Intervista a Mao Medici, non uno scrittore, non un cantautore ma un meraviglioso narratore “polistrumentista”.
MAo Medici è un mio amico. E mi sembra doveroso dirlo subito in base al rapporto di schiettezza e fiducia che intendo stabilire con i lettori che si avventureranno in questa lunga ed appassionante intervista.
Ho conosciuto MAo circa due anni fa, entrambi facevamo parte della giuria di un concorso canoro, lui in qualità di musicista, io in qualità di speaker radiofonico. Da quella sera le nostre strade si sono intrecciate poche volte, a dire il vero, ma lo stima reciproca è lievitata costantemente tanto da non escludere ogni forma di collaborazione futura.
In queste ultime settimane ho letto i suoi due libri, de Il giorno dei doni ne ho già parlando presentandolo come un testo per bambini ideale anche per i grandi, Volo pindarico è invece una commedia romantica (come la definisce l’autore) che è l’altra metà del cielo di un disco. Ma non vi anticipo nulla, sarà lo stesso MAo a raccontarci tutto in questa lunga intervista.
ICrewer MAo Medici è un personaggio fuori dagli schemi, un cantautore, ma che dico cantautore, uno scrittore, ma che dico scrittore, un cantastorie, ma che dico cantastorie, un narratore… insomma armatevi di qualche minuto di tempo ed entrate nell’eclettico mondo di questo indefinibile e insaziabile artista.
Ciao Mao e grazie per avere accettato di rispondere alle mie domande. Tanto per iniziare partiamo dal tuo nome d’arte. Immagino che Mao sia il diminutivo del tuo nome, e perché sui tuoi libri, ma anche sui tuoi dischi, appare scritto “MAo” con anche la A maiuscola?
Ciao Stefano e ciao agli amici di libri.iCrewPlay
Il mio non è un nome d’arte. Lo racconto ogni volta che mi si chiede. È il mio nuovo nome. Scelto. Deciso.
Il nome che avevo, che era Maurizio, non mi apparteneva più. Il Maurizio del passato era una persona che non mi piaceva, che non riusciva ad affrontare quello che gli era capitato. Non che fosse un debole, non lo sono mai stato ma, quella volta, la vita aveva vinto la battaglia lasciando dentro me cicatrici profonde. “Quel” Maurizio aveva preso una strada piena di rabbia che lo stava logorando.
Ora, ti dico che tutto è stato necessario e che ho tratto tutto l’insegnamento possibile da ciò che mi è capitato. Non sarei chi sono oggi e non avrei coscienza di me.
Ho imparato ad “apprezzare” ciò che mi è successo. Ho fatto pace con il mio passato.
Niente di illegale. Tutto a livello emotivo che ha portato pesanti ripercussioni anche a livello economico nonché familiare. Niente legato a sostanze o altro. Solo la vita. La semplice via che ha ognuno di noi e che per ognuno è differentemente uguale ed ugualmente differente.
È come la pizza: del tutto soggettiva.
Ero un ragazzino catapultato in un mondo che non gli apparteneva, non sapeva minimamente come muoversi. Lo avevano buttato lì… E non sapeva cosa fare…
Una sera decise di svegliarsi dal quel limbo
(“Svegliati svegliati svegliati…” cit Volo Pindarico)
E decise di affrontare a testa bassa tutto quello che gli sarebbe capitato ma sempre con il sorriso. Doveva credere a quel “nuovo mondo” perché era tutto reale. Era la sua nuova realtà.
(“Svegliati… E credici…” cit. Volo Pindarico)
Da lì mi dissi: “ok, fino a qui è andata così… Ora diamoci una mossa”
Decisi che avrei risposto solo al nome di MAo che mi passava solarità, allegria, semplicità.
MAo con la A maiuscola perché “con i Se e con i MA la storia non si fa”. Ossia gli eventi sono determinati da ciò che è stato compiuto e non da ciò che sarebbe potuto succedere se fosse stata fatta una scelta piuttosto che un’altra. Quindi per ricordarmelo bene mi sono tenuto il MA in bella vista. Proprio per dirmi “quello è, non si cambia: i ma non servono…”
Quel detto me lo ripetevo sempre quando tornavo con la mente agli eventi. Ecco svelata la A maiuscola nel nome.
Poi, ricorda anche il gatto. E il gatto fa sorridere e io vorrei quello: far sorridere…
Possiamo definirti un artista a tutto tondo? Scrivi musica, suoni, canti e scrivi libri. In quale di queste discipline ti riconosci maggiormente?
