Marina Lenti e Harry Potter
Caro iCrewer eccoci all’ultimo articolo dedicato a “Vercelli Fantastica” festival della letteratura fantasy che si è svolto nella sua prima edizione a Vercelli e che ci ha portato a incontrare Cliff Wright e Marina Lenti.
Personalmente sono stata felicissima di incontrare Marina Lenti scrittrice e blogger che rappresenta quasi una celebrità per noi scrittori del genere fantasy, ed essere qui oggi a parlarti di lei è per me motivo di grande orgoglio, quindi prima di passare a una sua breve intervista voglio raccontarti chi è Marina Lenti.
Marina Lenti
Considerata come la maggior esperta italiana della saga di “Harry Potter” Marina Lenti è nata a Milano ed è una saggista italiana specializzata in letteratura fantastica.
Dopo la laurea in Giurisprudenza, ha iniziato a collaborare con dei giornali occupandosi di musica e cinema. Per quattro anni è stata redattrice di alcune guide del portale Supereva/Dada, tra le quali una guida dedicata proprio a “Harry Potter”. Dal 2004 al 2012 ha collaborato come redattrice presso il FantasyMagazine, la più importante rivista on-line italiana dedicata al genere Fantasy in tutte le sue eccezioni: cinema, giochi, fumetti, racconti, edita da Delos edizioni.
Dopo aver studiato la Saga del maghetto secondo differenti punti di vista, dal 2006 ha pubblicato vari saggi dedicati a “Harry Potter”. I saggi trattano temi differenti: la nascita della storia, la vita stessa di J.K.Rowling, un’analisi semiotica delle vicende, fino a compierne un vero studio a 360 gradi.
Suo è il merito di aver creato e curato alcune raccolte di racconti di autori vari interpellando di volta in volta vari esperti italiani e internazionali sulla letteratura fantastica e per ragazzi con i quali si incontra per svolgere conferenze e differenti incontri con il pubblico.
Queste alcune delle sue opere:
“L’Incantesimo Harry Potter“, Delos Books, 2006, 2007, 2010, 2012.
“La Metafisica di Harry Potter“, Camelozampa, 2012.
“Harry Potter: il cibo come strumento letterario“, Runa, 2015.
“J.K. Rowling: l’incantatrice di 450 milioni di lettori“, Ares, 2016.
E queste alcune antologie in cui la troviamo come collaboratrice:
“La Fonte della Buona Sorte: un’allegoria alchemica“”, in “Potterologia“, Camelozampa, 2011, 2015.
“Coraggiosa”, in “Code di Stampa”, La Gru, 2011.
“Io combatto per vincere e combatto con quello che ho“, in “Il Fantastico nella Letteratura per ragazzi: luci e ombre di 10 serie di successo“, Runa, 2016.
“La presenza del cibo ne Lo Hobbit” in “Hobbitologia“, Camelozampa, 2016.
Ed ora il nostro incontro con Marina Lenti
Come è nato il tuo interesse per la Saga di “Harry Potter”?
Per rispondere sinceramente a questa domanda devo dire che me ne hanno parlato altrimenti non avrei superato le prime pagine. Il motivo è semplice “Harry Potter e la Pietra Filosofale” è il romanzo di esordio di J.K. Rowling e nelle prime pagine si sente la sua “inesperienza” uno scrittore esperto avrebbe saputo inserire le descrizioni della famiglia dei Dursley nei dialoghi magari o comunque rendere quelle prime dieci pagine più leggibili e non essere quelle lunghe descrizioni dell’ambiente in cui vive Harry e della sua Famiglia.
Tuttavia e per fortuna ai tempi io collaboravo con il portale Supereva/dada e anche se io mi ero sempre occupata di Musica e Cinema loro cercavano qualcuno che si occupasse della guida su Harry Potter, è così che è nato tutto.
Essendoti occupata di Harry Potter ormai da anni puoi raccontarci come J.K. Rowling è arrivata a pubblicare questa saga?
Mi piacerebbe che dalle mie parole uscisse la magia che c’è dietro questa pubblicazione, infatti è come se ci fosse stata una mano invisibile che ha guidato quest’uscita letteraria.
Dovete infatti immaginare che internet nel periodo in cui J.K. Rowling termina il suo manoscritto è agli albori e ai tempi per pubblicare dovevi recarti in biblioteca e cercare l’elenco delle case editrici o degli agenti letterari.
