Caro iCrewer oggi ti propongo una piacevole chiacchierata con l’autrice Claudia Funiciello, giornalista e docente brianzola che recentemente, nel mese di Gennaio, è uscita con il suo nuovo romanzo Aenigma. Per aspera ad astra edito da A.Car Edizoni.
Intanto devo, come sempre, essere trasparente con te che leggi le mie parole e dirti che Claudia Funiciello è una mia amica, o meglio, è una autrice che vive dalle mie parti con la quale ho incrociato più volte il mio lavoro. Non per nulla, nei ringraziamenti del mio ultimo libro compare il suo nome per via di alcuni consigli e di alcune dritte che mi ha fornito in fase di organizzazione dell’opera.
Claudia Funiciello è una scrittrice di Thriller, Noir, Thriller psicologici che non le manda certo a dire. Nei suoi romanzi la crudeltà della mente umana emerge attraverso i serial killer che di volta in volta minacciano la tranquillità della Brianza, terra che fa spesso da contorno alle vicende. Grazie a questa intervista scopriamo cosa la spinge ad affrontare sempre questo genere letterario e sopratutto andiamo a capirne di più sulla sua ultima fatica: Aenigma. Per aspera ad astra
Buona lettura:
CLAUDIA FUNICIELLO: L’INTERVISTA
Ciao Claudia e grazie per avere accettato di prendere parte a questa intervista. Ci dici brevemente chi è Claudia Funiciello?
Una donna tenace che non si ferma finché non ha raggiunto i suoi obiettivi, ma al contempo fortemente empatica, sensibile e legata ai valori di una volta.
Una donna che ha inseguito fin da bambina le proprie passioni, coltivandole: l’insegnamento per educare al Bello e per aiutare gli adolescenti (i futuri cittadini di domani) a sviluppare un proprio pensiero critico; la scrittura in tutte le sue forme, dalla cronaca giornalistica al romanzo.
Come è nata la tua passione per la scrittura? Da dove arriva ?
Arriva da molto lontano, dalla mia infanzia. Sono sempre stata attratta dai libri. Prima di imparare a leggere guardavo le figure, passavo ore e ore a sfogliare l’enciclopedia “Conoscere”, quella con la copertina in velluto rosso e il titolo dorato, o chiedevo agli adulti di dirmi cosa c’era scritto.
Dopo avere letto il mio primo libro in autonomia (Il piccolo principe), ho sentito la necessità di raccontare storie, di raccontarmi.
Ancora conservo con gelosia i temi delle scuole medie e rileggo, a volte, con piacere i commenti del mio professore di Lettere.
I tuoi romanzi sono tutti dei Thriller – Noir, perché questo genere?
Amo il thriller, soprattutto quello psicologico, perché mette a nudo il lato oscuro che ognuno di noi, inconsciamente, ha.
Non escludo che possa essere stata influenzata nella scelta di questo genere anche dall’avere frequentato il Liceo Socio – Psico – Pedagogico e dal giornalismo, che mi ha permesso di seguire in prima persona episodi di cronaca nera e di lavorare a stretto contatto con le Forze dell’ordine.
C’è una componente oscura dell’animo umano che ti incuriosisce e affascina?
Sì, lo dicevo prima. Penso che Socrate avesse ragione nel dire che la cosa più difficile è proprio “Conoscere se stessi”.
A volte si compiono o si vedono compiere azioni ritenute impensabili da parte nostra o dei nostri conoscenti, eppure avvengono.
Da lì dovrebbe scattare un’introspezione per dare risposte al perché di certi gesti e per migliorarsi in un confronto costruttivo. Una domanda torna spesso: perché invece di essere solidali ci feriamo a vicenda? Il dibattito è ancora aperto. Non a caso il killer di Aenigma è un Procuste dei tempi moderni”.
Veniamo appunto al tuo ultimo libro. Due parole sul titolo?
Aenigma perchè è un rompicapo fino alle battute finali e perchè ogni personaggio della storia vive un dramma interiore al quale non riesce a darsi una risposta.
Per aspera ad astra perchè la protagonista, il maresciallo dei carabinieri Silvia Favilli, dovrà passare attraverso diverse difficoltà prima di dare un volto al folle assassino che circola per la Brianza e di ritrovare la voglia di vivere.
Caratteristica dei romanzi di Claudia Funiciello è che i luoghi che fanno da contorno alla vicenda sono tutti in Brianza. Quanto è importante per te collocare le tue storie sul tuo territorio?
Il mio territorio rappresenta le mie radici e lo amo. E’ entusiasmante farlo conoscere anche ai lettori nella sua bellezza, ma anche nelle sue contraddizioni, a mano a mano che lo scopro anch’io.
In Aenigma porterò il pubblico al castello di Vezio, nell’ex manicomio di Mombello (Limbiate), ma anche nei luoghi dei Promessi sposi (Pescarenico, Lecco), fino a Civate e al lago Branchino.
In realtà, in tutti i miei libri parto dalla Brianza per approdare poi in tutta Italia. Nell’ultimo c’è ad esempio anche una parte dedicata ad Imperia con la sua stupenda ed esoterica villa Groch.