Forse un tondo a tutto artista 😀
Mi imbarazza molto definirmi artista… Anche perché la figura dell’artista mi rimanda a nomi come Brunelleschi, Michelangelo e affini… Quelli sono artisti a mio avviso. Non io…
Quindi, no… Non sono e non mi sento un artista…
Per quanto riguarda il cantare… Nemmeno… Non sono un cantante, lo dico sempre, io racconto… Sono un narratore.
Penso che tutto ciò che hai elencato sia parte di me, quindi credo di riconoscermi in ognuna di esse, non c’è una che preclude l’altra. Sono tutte sfumature che delineano a carboncino il mio “essere me”. Necessarie e indispensabili.
Noi qui su libri.iCrewPlay ci occupiamo di libri, quindi darò risalto al tuo lato di scrittore, anche se tu tieni spesso a precisare che non sei uno scrittore. Dal mio punto di vista, è scrittore chiunque getti delle parole su un foglio inizialmente bianco, quindi anche fare il cantautore è in un certo senso fare lo scrittore. Ti ricordi quando è nata la tua passione per la scrittura, o più ampiamente, quando ha iniziato a bruciare dentro di te il bisogno di fare arte?
Ho sempre scritto. In segreto. Su dei fogli. Caotico. Confusionale. Fu la mia professoressa di italiano ad accorgersi della mia scrittura. Mi disse una frase, correggendo un mio tema, che ancora oggi porto con me:
“Tu scrivi come se ti rivolgessi ad una platea. Non è un male. Ma prima, scrivi per te. Quando riuscirai a farlo sarà la platea a volerti ascoltare”
È una cosa che mi porto nel cuore.
Decise di farmi partecipare ad un concorso di poesia. Pazza, pensai ?
Mi chiese cosa amassi. Risposi che amavo il mio cavallo, Mistral.
“Scrivi di lui, scrivi su quello” mi disse, “ma scrivi per te”
Quel concorso lo vinsi. Da lì cominciai ad avere il “mio” modo di scrivere che è quello che oggi senti nei miei brani.
Quando un paio d’anni fa ho vinto un concorso musicale ricevendo oltre al premio della giuria e al primo posto anche una menzione speciale ai testi da un nome della musica italiana quale Omar Pedrini, e quando Antonio Silva (premio Tenco) ha paragonato il mio raccontare storie a Guccini e De Andrè ma avendo uno stile tutto mio… ho pensato subito alla mia professoressa… e ho ripensato a quella mia prima poesia…
Ero davvero commosso…
Ho letto il tuo libro per bambini “Il giorno dei doni”, come ti è venuta l’idea di scrivere proprio una favola per i più piccoli?
In realtà, il racconto non è per i bambini, come dice la cara amica Lu Colombo (cantante italiana Maracaibo, Rimini Rimini, Ce la farò ndr)
È un racconto adatto anche agli adulti.
Il fatto della storia è che volevo avere un qualcosa di mio da leggere a mio figlio. Per lasciargli un qualcosa. Una sorta di regalo, un domani, per i suoi bambini. I miei nipotini…
Ed è tutto legato agli affetti.
Il nome del protagonista è basato su mio nipote Mattia (ora ha 18 anni!) era piccolino ai tempi… Questo fa capire quanta gestazione ha avuto questo racconto.
Per renderlo più piacevole decisi di illustrare il tutto. A quel tempo, mio figlio Gioele, ancora non sapeva leggere.
Passato un anno cominciò a leggere lo stampatello maiuscolo. Da lì decisi di stampare il libro in stampatello maiuscolo per aiutare anche i più piccoli a leggersi la loro storia. Magari leggendola a mamma e papà.
Ora mio nipote é grande, suo fratello, Federico, anche… e Gioele legge il minuscolo e il corsivo.
Comunque l’ho stampato.. Meglio tardi che mai ah ahahahah
Ci riassumi in poche parole la trama del libro e l’insegnamento che hai trasmesso ai piccoli lettori?
L’insegnamento lo devi percepire leggendo il libro.
Mica posso bruciarti il finale spoilerando (come parlo da giovane ahaha) sulla morale. Anche perché se cito la morale capisci come va a finire.
È una storia di un re, di un desiderio, di un cervo e di un principe un po’ egoista…
Una storia sui valori che oggi si stanno un po’ perdendo.
Basta.. non posso aggiungere di più!
E’ una storia che riporta molto al periodo natalizio. Perché proprio Natale? Che significato ha per te quel giorno?
In realtà non ha nulla a che vedere con il Natale se non con la parola “Doni”. Non ci sono paesaggi innevati, alberi addobbati, regali sotto di essi… Ha un rimando natalizio perché ha quel sapore lì. La storia di Natale che non sempre è sul Natale. La bellezza dello stare in famiglia.
