Myanmar (Birmania), un paese dalle molteplici etnie al confine con Cina, India, Bangladesh, Laos, Thailandia. I militari hanno sovvertito il governo eletto e preso il potere. La gente manifesta in piazza, lotta per quello sprazzo di libertà che le elezioni garantiscono (in Italia dal 2011 non abbiamo un governo democraticamente eletto… ma noi di coraggio sembriamo non averne).
La polizia spara sui manifestanti pacifici: le forze dell’ordine arrestano, linciano, picchiano, torturano. Usano pallottole di gomma e alla fine del primo giorno di proteste, il bollettino è di 18 morti. Al secondo giorno di protesta pacifica, dopo gli orrori perpetrati dalla polizia armata di scudi e manganelli, in uno scenario da guerra civile in cui, in mezzo a una strada, si oppongono forze armate ai manifestanti, una piccola donna disarmata, minuta, vestita di grigio e nero, con un lungo velo sulla testa, si inginocchia davanti alle forze dell’ordine e le ferma.
Sorella Ann Nu Thawng: coraggio è maschile ma umanità è femminile.
Sorella Ann Nu Thawng supplica di non uccidere più, di non sparare più. E loro, feroci esecutori di ordini inumani fino a un attimo prima, si fermano. L’immagine, a pochi giorni dall’8 marzo, è di quelle che dovrebbero diventare il simbolo del coraggio e dell’umanità delle donne.
Sorella Ann Nu Thawng è armata di fede, di lacrime e di compassione, la piccola suora, nel cui convento francescano hanno trovato riparo decine e decine di manifestanti, si è inginocchiata, senza orgoglio, senza minaccia. Sorella Ann Nu Thawng ha pregato perchè gli uomini davanti a lei non uccidessero quelli alle sue spalle.
Ebbene, Sorella Ann Nu Thawng è l’esempio di donna che oggi, nel 2021, dovremmo celebrare. Donne con il coraggio, al maschile, e l’umanità, al femminile. Suore di Santa Madre Chiesa che si buttano in mezzo alla strada, affrontano guerre, mettono a nudo il cuore, supplicano, suscitano amore, giustizia, ammirazione. Lei è piccola, indomita, fortissima. Una suora, solo una piccola suora che mi ha fatto essere orgogliosa, fierissima di essere donna come lei. Lei non aggredisce, non minaccia, non brandisce armi: lei ha un coraggio che fa paura, un’umanità che fa luce.
Lei non odia gli uomini, li difende, non ha bisogno di provocare per affermare la superiorità della donna sull’uomo. La piccola suora crede in qualcosa e per quel qualcosa è disposta a morire. O le sue idee non valgono niente, o non vale niente lui, questo diceva Ezra Pound riferito agli uomini che non sono disposti a morire per le proprie idee. Noi cosa siamo disposti a fare per le nostre idee?
Noi persone dell’occidente ricco, noi persone a cui hanno tolto anche l’aria da respirare in cambio di una sicurezza sanitaria che, evidentemente, non è possibile. In cosa crediamo noi? Ci hanno tolto la democrazia, la libertà, i rapporti umani, perfino la facoltà di spendere i nostri soldi. E ancora non abbiamo idee per cui lottare e morire.
‘Tutta la volgarità del mondo nasce dall’attaccamento alla vita’ sosteneva Yukio Mishima, l’ultimo samurai. Un augurio alle donne, all’indomani dell’8 marzo: che troviamo di nuovo qualcosa per cui lottare, un’idea che valga la pena, per cui siamo disposte anche a morire. Ma qualcosa di vero, di serio, di contemporaneo. Idee che muovano il mondo e i nostri cuori.