Catherine B.C. e le sue numerose opere
Caro iCrewer in attesa di incontrarla al festival del Romance e di parlare con lei dal vivo, oggi intervisto Catherine B.C. di cui ho recensito “Spicy“.
Ma inizio subito con le domande all’autrice…
Chi è Catherine B.C., presentati usandola citazione che fra i tuoi romanzi preferisci e che senti più tua.
Per descrivere l’essenza della mia personalità uso una citazione di “Scars” che amo in modo particolare: “Non deve essere facile, deve valerne la pena”. Sono una persona determinata e testarda, che insegue i propri sogni inciampando e cadendo, facendosi male e scoraggiandosi, ma che alla fine si rialza e torna a camminare. È successo nella vita come nella scrittura.
Cosa significa per te scrivere?
Scrivere è una cosa che faccio quando voglio continuare a sognare anche a occhi aperti. Mi dà l’ebbrezza di disporre delle vite dei miei personaggi investendomi del ruolo di dare a tutti quel lieto fine, pur dopo tante vicissitudini, che non sempre la vita reale ci riserva.
Perché scrivi rosa? Hai mai provato a scrivere altri generi?
Io scrivo prevalentemente rosa contemporanei. Spesso ho sconfinato nel romance erotico, ma anche nel fantasy romance e nel romance storico. Mi piacerebbe sperimentare altri stili, ma sono molto critica con me stessa e questo mi frena un po’.
Cosa ti piace del tuo “Spicy”?
“Spicy” è una commedia romantica, è ironico, divertente, leggero e attuale. Mescola due elementi fondamentali per il piacere: il sesso e il cibo. Contestualizza in modo fresco e veloce le vicende dei protagonisti e li fa amare alle lettrici che sentono subito un feeling particolare con loro, in special modo con Michael Colonna, il protagonista.
Cosa non ti piace di “Spicy”?
Purtroppo posso dire che non mi è piaciuto un certo boicottaggio nei suoi e nei miei confronti. Un conto è che una cosa non piaccia, un altro è avere chi rema contro a prescindere e giudica per partito preso l’autrice e non il romanzo.
Avendo notato la mole delle tue pubblicazioni credo che tu possa illustrarci i pregi e i difetti di pubblicare con il Self-Publishing e viceversa con Casa editrice.
Hanno entrambi pro e contro, poi dipende anche dal tipo di CE.
Il self dà libertà assoluta e autogestione in ogni aspetto, ma allo stesso tempo grande responsabilità e carico di lavoro. Allo stesso modo una CE offre un nome che magari può fare curricolo e dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) fare quella promozione che magari da soli non si riesce a gestire in modo adeguato. Personalmente ho trovato persone preparate e dirette, ma anche chi mi ha fatto perdere energie e denaro per nulla. Allo stato attuale mi fermo al self, anche se nella vita non si sa mai.
Che progetti hai per il futuro?
Il mio prossimo progetto è la presentazione al Festival del Romance di “Wounds”, una sorta di seguito di “Scars” scritto sempre con Emma Altieri. È ambientato tra Los Angeles e il Kenya e riserva molte sorprese, oltre che trattare temi attuali e non propriamente romance. Poi non so, ho un paio di scalette che mi aspettano, ma sono ancora allo stato grezzo per parlare di altri progetti.
Ti ringrazio per il tempo che ci hai dedicato, non vedo l’ora di vedere questa nuova opera scritta a quattro mani con Emma Altieri che tanto ci piace e salutiamo e ci vediamo al festival del Romance.