Ecco a voi l’intervista a Penelope Delle Colonne, autrice di Vodka&Inferno edito Milena edizioni, dopo aver recensito il suo libro.
Autrice chiacchierata, amata e odiata… ma chi di voi la conosce davvero? Forse pochi, forse nessuno. Ma noi di iCrewPlay tentiamo di entrare nel suo mondo. Dunque, solo per i lettori appassionati, per le anime in tormento e non, vi presentiamo Penelope.
Chi è Penelope delle Colonne? Presentati ai nostri lettori.
Mi chiamano Penelope, Penelope Delle Colonne,
queste sono le mie interiora.
Amo la cucina orientale, lascio fogli e disegni sparsi in giro, prego con le ginocchia supplici, butto sale dietro le spalle, ho studiato le lettere e poco i numeri. Dicono che sono strana perché ho bevuto troppi caffè notturni in compagnia del vecchio Thomas Mann, della signorina Emily Dickinson e dello squattrinato Iginio Tarchetti Ugo. Mia sorella è la Luna, mio fratello il cielo di notte e i miei starnuti le stelle.
Parlaci di Vodka&Inferno:
Baci di Luna,
Come stai? Non molto bene, vero?
Da cosa me ne sono accorta? Dal tuo dire che stai bene. Che domanda sciocca “come stai?” come vuoi che stia? Come tutti: appesi al filo della vita con sotto una voragine pronta ad inghiottirci. Ma andiamo per gradi, non voglio parlare di me stessa, voglio parlare di Noi.
Tu dirai: noi? Non esiste un Noi.
Invece esiste perché io e te ci stiamo parlando, adesso, attraverso questi simboli chiamati alfabeto, attraverso questo linguaggio inventato da chissà chi e chissà come. Non ridere, non deridermi, sorridi invece e leggimi. Lo so che è dura e che tutto quello che stai passando non era scritto da nessuna parte e che ti senti così fragile, così strano e così paranoico mentre gli altri sono lì, piantati nelle loro certezze a girare in tondo con la loro maschera da maiali impiccati. A te sembra di vedere oltre e questa cosa ti fa star male, ti confonde i pensieri, ti arrovella le viscere. Io ti capisco perché mi sento come te. Mi sento sempre fuori dal coro, fuori dal gruppo, fuori di testa. No, non ti sto strizzando l’occhio per vendere qualche copia in più. Lo so che l’hai pensato. Io davvero ti capisco anche se mettersi nei panni altrui è sempre un po’ scomodo. Le taglie sono diverse, sai, eppure ci si può imbattere in qualcuno con lo stesso giro-vita e lunghezza d’animo. Ecco, io vorrei essere questo per te. Una con cui parlare attraverso lettere scritte in epoche lontane.
Ho scritto il Vodka&Inferno- La morte fidanzata, il primo di altri volumi, il contenitore dove si svolgono le vicende dei miei figli di carta. Leggimi un attimo, siediti un secondo, spendi due secondi della tua giornata. Respira profondamente e immagina la neve. Non quella delle terrazze di città di questo 2016 a perdita d’occhio, ma quella spessa e sicura del 1894. Immagina adesso le strade deserte, il vento che fa strumenti le ante rotte delle finestre, i sassolini che ruzzolano, i rami spogli dell’albero tesi verso l’alto chiedendo una grazia che mai arriverà. Poi improvvisamente il silenzio. Il cigolare di ruote possenti. Una carrozza nera guidata da due cavalli. Il finestrino e da dietro il finestrino un volto, anzi due: lui e un altro che spiano la notte lasciando alle tenebre il loro trionfo. E di nuovo via, si allontana il rumore delle ruote, inghiottito dal buio ed è di nuovo silenzio.
Ed è di loro due che voglio raccontarti. Di loro due e di tanti altri.
