Conversando amabilmente con Roberto Emanuelli, l’autore di Tua, ma per sempre
Non ero ancora arrivata alla Feltrinelli (trafelata come al solito) che, già dalla strada, la voce di Roberto Emanuelli si sentiva forte e chiara. La gente entrava e usciva incuriosita dalla libreria, ma l’ultimatum era chiaro, per portare a casa l’autografo dell’ospite d’onore bisognava comprare il libro senza discussioni, facile quindi immaginare cosa ci fosse davanti alla cassa, tutti in fila aspettando di acquistare l’amuleto magico che avrebbe aperto le porte ed esaudito tutti i desideri.
Gli altri, quelli baciati dalla fortuna, sono già comodamente seduti, in religioso silenzio, tutti composti in fila per dieci davanti al banchetto ufficiale dell’autore, con il suo libro in bella mostra, allietati da una dolce musica di sottofondo suonata da una bella e giovane pianista. Non c’è dubbio, per parlare d’amore, l’atmosfera era quella giusta, insomma una genialata!
Anche il nostro scrittore, in piena catarsi letteraria, è preso e compreso nel raccontare e rispondere alle domande del moderatore, legge brani del libro, parla dell’amore, quello vero, quello che fa sbandare, spiega passi del libro e poi scherza, conversa, coinvolge; conclusione: sono tutti ormai rapiti!
Confusa tra la folla, lo raggiungo con lo sguardo ed è stato inevitabile pensare che, a dispetto delle ovvietà, lo scrittore romano è un personaggio estremamente carismatico, catalizza l’attenzione parlando di sole, cuore e amore, e il risultato è quello voluto, tutti lo ascoltano, lo seguono con gli occhi come un guru, quasi fosse una necessità estraniarsi dai pensieri negativi per potersi finalmente rilassare e rivolgersi ai sentimenti come una medicina che fa bene al cuore. Mi metto in un angolo e lo ascolto, il tono della voce, fermo ma sinuoso, è quello di chi sa di aver fatto la scelta giusta ma soprattutto di come proporla. Legge, ci mette l’anima e si sente, si avverte nell’aria, faccio qualche foto, per farlo, passo sui piedi delle persone in piedi, non so quanti ne ho calpestati, ma ormai mi conosci, in queste occasioni, l’unica possibilità per evitare un linciaggio generale è sfoderare il più ingenuo dei sorrisi, come quello dei gatti con gli occhi che si aprono e chiudono e a cui non puoi dire di no, mi rendo conto di essere ormai diventata bravissima!
Insomma, dopo la carneficina “pedifera”, sono riuscita anche a scattare qualche foto da vicino poi ho preso coraggio e ho chiamato chi di dovere chiedendo gentilmente di potergli fare qualche domanda. Non avendo nulla che potesse confermare la mia presenza, sapevo che mi sarei potuta aspettare qualsiasi risposta, soprattutto quella di aspettare quasi fino all’alba, in attesa che finisse di autografare e fare la foto di rito con tutte le persone giunte ad ascoltarlo, e vi posso giurare che erano davvero tante. Rimango in attesa ma come si dice “la fortuna aiuta gli audaci” (mi sembra lo dicessero anche i filosofi greci) e dopo una breve consultazione dei capi, eccomi servito sul piatto d’argento la chiave magica per entrare nel magico mondo del Signor Stranamore.
E comunque, detta tra noi, pensi davvero che dopo aver lasciato a casa una torta megagalattica di noci, carota e nutella, mi sarei accontentata di qualche foto e di un autografo sul libro? Eh No!! Ed eccoti servita la mia chiacchierata con Mister Emanuelli:
Ciao Roberto, grazie di essere qui con me, quanta gente qui alla Feltrinelli, tutti per te. Ti aspettavi tutto questa partecipazione?
Devo dire la verità. Cosi tanti no, raramente è capitato nelle grandi città come Roma, Milano, Torino, città molto grandi, Lecce mi ha davvero stupito
Lecce legge…
Questo è meraviglioso. La Puglia in generale mi ha accolto molto bene, da subito, fin dal mio primo romanzo con il quale ho esordito, è per me come una seconda famiglia, ma oggi sono stati battuti tutti i record.
Leggendo di te, la cosa che più mi ha colpito è stata la tua biografia “lunga e confusa” come tu la definisci, dove si avverte forte un trascorso di una grande sensibilità. Dolori, cadute, delusioni, mancanza di stima, è questo che ti ha spinto a parlare d’amore, a diventare ciò che sei?