Rimanda molto al Natale il brano che si ha in omaggio acquistando il libro: “Ricordi“.
Quello sì è sul Natale.
L’uscita era prevista per il periodo natalizio, slittata poi a causa di distributori oberati in quel periodo dell’anno. Il brano RICORDI è nato da una domanda che mi ha fatto mio figlio: “Com’era il Natale quando tu eri piccolo?”
Il testo della canzone è il mio racconto a Gioele. Il mio Natale. Un periodo per me molto importante. Lo stare in famiglia. Quella che a me è venuta a mancare ad un certo punto. Come in ogni persona, il Natale porta con sé aromi, suoni. Una sorta di Atlantide. La città sommersa. Ogni tanto torna un qualcosa che fa nuovamente parlare di lei. Così è il Natale, ciclicamente porta con sé un qualcosa che ti fa riaffiorare dei ricordi… Soprattutto se ti manca qualcuno o se è venuto a mancare, il Natale ha una potenza emotiva disarmante.
Voglio che mio figlio viva ogni Natale. Voglio viverli insieme a lui. Anche per quelli che a me sono stati negati…
Mi dicevano che ero “grande”… ed era vero… Però da “grande” capisci… e ricordi anche il mancato ricordo…
E’ vero che con Omar Iannuzzi, l’illustratore del libro, non vi siete mai conosciuti di persona? Come è nata allora questa collaborazione, a mio avviso ben riuscita?
È verissimo! Abbiamo collaborato tramite whatsapp e mail!
Ad oggi non ci siamo ancora incontrati. Ma succederà presto.
È nato tutto per un muoversi di fili casuale.
Una sera ero al “Cicco Simonetta” di Milano per esibirmi. Oltre a me c’erano altri artisti. Una di questi era Eleonora Pisati (in arte Leanò). La ascoltai perché Lea ha un timbro di voce pazzesco (Dolores D’Orian – Cranberries) e canta in italiano e faceva inediti. Io faccio solo inediti e apprezzo molto chi fa lo stesso.
Fuori dal locale scambiammo due chiacchiere. Tempo dopo avevo una data al MEMO Restaurant Music Club di Milano. Chiamai Eleonora chiedendole se avesse piacere ad aprirmi la serata con qualche brano. Accettò volentieri. Dopo il sound check andammo a mangiare qualcosa. Al tavolino mi chiese quali altri progetti avessi in cantiere. Le dissi che stavo terminando un racconto ma cercavo un illustratore. Ricordo che estrasse il cellulare e mi disse “Guarda qui”. Su Instagram mi fece passare delle immagini. Il tratto mi colpì subito. Quel ragazzo aveva una capacità fantastica. Le chiesi di mettermi in contatto. Così fu. Poco dopo proposi il tutto a Omar. Ne fu entusiasta. Divisi il racconto in piccoli versi. Omar illustrò le parole nel modo in cui io le vedevo. Era incredibile. Forse ho consigliato cosa disegnare in due/tre tavole… Ma tutto il resto è interpretazione sua. Ed è qualcosa di davvero magico.
“Il giorno dei doni” non ha vita facile…
Essendo autoprodotto è malvisto da librerie e scrittori… Una sorta di lobby. Un circolo. Forse con un pizzico di pregiudizio… Ma i feedback sono molto buoni.
Ho altre cose in mente per lui… Crescerà… E diventerà molto forte…
Ho letto anche l’altro tuo libro “Volo Pindarico”, un ‘esperimento’, se mi consenti il termine, molto particolare. Il libro è una sorta di depandance di un disco. E viceversa. Ci spieghi meglio questa idea?
Parti dal presupposto che non sono del tutto registrato. Il disco “Volo Pindarico” ha in sé una storia raccontata attraverso le tredici tracce della track list. Ascoltando i brani si delinea una strada ben definita. L’idea dei concerti mi è sempre piaciuta ma volevo un qualcosa di differente. Quindi ecco l’idea. Scrissi degli incipit per ogni canzone del disco. Questi spunti davano una cornice al testo, attenzione, non spiegano perché e per come fosse nata la canzone. Inseriva semplicemente un contesto a quello che ti stavo per “cantare”. Era come se fosse una cornice definita con una tela bianca. Il colore ed il contenuto gli avresti inseriti tu ascoltando la canzone Interpretando a tuo modo il mio scritto.
