio dalla sorella di Michela Milani, poi per una serie di fatti il libro non è mai arrivato a me. Forse era destino che non avessi dovuto leggerlo in quel momento.
Circa dieci giorni fa un’amica mi propone un libro… è di nuovo Sotto Pelle. Questa volta arriva a me il cartaceo e… lo leggo. chiudo l’ultima pagina e mi dico, ma…
Michela Milani in questo testo ci parla di rapporti umani: amicizia e amore in varie sfaccettature. Marta è la protagonista assoluta e attorno a lei varie vicissitudini che si vanno a incastrare in una vita a volte troppo complessa e altre volte troppo normale.
Marta è prima di tutto donna, nel rapporto col marito e con Wolf, poi è moglie all’interno di un matrimonio che esiste solo per una sorta di decisione silenziosa, mamma di Emma, sorella di Alessandra, amica di Simon, farmacista. Marta non è figlia perchè la madre è impegnata da tutta la vita ad accudire Alessandra, non è amante perchè è stata molto di più.
Una figura da comprendere sotto tanti punti di vista e da analizzare approfonditamente per capire le dinamiche della sua esistenza.
Diversi personaggi entrano ed escono dalla vita di Marta e l’unico a lasciare un segno indelebile è colui che non c’è, che fisicamente non c’è praticamente mai stato ma che ha lasciato segni profondi della vita di questa donna.
Ma Marta è felice? Finge una vita di provincia per accontentare tutti, e lei si lascia trasportare dagli eventi.
Michela Milani, sei soddisfatta del tuo libro?
Proprio in questi giorni parlando con due autrici ci si confrontava sul fatto che bisognerebbe essere capaci di staccarsi dalla propria opera, non essere egoisti e lasciar prendere ai libri la loro forma che la maggior parte delle volte significa snellire la narrazione.
Ho trovato il testo non molto curato per la presenza di diversi errori di scrittua che una buona rilettura, non fatta dall’autore ma da un correttore di bozze naturalmente, avrebbe evitato.
Passiamo ad analizzare la narrazione, anche qui ci sono degli appunti da fare. Michela Milani si sofferma a tratti su particolari che non portano nulla di nuovo al testo, anzi rallentano la lettura, mentre in altre occasioni ci sono dei salti temporali o dei cambi di punto di vista errri. Il lettore è costretto a tornare qualche riga in dietro per capire cosa sta succedendo. Un buon editing avrebbe evitato queste problematiche.