La mia vita è stata caratterizzata da molte salite e tante discese,quando ero piccolo, come tutti i ragazzi molto giovani credevo nei sogni, nell’amore, il desiderio di realizzare degli obiettivi molto legati e vicini al mio cuore come scrivere e fare il musicista, ma ad un certo punto, verso i 25/26 anni ho fatto l’errore di dare retta al mondo che mi circondava, mi dicevano, “perchè vuoi fare lo scrittore?”, “nessuno vive di scrittura”, “la musica non da da mangiare”, e tanto altro. Ho ascoltato gli altri ma ho tradito me stesso facendo lavori che, apparentemente, ritenevo più sicuri per poi scoprire che di sicuro non c’è nulla e che l’unica certa è ciò che realmente ci appartiene e che sentiamo nel cuore.Tutto ciò che ci allontana da questo rende insicuri anche in presenza di un benessere economico. Ho fatto varie cose in ambito imprenditoriale, sono diventato un broker assicurativo, mi sforzavo di essere cinico, arrivista, ambizioso, tutto ciò che serve per fare business.
Piano piano tutto questo ha cominciato a perdere d importanza, non lavoravo come avrei dovuto, anche perché quando non ti piace quello che fai, è difficile lavorare bene. Mi stavo spegnendo e, come racconto nella biografia, è arrivato il momento in cui mi sono dovuto fermare. Ho passato un periodo molto difficile, in cui si sono sommate una serie di, io le chiamo “sfighe”, la fine di una relazione, problemi economici molto gravi, sono stato costretto a tornare a casa da mia madre, dormivo su un divano letto, una situazione davvero buia. Invece di lasciarmi andare ho aperto un blog.
È come se in qualche modo tu avessi deciso di condividere i tuoi stati d’animo con gli altri…
Si ho deciso di condividere il mio universo interiore, i miei momenti difficili ma anche la mia voglia di vivere, perché c’è sempre tanta voglia di vivere. Può sembrare una contraddizione ma, secondo me, uno dei motivi che fa andare in depressione è proprio la voglia di vivere… Come ti ho detto, ho aperto un blog e fin dal primo momento ho ricevuto dei feedback incredibili che non mi aspettavo, i commenti erano una carezza all’anima, al cuore e in quel momento mi sono ripromesso che non avrei più abbandonato la scrittura e i miei sogni. Piano piano, ho messo l’altro lavoro in secondo piano e mi sono dedicato solo a questo, ho cercato per un anno di pubblicare con un grande editore, ho deciso di farlo da solo, poi è arrivato un micro editore che ha accettato di pubblicare in forma più tradizionale, ma senza distribuirlo. Il libro invece, si è posizionato molto bene nelle classifiche nazionali, a quel punto è tornato Rizzoli e, scusandosi per l’errore di valutazione, mi hanno fatto un contratto per un secondo romanzo prendendo i diritti dal primo romanzo dal vecchio editore. Con il secondo romanzo ho raggiunto le 150.000 copie; in pochi mesi è stato stampato in 6000 e in poco tempo ne ha venduto 100.000 copie.
Questo ti ha spinto a pensare che potevi dire ancora qualcosa, come se il risultato ti avesse confermato che scrivere era la tua strada.
Si mi ha lanciato ma faccio un piccolo applauso a me stesso (perchè ogni tanto è necessario farlo) ho lasciato il lavoro prima di pubblicare il romanzo con Rizzoli, mi sono detto “se va male vado a fare il cameriere ma non ritorno più indietro”, sono testimoni i direttori editoriali di Rizzoli, anche se chi mi conosceva ha continuato a dirmi che, in ogni caso, stavo sbagliando facendomi notare che in Italia con la scrittura non vivi. Per fortuna ho avuto ragione, grazie anche all’amore di questo pubblico, che anche oggi mi ha dimostrato tanto calore.
Il calore si riceve se lo si da, e quindi “l’essere uno di noi” ti ha permesso di avvicinarti alla gente che vive una vita normale, con le gioie e i problemi, di acquisire quella sensibilità per parlare d’amore a 360 gradi. E’ così?
La sensibilità si acquisisce ma si può avere già nel proprio DNA, un po’ le sofferenze ci portano inevitabilmente ad essere più sensibili di altri, comunque va bene tutto per tirare fuori la bellezza.