J.K. Rowling è completamente inesperta di questo mondo, non sa cosa fare e cerca i contatti degli agenti letterari, ma non sa nemmeno che pure gli agenti trattano dei generi specifici e vanno selezionati, così sceglie a caso e tra questi gli piace un nome in particolare un agente che fa di cognome “Little“, lo sceglie appunto perché “little” vuol dire “piccolo” e dato che il suo libro è per ragazzi le sembra perfetto; ovviamente lui non si occupa del genere ragazzi e il manoscritto di J. K. Rowling viene scartato.
Ai tempi J. K. Rowling era disoccupata e gli agenti e le case editrici restituivano i manoscritti scartati così lei per risparmiare i costi aveva pensato di foderare i manoscritti con delle copertine che li proteggessero ed è infatti questa copertina che attira un collaboratore dell’agente Little che riprende il libro dalla pila degli scartati e inizia a leggerlo.
Lo esamina, ma ai tempi venivano inviati solo i primi tre capitoli, si appassiona così tanto che chiede a Little di leggerlo e fargli leggere la fine, solo grazie a tutto questo l’agente Little decide di prenderla in carico e quando J.K.Rowling riceve la lettera di accettazione del suo manoscritto nella buca della posta è un po’ come se avesse visto la luce alla fine del tunnel.
Ma la storia non finisce qui, ora bisognava trovare una casa editrice e in più il libro di J.K. Rowling come dicevo presenta una serie di problemi: il fantasy all’epoca non era in auge, le prime pagine sono stentate si vede che sono di un autore alle prime armi, erano di moda dei libri che custodivano al loro interno dei messaggi che potevano essere politici, motivazionali, era anche troppo lungo un libro aveva 40.000 parole Harry Potter sono 90.000 e per concludere Dudley Dursley era un bambino grasso a cui veniva attribuito anche un carattere cattivo e azioni malvagie e questo poteva proprio non piacere.
Tuttavia i bambini non hanno le nostre strutture mentali e questo era un libro per bambini, un degli editori delle varie case editrici scelte da Little lo fa leggere a sua figlia Alice che aveva otto anni e lei lo adora, questa casa editrice era la Bloomsbury .
Le ultime parole famose del capo della Bloomsbury a J.K.Rowling sono state: “Il libro lo pubblichiamo, ma ricorda che non si fanno soldi con i libri per ragazzi, per cui tieniti stretto l’insegnamento per ora.”
Ma quindi come è arrivata al successo questa saga?
Anche qui bisogna dire che ci sono state una serie di circostanze favorevoli, infatti il vero successo della saga nasce con il terzo volume “Harry Potter e il prigioniero di Azkaban”.
Bisogna dire che sicuramente il primo volume viene preso in simpatia dai librai e dai bibliotecari, tutto parte con una stampa di poche copie, poi però una recensione finisce davanti agli occhi della segretaria di un produttore di film che dopo aver letto la storia capisce che era quello che cercava e chiede aiuto al suo amico di infanzia che nel frattempo era diventato il capo della Warner Bross.
Hai qualche aneddoto particolare su J.K. Rowling da raccontarci?
Trovo interessante far riflettere sullo pseudonimo di J.K. Rowling, dovete sapere che mentre la “J” sta per “Joanne” la “K” indica “Kathleen”, nome della nonna paterna ed è quindi sbagliato chiamare J. K. Rowling Joanne Kathleen Rowiling, perché Kathleen non è il suo nome; lo pseudonimo è stato scelto per motivi editoriali, infatti i giovani inglesi ai tempi non leggevano volentieri i libri scritti da donne, quindi si opta per mettere solo le iniziali e il cognome e mascherare un po’ la cosa.
Quando poi si recherà presso le TV nazionali sarà un vero shock per tutti.
Ringrazio il museo Borgogna per questo meraviglioso incontro che è stato per me un’esperienza veramente importante e ringrazio Marina Lenti e Cliff Wright per averci concesso un pezzetto del loro sapere.
Concludo con la citazione di J.K. Rowling che preferisco:
La felicità si può trovare anche negli attimi più tenebrosi, se solo qualcuno si ricorda di accendere la luce.
A presto caro iCrewer