Ecco l’idea… Perché non unire tutti gli incipit? Sono un po’ corti… Perché non li approfondisco uno ad uno? Gli incipit divennero capitoli. I capitoli formarono il romanzo. Il libro prese il titolo di “Una Commedia Romantica”. La storia del libro è quella che ti racconto attraverso le canzoni del disco.
Puoi apprezzarle anche singolarmente ma se ascolti attentamente il disco con i suoi testi e poi leggi il libro, o viceversa, percepisci tutto molto meglio. Sono simbionti.
E non dimentichiamo che il libro è diventato anche un audio libro musicato da me con voci di amici dello spettacolo e non… A breve uscirà!
Dopo di quello volevo nuovamente un qualcosa di diverso…
Da lì è nato il progetto del “live teatrale” scritto e diretto da me. Una sorta di spettacolo basato sul romanzo “Una Commedia Romantica” che ha debuttato a dicembre del 2018. Abbiamo fatto una data anche a Bovisio Masciago l’8 giugno di quest’anno. A settembre saremo vicino a Bergamo. Poi vedremo dove riusciremo a metterlo in scena. Senza tralasciare i concerti ovviamente.
Come si svolge lo spettacolo teatrale? Essendo tu un musicista, che spazio c’è per le parole parlate e scritte?
Innanzitutto bisogna venire a vederlo. È stato definito “Un nuovo modo di proporre musica” che è divenuto lo slogan dei manifesti. Non faccio trapelare nulla, sai come funziona nel teatro. Bisogna esserci. Però ti posso dire che mi vedrai in più vesti, anche monologhista. E non sono solo. Con me ci sono i fidatissimi “friendS” Matteo Luraghi al basso, Andrea Meloni alle percussioni, Vito Emanuele Galante alla tromba con la partecipazione di Raffaele Cappelletti. Ci sono gag, risate, riflessioni. C’è anche spazio per i bambini ed è uno spettacolo adatto anche a loro. Il tutto è in continua evoluzione. Quindi se lo vedi due volte, magari a distanza di un paio di mesi, non vedrai mai lo stesso spettacolo.
Che differenza c’è tra scrivere una storia e scrivere una canzone?
Se lo chiedi a me… Nessuna. Le mie canzoni sono storie. Le mie storie sono diventate canzoni. Dico sempre: “suono quel che sono e sono quel che suono”
Ogni canzone ha una storia. Ogni storia ha una canzone. Magari non te la racconta ma te la fa vivere. A mio avviso sono strettamente correlate. Sono binari paralleli che, paradossalmente, si diramano e si incrociano all’infinito.
In “Volo Pindarico” racconti davvero la tua vita. La tua esperienza personale. E’ incredibile la facilità con cui condividi con il lettore i tuoi momenti felici ma anche quelli drammatici. E’ così facile mettersi a nudo attraverso la scrittura?
Sottolineiamo che il “mettersi a nudo” è metaforico… Altrimenti i lettori si immaginano il tutto e gli si blocca la digestione ???
Non penso sia facile. Almeno… Forse… A me riesce naturale… Ma fondamentalmente perché credo (parlo delle cose drammatiche) di aver accettato tutto. Non penso di avere cose irrisolte o rimpianti. (Preferisco avere rimorsi che rimpianti).
Se tutto è parte di te. Se tutto, nel bene o nel male, ti ha insegnato un qualcosa, perché dovresti avere difficoltà a descriverlo o condividerlo? È quello che sei. Una volta che sei sereno puoi affrontare qualsiasi tematica.
Sinceramente non ho nessuna reticenza a raccontare il mio vissuto. Ma perché? Perché inizialmente, tutto quello che scrivo, lo scrivo per me. È come se raccontassi a me stesso, con una visuale isometrica, quello che sto scrivendo. Come una sorta di diario. Nel Cloud. Il mio Cloud sono le persone. I “miei dati” avranno sempre un backup finché ci sarà un qualcuno che ascolta o legge il mio inchiostro. Sono lì… Al sicuro…
A detta di molti, Volo Pindarico, è il miglior testo che abbia mai scritto ed è stato scritto quando io ho fatto pace con tutto. È uscito così, ero seduto su di una panchina, non avevo neppure la chitarra… Mi si sono palesati melodia e testi nel medesimo istante… E ho ripreso a respirare a pieni polmoni… Non so come… Ma mi sentivo sollevato e non avevo più alcun peso ad opprimermi.
Perché non raccontare questo? Che tipo di riserva dovrei avere?
Io lo urlo, fortissimo: sorridi e fan***o!
