Oggi, 20 aprile 2025, si festeggia la festività di Pasqua, la ricorrenza più importante del calendario cristiano in cui si ricorda la resurrezione di Cristo e il trionfo finale del suo messaggio evangelico. In occasione di questa festa che celebra appunta il trionfo della Vita sulla Morte, per la nostra rubrica filosofica ho deciso di parlarti di una delle tematiche più affascinanti e scottanti del panorama filosofico e scientifico: le esperienze di premorte e, più in generale, la possibilità che ci sia qualcosa oltre la morte.
Di recente, inoltre, il professor Manuel Sans Segarra, uno dei massimi luminari in questo campo, ha scritto un libro dal titolo La Sopracoscienza esiste: La Vita oltre la Vita che, dopo essere diventato un caso editoriale in Spagna, è giunto in Italia grazie a Vallardi Editore. Partiamo proprio da qui!
La Sopracoscienza esiste: il contenuto del libro

Un giorno, mentre era di turno al pronto soccorso, la vita del chirurgo Manuel Sans Segarra cambiò per sempre. Aveva appena riportato in vita un uomo in stato di morte clinica, vittima di un grave incidente stradale, quando accadde qualcosa di incredibile: il paziente, una volta risvegliato, iniziò a descrivere con precisione sconcertante tutto ciò che era successo in sala operatoria. Dettagli che non avrebbe mai potuto conoscere. Dialoghi tra medici. Procedure eseguite. Era impossibile. Eppure…
Questa esperienza straordinaria spinse il dottor Sans Segarra a intraprendere un viaggio di ricerca sulle esperienze di premorte (NDE) e sulla natura della coscienza oltre i confini del corpo fisico. Un percorso che lo portò a esplorare territori sconosciuti della medicina e della coscienza, aprendolo a misteri che ancora oggi sfuggono alla comprensione. Questo libro è un invito a guardare la vita e la morte con occhi nuovi. Un messaggio di speranza e consolazione, che ci spinge a superare la paura e a riconnetterci con l’armonia dell’universo. Scoprirai che la morte non è una fine, ma una trasformazione: un ritorno a casa, un abbraccio con l’eterno ciclo della vita.
Oltre la soglia: Sopracoscienza ed esperienze di premorte tra filosofia e scienza
La morte, da sempre, è la più grande delle incognite. Per alcuni è un confine invalicabile, per altri un passaggio, un ritorno o una rinascita. Le esperienze di premorte (in inglese Near Death Experiences, NDE) sono racconti vissuti da persone che si sono trovate a un passo dalla morte — arresti cardiaci, incidenti gravi, situazioni cliniche disperate — e che, una volta tornate in vita, riportano visioni, sensazioni e stati di coscienza difficilmente spiegabili.
Tunnel di luce, incontri con defunti, percezioni di pace assoluta, panoramiche della propria vita. Sono testimonianze spesso simili, nonostante differenze culturali e religiose, e da decenni affascinano non solo la gente comune ma anche filosofi, teologi, neuroscienziati.
Ma cos’è la Sopracoscienza? È un termine che definisce uno stato espanso della coscienza, una percezione del sé che va oltre i limiti del corpo e del pensiero razionale. Filosoficamente, è il punto di contatto tra ciò che siamo ora e ciò che potremmo essere oltre la vita. Dal punto di vista scientifico indica l’idea che la coscienza non sia solo il prodotto dell’attività neuronale del cervello.
Nel suo libro il professor Segarra, grazie anche alle recenti scoperte nel campo della fisica quantistica, tenta di mostrare proprio questa teoria esponendo tutte le evidenze scientifiche degli ultimi anni in materia di esperienze premorte. Tuttavia questa idea non è affatto nuova nel panorama filosofico.
Nell’antichità, Platone è stato uno dei primi a descrivere qualcosa di simile. Nel mito di Er, alla fine della Repubblica, racconta di un guerriero morto in battaglia e poi tornato in vita, portando con sé il ricordo di ciò che ha visto nell’aldilà. Qui, dopo la morte, le anime vengono giudicate e dopo un periodo di mille anni si reincarnano ma perdono la memoria di quanto visto nel mondo ultraterreno.
Spostandoci in Oriente, troviamo numerose correnti filosofiche in cui la coscienza assume un ruolo fondamentale. Nella filosofia indù compare il concetto di Brahman, l’anima universale che si avvicina molto a quello di Sopracoscienza: una realtà trascendente che collega ogni essere vivente e da cui tutto ha origine e fine.

Con l’avvento della modernità, i filosofi iniziano a interrogarsi su basi più razionali. Kant, pur dichiarando impossibile una conoscenza certa dell’aldilà, afferma che la coscienza morale dell’uomo presuppone l’esistenza dell’immortalità dell’anima. William James, fondatore della psicologia moderna, ammetteva l’esistenza di stati di coscienza “altri”, e nel suo Le Varietà dell’esperienza religiosa parla di visioni mistiche e stati di trance che potrebbero somigliare alle NDE. Più vicino a noi, il filosofo francese Raymond Moody ha raccolto decine di testimonianze di esperienze di premorte in un celebre libro, La vita oltre la vita, concludendo che questi casi non possono essere liquidati come illusioni o semplici allucinazioni.
Moody è, difatti, stato uno dei “padri” degli studi sulla Sopracoscienza e le sue riflessioni hanno contribuito a fornire materiale utilissimo per l’analisi dei numerosi casi di esperienze premorte che, per lunghi anni, sono state sottovalutate dal mondo scientifico. Esse, infatti, erano considerati come il frutto di un cervello in sofferenza: allucinazioni causate da una mancanza di ossigeno, da scariche elettriche anomale, o dalla liberazione di endorfine.
In La Sopracoscienza esiste il dottor Sagarra cerca di dimostrare le differenze tra le esperienze di premorte e le semplici allucinazioni ricorrendo alla fisica quantistica secondo cui oltre alla coscienza classica, frutto dell’attività neuronale, esisterebbe anche una Sopracoscienza, esterna al corpo umano, prodotta da processi quantistici all’interno degli stessi neuroni.

Se fosse vero, allora la coscienza potrebbe esistere in uno stato “non locale”, cioè non legata rigidamente al corpo fisico. In situazioni di premorte — quando il cervello smette temporaneamente di funzionare — questa coscienza potrebbe continuare ad “esistere” per un breve tempo, proprio grazie a questi processi quantistici.
La questione resta, tuttavia, aperta ma estremamente stimolante. Le esperienze di premorte possono essere spiegate in parte con la fisiologia, ma continuano a contenere elementi che sfidano le categorie scientifiche tradizionali. Come illustra egregiamente il dottor Sagarra, l’aspetto più rivoluzionare è il legame che questa teoria evidenzia tra scienza, psicologia, filosofia e spiritualità.
La Sovracoscienza non è soltanto lo stadio che si raggiunge dopo la morte. È quella dimensione che racchiude la nostra vera identità, quella che possiamo raggiungere anche con la meditazione o persino con l’ipnosi o la psicanalisi. È anche ciò che possiamo sfiorare nei momenti più intensi della vita: quando amiamo, creiamo, soffriamo o semplicemente ci sentiamo, per un istante, oltre noi stessi.