Borghi di Sicilia, questi sconosciuti!
Se dico Sicilia, la prima cosa che viene in mente, sono sicura, è il mare. A ragione. Un’isola e la Sicilia per prima, non può fare a meno di attirare chiunque per la bellezza dei suoi mari, delle coste così ampiamente variegate, delle spiagge e di tutti quegli scorci da sogno, sia conosciuti ed iconografici che sconosciuti e solitari ma ugualmente incantevoli, che hanno il mare al centro delle loro scenografie.
Terra du suli e du mari per eccellenza e per fama, terra di bellezze naturali ed artistiche inusitate, coacervo di popoli e influenze stilistiche come nessuna, terra di accoglienza e di chiusura, terra d’incanto e di canto di grandi scrittori e poeti che, inutile elencarli, sono tutti universalmente conosciuti. Terra martoriata da grandi contraddizioni: chi la ama e in essa vive lo sa bene.
Borghi, diversamente Sicilia…
Non voglio però raccontarti la Sicilia iconografica dei suoi grandi artisti: forse sarebbe un ripetere cose già dette e ascoltate. Oggi ti conduco alla scoperta di una Sicilia lontana dai pacchetti preconfezionati offerti dalle agenzie turistiche o dai viaggi organizzati. Ti porto nella “mia Sicilia“, lontana dalle riviste patinate e dai locali alla moda; ti porto nel cuore pulsante dell’isola, ricco di monti e colline, boschi e valli, fiumi e cascate, ti porto in paesi e borghi che non hanno nulla da invidiare agli scenari alpini e prealpini.
Un mondo incantato e nascosto, in gran parte sconosciuto dal turismo di massa: è la Sicilia dell’entroterra, con le sue vette che osservano il mare da lontano, monti dai fianchi aperti in ampie vallate, custodi di piccole ed antiche comunità un tempo molto operose, oggi purtroppo in gran parte abbandonate dall’ingiuria del tempo e del disinteresse.
Una Sicilia diversa, con una identità storica e culturale radicata nei secoli, dove la vita scorre lenta al ritmo delle stagioni, scandita da eventi e feste religiose, innestate su antichi riti pagani: è la Sicilia dei borghi. È la Sicilia raccontata in un interessante e corposo volume curato da Fabrizio Ferreri ed Emilio Messina, edito da Dario Flaccovio Editore, pubblicato nel Giugno 2018: Borghi di Sicilia.
La Sicilia e i suoi borghi
Borghi di Sicilia è un libro essenzialmente fotografico: sono le immagini a raccontare i percorsi nascosti e sconosciuti dell’isola. Accompagnate da una ricca presentazione, curata da autori indigeni del luogo preso in esame, le foto raccontano al lettore la storia, le leggende, le bellezze naturalistiche ed artistiche di cinquantotto borghi siciliani di straordinaria e sconosciuta bellezza: dal primo (seguendo l’ordine del libro), Sambuca di Sicilia definito la Conchiglia sul Lago Arancio, all’ultimo, Partanna detto Il borgo dalla silenziosa grandezza, passando per Montalbano Elicona, Il borgo mistico, o per Mistretta chiamato Il borgo della pietra dorata.
I borghi di Sicilia sono come scrigni dimenticati in fondo ai forzieri: se solo si ha la ventura di scovarli svelano sorprendenti tesori che l’ombra del tempo e l’oblio degli uomini hanno mantenuto nel loro sincero e incontaminato splendore.
Nelle splendide immagini di Borghi di Sicilia, sembra essere racchiuso tutto l’amore per quei luoghi che i due curatori del libro hanno profuso visitando palmo a palmo il territorio e fotografandolo. Perché non è vero che una fotografia è solo la riproduzione oggettiva della realtà: una foto parla e racconta di un luogo e sa rendere amore per amore, quando riesce a trasmettere l’emozione di chi quell’immagine ha catturato.
Nelle descrizioni particolareggiate di ogni borgo, invece i vari autori raccontano le loro radici “fortemente radicate” (consentimi la ripetizione) in un territorio che è parte del loro DNA. Ogni descrizione non è una “semplice storia”, un racconto delle origini o delle varie vicissitudini del posto: ogni descrizione è un canto d’amore per il luogo dell’anima.
Così, per esempio, Filippo Giordano racconta la sua Mistretta, Il borgo della pietra dorata, descrivendone il centro storico:
Appena oltre le foglie d’oleandri/ dai balconi scorgiamo vicoli segreti, / cosmogonie di neri mantelli/ e secoli rappresentano oltre gli usci/ ombrosi. E muri, archi, selciati/ e scalinate in litanie di pietra.
O Magda Culotta che descrive Pollina, Echi tra le montagne, con parole cariche di memoria per un luogo a misura d’uomo dove ancora si vive un tempo dimenticato e fagocitato dalle corse frenetiche che la vita moderna impone:
Camminare per i vicoli del paese, nelle giornate calde d’estate, è sentire ancora il profumo del bucato steso al sole ad asciugare, è incontrare donne sull’uscio di casa a ricamare o i bambini che giocano spensierati, lontani dai pericoli delle macchine.
Ed ancora Assoro, così importante in passato da far dire “Asaru primu e Roma sicunnu” (Assoro al primo posto e Roma al secondo), con il racconto di Melchiorre Gnoffo:
Assoro svettante su un’altura dei monti Erei può esibire origini antiche. Secondo Apollodoro (II-I Secolo a.C.) bisogna ricondurle all’arrivo dei Siculi in Sicilia, intorno al 1450 a.C., sette secoli prima della nascita di Roma e due secoli prima della distruzione di Troia.
Un passato glorioso e ricco di storia, comune a moltissimi dei borghi siciliani, le cui origini spesso si perdono nella notte dei secoli.
Ho citato soltanto alcuni dei borghi contenuti nel libro, ma potrei ancora citarne moltissimi altri: tutti i cinquantotto paesi descritti in Borghi di Sicilia, hanno il fascino antico della storia umana, unito a quello moderno di luoghi dove il passato trasuda e si respira attraverso le strade, le case, le abitudini, gli usi, i riti e i volti degli abitanti.
E certamente quella che emerge in questo libro, […] non è una Sicilia “irredimibile” o che semplicemente “resista”, come se la storia avesse già deciso per l’estinzione di questi luoghi e fosse soltanto questione di tempo. È piuttosto una Sicilia che racconta una storia di orgoglio, di fierezza, di bellezza e di comunità che si aprono, fiduciose, al futuro.