Non dico di essere superficiali, assolutamente. Dico di respirare, di non sprecare energie nella rabbia e nella frenesia della vita. Concentriamola invece in ciò che ci fa stare bene, le cose miglioreranno se vanno male e, da lì, impareremo un qualcosa. Lascia fluire. Respira. Sorridi. Goditi le persone e gli affetti.
È difficile, lo so, tutto intorno ti vincola a dei protocolli ufficiosi dettati da chi ti affanna. Però… Prova… Tanto… Se le cose devono andare male… Andranno male sia che ti arrabbi o meno… Quindi tanto vale sorridere ed affrontare il tutto con caparbietà e lucidità. O no?La rabbia ed il risentimento logorano e offuscano tutto.
Stai lavorando a qualche altro progetto? Un nuovo disco? Un nuovo libro?
La risposta è sì! Però sai che divulgo sempre poco prima del tempo. Partiamo dal disco che è già fatta notizia.
Come ben sai il nuovo disco “Lo spaventapasseri” è in piena campagna di crowdfunding ossia una racconta fondi. Per chiunque contribuirà con vari importi (si parte da un minimo di €10) si hanno come ringraziamento delle “RICOMPENSE” come ad esempio il nuovo disco in anteprima. Oppure i miei libri, i vecchi dischi, magliette, biglietti per gli spettacoli in teatro, concerti a casa tua con cena e molto altro. Per tutte le tasche. È un coinvolgimento che mi piace. Condividere con le persone la crescita e la realizzazione del disco. Renderle parte del progetto. Conoscerle, chiacchierare, farle diventare parte delle mie storie… Siamo al 60% della cifra necessaria al momento per raggiungere l’obbiettivo di €1500.
Manca poco…
Chi volesse contribuire può visitare la pagina MAo Medici Crowfunding
Lì troverete gli importi e le descrizioni delle varie RICOMPENSE.
PICCOLO SPAZIO PUBBLICITÀ FINITO ahahahah
Continuiamo..
Al momento ho un nuovo singolo in uscita. Ho un nuovo libro in fase di correzione bozza. Il singolo e il libro saranno come il racconto illustrato e il singolo RICORDI… Legati tra loro.. mi piace creare questi intrecci..
Praticamente ho un altro disco pronto perché continuo a scrivere mannaggia a me… Nel frattempo sto terminando altri 4 libri.. Due thriller, un fantasy e uno attuale. Mi sto muovendo per fare crescere il racconto illustrato espandendo le possibilità ed evolvendolo in altre situazioni..
Ho in mente n un format televisivo… Ma è impegnativo… piano piano sto mettendo i tasselli.. non ho mai fretta. Sto scrivendo un nuovo tipo di intrattenimento legato sempre alla mia musica ma in un contesto del tutto innovativo.. Ho in mente una rivisitazione di alcuni brani in una chiave del tutto diversa. È in fase di definizione, ci siamo quasi..
Sicuramente tra qualche mese avrò qualche altra idea folle… Ma ormai mi conosci caro Stefano
Non è che tra un po’ ti scopriamo anche pittore?
Guarda… Disegno benino a mano libera… Avevo fatto alcune tavole per la Disney… Erano piaciute ma non avendo attestato artistico non ho potuto andare a lavorarci..
La pittura lasciamola agli artisti .. quelli veri ☺️
Dove o come si possono acquistare i tuoi libri?
Il libro “Una Commedia Romantica” versione cartacea lo si può trovare online solo sul sito di BandCamp, oppure potete contattare direttamente me tramite Facebook, Instagram o sito web. Se siete vicini, ve lo porto di persona. C’è anche in versione E-book (che non amo particolarmente ma c’è chi li apprezza) in tutti gli store digitali.
Per quanto riguarda il racconto illustrato “Il Giorno dei Doni” lo si può acquistare presso la libreria “IL LIBRO È” di Lissone, via Loreto. Il libro è ordinabile in tutte le librerie. Anche per questo, se volete, potete contattare me direttamente. Oppure potete visitare gli store: Mondadori, IBS, Libreria Universitaria, Amazon (con servizio Prime). A breve sarà disponibile anche su Feltrinelli.
Però se contattate me è più bello perché almeno facciamo quattro chiacchiere ?
Concludendo e ringraziandoti per la disponibilità ti chiedo cosa farai questa estate. Un po’ di ferie o il criceto nella gabbia della creatività continuerà a correre a più non posso nella tua testa?
Sgnik… Sgnik… Sgnik…
Io ringrazio vivamente MAo per la disponibilità e per la loquacità con cui ha risposto alle mie domande. Vi invito ad andare a fare un giro sul suo sito ufficiale www.maomedici.it per scoprire davvero un artista che merita tante attenzioni.