Ciao Edy,
Ciao Maura, grazie di avermi invitata in questo spazio pieno di libri e di tutto il tempo che hai dedicato alle mie storie!
Questa chiacchierata arriva dopo aver letto la tua serie Sulle punte e il romanzo scritto a quattro mani con Gloria Brolatti Non c’è gusto senza te.
Scrivere a quattro mani quanto ti ha dato e quanto ti ha tolto. Un’esperienza che rifaresti?
Scrivere Non c’è gusto senza te con Gloria Brolatti è stata un’esperienza molto piacevole, che mi ha fatto provare un nuovo modo di raccontare. Di sicuro due cervelli, quando sono in sintonia, lavorano meglio di uno e certe idee a me non sarebbero mai venute in mente senza di lei. Ci siamo divertite, abbiamo trascorso tanti pomeriggi a “confabulare” e quando poi mi ritiravo davanti al computer lo facevo con una sicurezza diversa, dettata dal fatto che non ero sola. Quindi direi che è stato sicuramente un esperimento positivo. Ma per il momento rimane un episodio, perché abbiamo entrambe i nostri progetti personali da portare avanti. In futuro, chissà!
L’idea di Non c’è gusto senza te è stata influenzata da tutti i programmi di cucina che ci mostra la TV?
Assolutamente! Vediamo sempre questi chef capaci, talentuosi, magari un filo arroganti… così, anni fa, quando un blog mi aveva chiesto di scrivere un racconto per San Valentino, avevo raccontato la storia di uno chef e di una foodblogger che avevano visioni opposte della cucina e che si ritrovavano a gareggiare in una sfida televisiva. Questo è stato il cuore che ha portato alla creazione del romanzo, quando ho incontrato Gloria e insieme abbiamo decido di fare questo esperimento di collaborazione creativa.
In cucina sei più Caterina, Massimiliano o la simpatica casalinga?
Un mix direi! Quando sono in vena, darei del filo da torcere anche a Massimiliano; quando ho avuto una giornata no, benedico i surgelati come Caterina. Quella a cui assomiglio di meno è Anna, la casalinga. Lei è decisamente molto più saggia di me!
Passiamo alla serie Sulle punte, anche se conosci la risposta ti rifaccio la domanda per i nostri lettori: perché la danza classica alla base dei romanzi?
Ho sempre amato la danza, sin da bambina, e l’ho studiata per quasi vent’anni. Purtroppo non possedevo il talento per farne una professione e così, quando sono diventata mamma ho appeso le scarpette al chiodo. Ma quando ho scritto il mio primo romanzo, ho voluto dedicarlo proprio a questa mia passione. Inoltre, all’epoca, era un contesto abbastanza inconsueto per una storia d’amore. I film anni Ottanta erano caduti un po’ nel dimenticatoio, perciò ho potuto accendere, letteralmente, i riflettori, su questo mondo non proprio protagonista delle storie d’amore.
Tra Nadia e Arianna chi ti è più piaciuto durante la stesura? E tra Jakobs e Nicholas?
Questa è una domanda insidiosa! Come fa una mamma a dire quale dei suoi figli preferisce? Devo dire che tutti e quattro mi hanno permesso di scavare in un certo tipo di emotività e di dinamica famigliare, quindi sono stati allo stesso modo arricchenti e stimolanti. Se devo dare per forza una preferenza, però, il mio “cocco” è Nicholas.
Se dovessi abbinare un colore a questa serie sceglieresti il rosa dei tutù o il rosso della passione?
Direi il rosso della passione. Perché sono romanzi che parlano di passioni di ogni tipo: quella amorosa, quella professionale. L’amore per il proprio lavoro. La ricerca di vendetta. Tutto è molto passionale.
Tanta musica in questi testi: scrivi nel silenzio o ti piace avere una musica di sottofondo?
Hai ragione, in questi romanzi c’è molta musica, ma io scrivo in silenzio, perché voglio ascoltare quello che succede nella mia testa. Le voci, i suoni, i rumori. Quello che mi dicono i personaggi… A volte, se sono in vena, ascolto musica classica. Allevi per esempio è uno dei miei preferiti! Go with the flow è uno dei brani che più mi regala gioia.
Milano e i suoi teatri sono stati una scelta di cuore o, passami l’espressione, di comodo perché descrivere posti ben conosciuti è più immediato?
L’idea di scrivere in un teatro locale appartiene al mio progetto di scrittura da sempre. Pensa che la prima versione di Assolo era ambientata nel teatro Sociale di Como. Poi, per necessità editoriali l’ho fatta traslocare a Londra. Ma per il seguito sono tornata all’idea originale. Anni fa, il direttore del Carcano mi aveva guidata in una piccola visita, e così ho fatto tesoro di quell’esperienza (una scrittrice non butta mai via niente!) e l’ho sfruttata per il romanzo Passo a due.
Edy oggi è più autrice, traduttrice o… Sfogliatella? Ci spieghi chi sono Le sfogliatelle?
Sono sicuramente autrice e traduttrice. Le Sfogliatelle sono una bellissima realtà canturina che si dedica agli autori, ai libri e alle parole. In questo momento sono un membro silente (il perché, nella risposta alla prossima domanda!), che segue con interesse quello che le altre stanno facendo con impegno ed entusiasmo.
Prossimi progetti?
Scrivere un nuovo romanzo, terminare il tirocinio in Accademia della Felicità per diventare coach abilitato, e consolidare la mia attività che ho chiamato “Racconta il tesoro che hai dentro di te”, in cui aiuto le donne a raccontare e a raccontarsi. Se qualche lettrice vuole curiosare, il mio sito è www.edytassi.it, ma mi trovate anche sulla mia pagina FB Edy Tassi Tradautrice o su Instagram!
Ciao Maura, grazie di avermi invitata in questo spazio pieno di libri e di tutto il tempo che hai dedicato alle mie storie!
Grazie a Edy Tassi per la sua disponibilità.