Che sia macabro, grottesco, putrido come l’acqua di Venezia e puro come la neve russa. Che sia perverso e oscenamente sacro. Che faccia chiudere gli occhi in preghiera e arricciare nasi per il disgusto. Che scuota le schiene dal torpore e sia favola di Natale e fiaba del 31 Ottobre. Che sia molesto, incredibile, immorale, abissale, umorale e lasci a bocca aperta al momento cruciale. Più forte, più veloce, poi lento e più atroce. Tra le acque salmastre e stagne, i sepolcri scoperti, e gli amori a molti indigesti. Che sia macabro, grottesco, bizzarro, strano, ironico, spensierato, romanticida, amoressico, cardiocratico, perverso, sarcastico, nero, fiabesco, mortuario, omofilo, lesbofilo, transofilo, incantato, disincantato, querulo, azzurro ciano, rosso sangue, corvino e malupino. Tarantiniano e Timburtiano. Che sia furente, inclemente. Che sia come il vento di estremo oriente. Che sia un cornuto angelo degli inferi e un infernale Crocifisso. Che sia Amore, sempre e solo Amore. Che sia, insomma, Vodka&Inferno.
Tutto qui.
Spero di non chiedere molto. E anche se molti sono contro tutto questo. E anche se molti mi detestano e il Vodka&Inferno perseguitano e molestano, sono certa che tu sarai dalla mia parte. Ti piacerà o non ti piacerà. E che prima o poi ci incontreremo e sorrideremo insieme come due scemi perché sì, io sono buffa e goffa faccia a faccia, sai?
Il mio desiderio più profondo è quello di conoscerti e di conoscervi tutti. Occhi negli occhi. Seduti ad un tavolo su una terrazza. Caffè e biscottini cosparsi di zucchero a velo. Qualcuno reciterebbe poesie mentre le lunghe code dei gatti ci sfiorerebbero le caviglie.
Non credi che sarebbe perfetto? Mi piacerebbe incontrare quelli come te, quelli rotti dentro proprio come me. Almeno per una volta ci si potrebbe sentir parte di un tutto. Almeno per una volta ci sarebbe qualcosa a legarci. Forse il dolore genera amore oltre che orrore e distruzione. Forse… forse sì… ma forse…
Forse è giusto così.
Non sentirsi mai parte di niente. Né di quelli da ballo e nemmeno di quelli seduti ai lati.
Forse è giusto così.
Nell’ingiustizia feroce dell’universo tutto.
Vogliamo essere sinceri con i nostri lettori, i tuoi romanzi sono un “genere” che non è adatto a tutti, ovviamente, precisiamo sempre che se è un tipo di lettura non gradita, le persone possono fare a meno di acquistare e lasciare da parte commenti inutili. Ti è mai capitato di ricevere commenti negativi o addirittura insulti riguardante ai tuoi romanzi e il genere scritto? Se sì, come hai reagito?
Che importa se il campo è perduto? Non tutto / è perduto; la volontà indomabile, il disegno / della vendetta, l’odio immortale e il coraggio / di non sottomettersi mai, di non cedere: che altro / significa non essere sconfitti?
J.Milton, “Paradiso Perduto”, Libro I, vv. 105-109
Mi piacerebbe che la tua esperienza sia di esempio. Cosa diresti a degli autori emergenti che vogliono provare a cimentarsi in questo “genere” (specialmente quello LGBT) e hanno timore dei pregiudizi?
Che preparino scudi e spade.
La letteratura LGBT sta esplodendo in questo periodo e credo sia una cosa positiva per aiutare a distruggere finalmente certi “muri”. L’amore non ha pregiudizi né limiti e l’anima non ha sesso. Dunque ti chiedo, il tuo inserire il tema LGBT è un atto voluto o i personaggi hanno “scelto” la loro strada?
Ho sempre voluto essere una etero trans gay con possibilità di accoppiamenti androgini e un apparato ermafrodita da saffica bisessuale.
Citazione o frase preferita del tuo “Vodka&Inferno”:
Dio benedica i baci rubati, furenti e stonati. Gli sguardi codardi, le fughe, le attese e i “ti odio” bugiardi. Le mani che frugano, cercano, trovano, perdono, le bocche che pretendono e quei morsi sulla pelle come a voler dire: tu sei roba mia.
C’è un personaggio in cui ti rispecchi di più?
Tutti loro sono me e il contrario di me.
Hai un autore preferito?
Pierre Niney. Mi piacciono le sue palpebre.
Letture preferite?
Tante e misteriose.
Prima di chiudere vuoi dire qualcosa in particolare in sulla tua saga? Convinci i lettori a immergersi nella magica e fredda Soroka.
Chi ama capirà.