Silvia Annichiarico è la più famosa dei meno famosi
Questa strana dichiarazione, a metà fra un gioco di parole e una battuta di spirito, risale a diversi anni fa ed ha una paternità d’eccezione: è di Bruno Lauzi, cantautore indimenticato della scuola genovese, scomparso da un bel po’ di tempo. Chi ha più di mezzo secolo d’età, come me, ricorderà Silvia Annichiarico, la Silviotta, cantante e non solo, di quel programma-cult di Renzo Arbore che ha fatto storia negli anni Ottanta, Quelli della notte.
La sua voce inconfondibile ed imitatissima nel ritornello del famoso e scanzonato brano di Arbore, Ma la notte no, risuona ancora nelle orecchie di coloro, fra i più nottambuli, che hanno seguito il programma ma anche di chi non lo ha seguito. Ditemi chi non si ricorda gli acuti, con annesso salto vocale in crescendo nel finale, con i quali Silvia Annichiarico, simpatica e rotondetta tanto da essere chiamata affettuosamente Silviotta dal grande Arbore, deliziava le orecchie degli ascoltatori:
Giorno, mi distruggi così, giorno mi fai dir sempre siiiiiiiiiiiièèè
Nessuno della mia generazione ma anche delle successive (e forse anche quelle di oggi), poteva restare zitto ascoltando questo ritornello. È stato per un lungo periodo e lo è ancora credo, il brano più cantato nelle comitive di ragazzi e meno ragazzi e ogni volta c’era sempre qualcuna che, preso in mano un qualcosa che somigliasse vagamente ad un microfono, si atteggiava a Silviotta deliziando le orecchie di amici e conoscenti.
Silvia Annichiarico e i ricordi
Un personaggio, Silvia Annichiarico, uno dei tanti che hanno popolato la stagione più verde di una certa generazione, uno di quelli che difficilmente si dimenticano ma di cui, nel corso degli anni, magari si perdono le tracce. E non perché la Annichiarico sia scomparsa dalle scene ma perché nella vita di ciascuno, com’è naturale, cambiano le priorità e gli interessi.
Se ti stai chiedendo il perché di questa rimembranza che assomiglia vagamente ad una botta di nostalgia per un tempo ormai abbondantemente andato, ti svelo subito l’arcano caro lettore.
Proprio due giorni fa, mentre da brava casalinga ad oltranza ero davanti ad una bella pila di piatti sporchi e la fedele TV in sottofondo a farmi da compagna discreta ma non silenziosa, sento annunciare che una certa Silvia Annichiarico ha pubblicato un libro verso la fine di gennaio. Ho pensato: “Vabbè l’ennesimo libro, dell’ennesimo autore che riesce ad ottenere un passaggio in TV e poi viene dimenticato assieme agli altri innumerevoli scrittori o pseudo tali... ” In Italia, manca poco che ci siano più scrittori che lettori.
Il titolo però mi è subito suonato familiare: Ma la notte…Si!. Attivate le antenne dell’attenzione, ascolto la voce di Silvia Annichiarico, ricordo e riconosco la parlantina, mi giro verso lo schermo che troneggia in un angolo della mia cucina, la vedo e mi ritornano in mente le notti passate a guardare Quelli della notte e tutto il contorno di quel tempo lontano e spensierato. Una botta di “ritorno al passato” non indifferente…
In tutto questo la figura rotondetta, la faccia sempre simpatica di Silvia Annichiarico e la sua voce sempre un ottava sopra il normale tono, raccontava dallo schermo come è nata l’idea del suo libro: una sfilza di ricordi messi in fila per ricordare quel tempo e fissarlo in un libro: Ma la notte…si!, edito da Sagoma e pubblicato il 28 gennaio 2021.
Mi fermo ad ascoltare dimenticando i piatti che, pazienti, aspettano di essere lavati: succede così a volte, basta un richiamo, un ricordo e ci si sente catapultati indietro in un tempo inconsapevolmente felice, quando bastavano pochissime cose per pensare di avere il mondo intero a portata di mano, pronto ed in attesa di essere messo in qualcuna delle tue tasche.
Silvia Annichiarico, settantatreenne con la verve di una ventenne, degna figlia di altrettanto bravi e talentuosi protagonisti dello spettacolo (gli indimenticabili Walter Chiari e Alida Chelli), sotto la sfilza di domande che le vengono poste, racconta del suo libro e di quanto sia stato bello scriverlo, ripercorrendo le sue prime esperienze di ragazza che nel 1969 muove i primi passi nel mondo luccicante dello spettacolo, fra incontri con personaggi famosi e gli inevitabili innamoramenti.
Un racconto che proseguendo la vede giovane donna immersa negli indimenticabili anni Ottanta, quando partecipa a Quelli della notte… E qui si fermano i miei ricordi su di lei: da allora ne avevo perso le tracce o più semplicemente i miei interessi si erano spostati altrove.
E mentre Silvia Annichiarico negli anni Novanta e Duemila proseguiva la sua carriera, fra teatro e trasmissioni radiofoniche, dove ancora continua, guarda caso sempre di notte, io cominciavo la mia di mamma con annessi e connessi. Vite che si intersecano pur essendo a chilometri di distanza, in tutti i sensi.
E niente caro lettore, ho voluto raccontarti questo episodio soltanto perché a volte è strano come i ricordi personali si intrecciano e stabiliscono connessioni insolite con la pubblicazione di un libro. Il solo titolo è stato capace di risvegliare ricordi e sensazioni conservati nei mille cassetti della memoria che, ogni tanto e anarchicamente si aprono da soli.
Ma la notte… Si! di Silvia Annichiarico, per lo spazio breve di un’intervista in una trasmissione televisiva ha intrecciato la sua vita con la mia, rimandandomi indietro di tanti anni, quando era mia madre ad avere piatti sporchi da lavare dentro il lavello, mentre io potevo trastullarmi davanti allo schermo televisivo senza sentirmi in colpa per aver perso tempo.
Silvia Annichiarico…
…Nata a Milano, entra nel mondo dello spettacolo minorenne come comparsa alla Rai, poi come vocalist nel coro “4+4” di Paola e Nora Orlandi, accompagnando molti cantanti famosi. Nel ʼ69 incontra Renzo Arbore a Speciale per voi, nel ʼ77 Arbore la lancia a L’Altra Domenica come inviata spericolata. Nell’85 è solista della New Pathetic Elastic Orchestra a Quelli della notte, sempre con Arbore, che l’aveva diretta anche nel film Il Pap’occhio. Ha partecipato a numerosi altri film, da 7 chili in 7 giorni a Fantozzi alla riscossa. Il suo grande amore è, però, da cinquant’anni la radio: attualmente su Rtl 102.5 conduce il programma Doc e, con Nino Mazzarino, Ma la notte no. Gabriella Mancini è nata a Mondolfo (PU) ed è giornalista della Gazzetta dello Sport, di cui ha curato la pagina della Tv e dello Spettacolo, e di ViviMilano. Ha seguito 28 Festival di Sanremo, si è diplomata al Cet, la scuola di Mogol, come autore. Ha collaborato con Rai, Telemontecarlo, LA7 e Radio Monte Carlo, dove ha condotto un programma con Teo Teocoli, con il quale ha scritto il libro Il mio calcio rossonero.