Una frase mi ha colpito “Siamo solo per pochi”. Me la vuoi spiegare?
Per me è come un mantra. E’ nata prima del primo libro, l’ho scritto sul blog, “Noi che crediamo nell’amore non siamo soli e pochi ma solo per pochi” era un gioco di parole ma da questo è diventato un vero e proprio mantra, hanno cominciato perfino a tatuarselo, anzi stasera molte ragazze lo avevano tatuato. E’ una frase semplice con un significato già sentito che però sfida anche l’ovvio che in questa epoca può sembrare banale ma che invita a pronunciare frasi semplici come ti voglio bene, ti amo, mi manchi, scusami e allora baciami come ho intitolato il mio romanzo, parole scontate ma che non si pronunciano più.
Hai anche dichiarato di essere uno scrittore pop, è vero ?
Sì, mi sento così, scrivo un genere definito tale, ma va bene così, anche la Gioconda è pop e se non fosse stata mostrata a tutto il mondo, sarebbe stata di nicchia ma comunque meravigliosa.
Non è importante ciò che siamo diventati quanto lo scoprire ciò che siamo dentro, è questo quello che vuoi trasmettere con i tuoi romanzi?
Siamo sempre in tempo per migliorare, per tornare indietro e recuperare ciò che ci siamo lasciati sfuggire nel nostro percorso, anche un po’ di umanità e di amore, la perfezione è difficile, il brutto è in tutti noi, l’importante è tendere al meglio
Chi è Roberto Emanuelli?
E’ un uomo di 40 anni che vive a Roma, romantico, che crede nel grande amore, ma che, in assenza, non disdegna il divertimento, non ho l’ambizione di apparire un angelo perfetto, questo non vuol dire che mi interessa solo il sesso, lo sottolineo perchè alcuni giornalisti lo hanno fatto e non mi è piaciuto, però non bisogna essere ipocriti, siamo tante cose, profondità, introspezione, amore, ma anche stupidità fragilità; siamo tutto: l’importante è essere sempre rispettosi verso gli altri
In qualche modo tutti i tuoi romanzi hanno qualcosa in comune, quanto c’è di Roberto nei tuoi libri ?
Di Roberto nei libri c’è tanto dal punto di vista psicologico ed emotivo se ci riferiamo alla mia vita, perciò in tutti i personaggi c’è qualcosa che mi appartiene, una parte vera della mia biografia si nota nel primo romanzo, Davanti agli occhi il resto è molta introspezione e psicologia.
Nel tuo ultimo libro, “Tua, ma per sempre“, nella prefazione hai scritto “Cosa bisogna fare per tenersi stretto un amore?” se lo chiedessi a te ?
Difenderlo, proteggerlo anche quando arriva il freddo, crederci sempre e non darlo mai per scontato e ricordarsi che un amore è sempre un miracolo e per questo va protetto.
I sogni sono importanti nella vita ma qual è il segreto per raggiungerli?
I sogni sono tutto quello che abbiamo e li abbiamo dentro da sempre, da piccoli, purtroppo quando si diventa grandi c’è il disincanto o la famiglia a volte per troppo amore non ci sprona nel realizzarli. Io non ho figli ma consiglio vivamente di insegnare e supportare i propri figli a credere in ciò che amano davvero per poi una volta grandi scoprire se questi sono davvero ciò che vogliamo.
Cos’è l’amore Roberto...
Rispondere a questa domanda non è facile. E’ qualcosa che ci fa staccare i piedi da terra, che ci fa volare, che rende tutto più magico rende tutto diverso e meraviglioso è una tela bianca che ogni volta viene dipinta in modo nuovo ma altrettanto bello
Ai lettori e alle lettrici di iCrewplay un piccolo messaggio da parte tua…
ll mio auspicio è quello di avere il coraggio di amare, in maniera profonda, la famiglia, i nostri amici, i figli, chi decide di starci vicino ma soprattutto se stessi: si parte da questo, senza questo non si può amare nulla.
Chiacchierare con Roberto Emanuelli è stato davvero piacevole tanto da non accorgerci che ormai era ora di cena, ci siamo salutati e dopo la foto di rito anche io ho avuto in regalo la sua firma sul suo libro. Prima di andarsene mi ha fatto promettere che avrei letto il libro e fatto la recensione, l’ho guardato smarrita, questa volta ha pensato bene di scrivere un romanzo di ben 500 pagine ma una promessa è una promessa!