È forse la Brianza una terra dove si manifestano situazioni così macabre e spiacevoli?
No. Purtroppo la cronaca nera è all’ordine del giorno un po’ ovunque. Siamo in un periodo storico difficile nel quale manca di frequente il rispetto reciproco e nel quale la vita umana ha perso valore. Mala tempora currunt!
Cosa ispira le tue storie? E i tuoi personaggi?
La realtà. La vita. La quotidianità. Sono un’attenta osservatrice e mi viene naturale cogliere e memorizzare dettagli che poi mi permettono di creare le trame dei miei romanzi. Spesso tutto parte da relazioni umane, nella maggior parte dei casi complicate, che ho potuto vedere con i miei occhi anche grazie alla professione di giornalista.
Quando hai iniziato a scrivere questo romanzo avevi già chiara tutta la vicenda, compreso l’epilogo, o sei partita da una idea che è poi andata via via rivelandosi?
No. Avevo in mente i luoghi dove avrei tessuto la trama; avevo in mente la protagonista con tutti i suoi drammi interiori e il suo carnefice, ma non l’intera vicenda.
La storia è nata con la scrittura stessa, pian piano …”.
E’ il tuo quinto romanzo. Come è cambiato nel tempo il tuo modo di scrivere?
Una domanda alla quale dovrebbero rispondere i lettori stessi. Lo stile, a mio avviso, è sempre asciutto, giornalistico, attento a evocare emozioni e suggestioni in un crescendo adrenalinico.
Ho, però, posto più attenzione alle tematiche affrontate. Aenigma, infatti, vuole essere, oltre a un noir, un punto di riflessione su tutte le forme di violenza che purtroppo caratterizzano la nostra società.
Una violenza che spesso colpisce i più fragili.
Una violenza che vede coinvolte sempre più donne, chiamate a difendersi da umiliazioni psicologiche, manipolazioni, percosse, ghosting, stereotipi di genere, rivalità e narcisisti perversi per portare a casa la pelle e mantenere un’integrità mentale.
Violenza che passa attraverso l’uso di stupefacenti, ma anche tramite: i Social, un linguaggio denigratorio e volgare o una cattiva informazione che apre inutili e pericolose cacce alle streghe.
E il tuo modo di percepire e quindi di convivere con la storia che prende forma nella tua testa?
Forse è diventato meno personale, più distaccato e oggettivo affinché ognuno possa identificarsi nei personaggi e nella vicenda.
Cosa ci dobbiamo aspettare leggendo questo romanzo?
Di tutto. Aenigma non sarà semplice da “digerire” proprio per le problematiche affrontate.
Non bisogna dare nulla per scontato scendendo con la protagonista in un vero e proprio girone infernale.
L’unico modo per tornare a vedere le … stelle.
Claudia Funiciello è anche insegnante e curatrice di corsi di scrittura. Come si influenzano le due figure? Cosa dà l’insegnante alla scrittrice e viceversa?
Fanno parte della stessa medaglia. Entrambe basano tutto sulla curiosità e sull’exotopia, uno studio dell’essere umano attento a capire che “ognuno di noi ha una cornice propria”, utile sia per insegnare che per scrivere.
Cosa ne pensi del movimento letterario che c’è attualmente in Italia?
Troppi titoli e pochi lettori. Le statistiche parlano chiaro. Per cambiare le cose dobbiamo abituare le nuove generazioni ad amare la Cultura in tutte le sue forme.
Secondo te si usa ancora leggere i libri, o i social network che prima citavi hanno sostituito anche questo?
No. Per fortuna i Social non hanno eliminato l’amore per la lettura. Il vero lettore, quello che ama la carta stampata, la sua consistenza e il suo profumo, per fortuna esiste ancora.
Concludendo, e ringraziandoti, hai già nuove idee per il futuro o sei solo concentrata sulla promozione di questo neonato?
Ho sempre un sacco di idee per la testa. Non escludo una nuova avventura del maresciallo Silvia Favilli.
Da anni, però, il mio editore Amos Cartabia mi punzecchia affinché io scriva una bella storia d’amore.
Che dire? Amo sperimentare nuove strade, mai dire mai ….
Però così mi servi sul piatto d’argento l’ultima domanda. Come si può passare dalle atmosfere cupe di un Thriller alle armonie di un romanzo d’amore?
Beh in realtà l’uomo si divide fra Eros e Thanatos, per usare una dicotomia freudiana, ma in realtà ha bisogno solo di amore puro e incondizionato, solo che fatica ad ammetterlo pure a se stesso, come ben insegna Egdar Morin. Per cui si deve tendere a passare a storie armoniose. Del resto anche nel Noir i personaggi amano, ma poi davanti alle delusioni si fanno risucchiare dal loro lato oscuro.
Grazie dunque alla brava Claudia Funiciello e sopratutto a te lettore, che sei arrivato fin qui rapito da citazioni e rimandi alla mitologia greca. Converrai con me che ne è valsa la pena e che la curiosità di leggere questo romanzo ormai è viva e vegeta nel nostro animo.