Pietro Del Soldà a Lecce per parlare della ricchezza della cultura
Caro iCrewer, se ricordi qualche giorno fa ti ho segnalato Passaparola, un evento culturale molto speciale svoltosi a Lecce e che ha riunito diverse categorie, dall’editoria ai librai, rappresentanti della politica, delle scuole, insieme per discutere sull’importanza del libro e della lettura, vista come ricchezza culturale. Ebbene, per moderare le conversazioni l’organizzazione del Festival ha pensato bene di chiamare un ospite d’eccezione, Pietro Del Soldà, speaker radiofonico, autore e conduttore su RAI RADIO 3 di “Tutta la città ne parla“, il programma che approfondisce ogni giorno un tema d’attualità.
Il nostro giornalista veneziano non è solo questo. Sono andata a spulciare il suo curriculum e ho scoperto che la sua è una formazione di tutto rispetto.
Si è laureato nel 1999 in Filosofia alla Ca’Foscari conseguendo nel 2005 il Dottorato di Ricerca sempre in Filosofia sotto la guida del Prof. Umberto Galimberti, nel 2007 ha pubblicato Il demone della politica. Rileggendo Platone: dialogo, felicità, giustizia. Oltre a collaborare con la ONG di AMRF, insegna al corso di laurea in Editoria e Scrittura dell’Università Sapienza di Roma e nel 2018 ha pubblicato con Marsilio Non solo di cose d’amore. Noi, Socrate e la ricerca della felicità (proposto in edizione Tascabile Universale Feltrinelli) con il quale ha vinto il premio Biblioteche di Roma e il premio Leogrande, .
Potevo lasciarlo andare? Ecco cosa mi ha risposto alla fine della prima giornata di lavori…
Signor Del Soldà, intanto grazie per la sua disponibilità. Lei è a Lecce per partecipare ad una manifestazione che parla di libri e della lettura, qualcosa che, come lei ha detto all’inizio, aiuta a vivere. La sua è esperienza poliedrica, autore e conduttore, di un programma di attualità, laurea e dottorato di ricerca in filosofia, docente alla Sapienza, scrittore a sua volta, elementi importanti per dare, in questa occasione, il suo contributo, condividere il suo pensiero critico.
Io sono contento di agevolare queste due giornate di riflessione intorno al libro, dove partecipano tutti gli esponenti di questa articolata filiera fatta di soggetti pubblici e soggetti privati, dimostrando come, quando prendiamo in mano un oggetto libro, se lo spezzettiamo ci rendiamo conto che ci sono storie, competenze, riflessioni, esperienze completamente diverse che si intrecciano e che devono convergere affinchè il libro esista e poi venga distribuito e letto. La domanda con cui ho aperto la giornata oggi è “Ma la lettura è davvero un bene pubblico e perchè?” E’ una domanda non banale perchè, in effetti, la lettura è anche un atto che facciamo in privato, anzi, in qualche modo, c’è chi dice che quando è iniziato la civiltà della scrittura, il rapporto con un testo scritto è nato anche il pensiero critico la riflessione con se stessi e quindi anche l’individuo ha ottenuto un grande contributo dal la sua formazione grazie alla lettura però è anche qualcosa che appartiene alla collettività. I dati che sono stati dimostrati per esempio all’inizio di questa giornata da Giovanni Peresson, dell’Associazione Editori, indicano sulla quanto la bassa percentuale di lettori cioè di persone che legge almeno un libro all’anno nel nostro Paese va insieme con altri indici, lo sviluppo umano, la percezione della corruzione, cose apparentemente molto lontane, come dire più si legge (qui si notano differenze enormi con i paesi nordici) e più una società, nel suo insieme, funziona meglio; uno questo non lo pensa mai, ma anche la lettura di un romanzo apparentemente lontano dai nodi critici di una società politici ed economici in realtà ha molto a che fare con il suo sviluppo con il funzionamento della società.
Un dato fondamentale di cui si è discusso è l’importanza dell’educare, ma educare partendo dalla base, educando quindi i bambini, lei cosa ne pensa?
Questo è quello che ci dicono i dati relativi alla lettura dalla fascia da 0 a 3 anni e quindi, si, condivido tuttavia, perchè non si riveli un fallimento, dobbiamo considerare un’educazione che non sia una cultura tesa alla somministrazione dall’alto in basso di libri da leggere soprattutto davanti ad una platea di ragazzi che (sono sempre i dati che ce lo confermano), attingono ad una lettura che non è più soltanto quella del libro di carta ma sempre di più è la lettura frammentata fatta di contenuti vari che c’è sui social network che lo usano, da Instagram a Facebook, anche se comunque è più per grandi. Davanti a questo accesso alla lettura dei ragazzi, l’attività educativa deve essere improntata ad accogliere, all’educare all’ascolto dei ragazzi, riprogettando le biblioteche usando anche l’attività e le idee dei ragazzi, coinvolgendoli direttamente e attivamente. per apprendere ed ascoltare perchè la lettura senza ascolto probabilmente, non è vera lettura.
Cosa fa RAI Cultura e RADIO 3 per avvicinare i ragazzi alla lettura?
Io in questo caso rappresento RADIO 3 ma lo sforzo, in questo senso, con RAI Cultura è congiunto! L’obiettivo è avvicinare, fare della cultura un sapere vivo e non un bacino di informazioni da trasmettere, qualcosa di fronte alla quale l’ascoltatore nel caso della radio o lo spettatore nel caso dei programmi di RAI Cultura, si senta coinvolto, tirato dentro e non soltanto come un contenitore vuoto che sta li ad assorbire passivamente quello che viene trasmesso.
Come è arrivato a fare lo speaker in radio, dall’essere un filosofo?
E’ una lunga strada, fatta anche di tante coincidenze. La nostra vita è fatta anche di incontri fortuiti, casuali, un amore per l’oralità e per il dialogo. In realtà io ho dedicato i miei studi e i miei libri, anche il libro che ha vinto l’anno scorso in Puglia, “I presidi del libro” alla figura di Socrate, al dialogo socratico come una chiave per affrontare i problemi di oggi e mi trovo a fare un mestiere che corrisponde. In fondo faccio domande come Socrate, quindi dialogo tutti giorni.
Nella seconda giornata di incontri, questa volta, davanti ad una platea di ragazzi delle scuole, si parlerà di Plutone e Macchiavelli, perchè?
Abbiamo deciso di chiudere i lavori con una puntata speciale di un programma di RADIO 3 che si chiama Tutta l’umanità ne parla, condotto da me e da Edoardo Camurri che rivolge le grandi domande del presente ai grandi autori del passato, sentiremo cosa avranno da dirci e chi si nasconde dietro questi due nomi così inquietanti, persone molto competenti.
Un piccolo messaggio ai lettori di libri.iCrewplay,
Leggete e considerate la cultura e tutto quello che leggete come un qualcosa che ha a che fare con la vita quotidiana, non come una dimensione astratta, lontana.
Rapita… dai consigli e dalla voce suadente e molto radiofonica del nostro giornalista, ho avuto l’impressione di trovarmi, proprio davanti al filosofo greco, che ripeteva con garbo “Meditate gente, meditate”, l’ora tarda e forse la fame mi ha svegliata dalla stato catatonico e non ho potuto fare altro che scappare via, ma non prima di averlo ringraziato per la grande disponibilità e con una bella foto ricordo impressa sul mio cellulare (guai a chi me la tocca)!