Su F(t)E(a)M oggi parliamo di un libro uscito proprio una settimana prima del famoso 8 Marzo: un libro che denuncia come la festa della donna sia fittizia in un mondo fatto dagli uomini per gli uomini. Parliamo di Stai zitta scritto da Michela Murgia.
Di tutte le cose che le donne possono fare nel mondo, parlare è ancora considerata la piú sovversiva.
Stai zitta di Michela Murgia:
Michela Murgia inizia il suo libro parlando proprio di un episodio che le è capitato in diretta radio: mentre parlava, un uomo che tutti conosciamo per i suoi libri di psicologia, Raffaele Morelli, le urla continuamente addosso “Stai zitta, stai zitta, stai zitta”.
Cosa avrà fatto Michela Murgia per scatenare l’ira di uno psichiatra? Nulla, ha solo detto quello che pensava.
Non so se è stato quell’episodio che ha accesso la lampadina alla Murgia, sta di fatto che qualche mese dopo, dalle porte di Einaudi esce il libro Stai Zitta con il sottotitolo e altre nove frasi che non vogliamo sentire più.
Perché il libro è proprio questo: una serie di capitoli che mettono in evidenza frasi dette soprattutto alle donne, che sembrano innocue, ma che nascondono un sessismo culturale.
Se si è donna, in Italia si muore anche di linguaggio. È una morte civile, ma non per questo fa meno male. È con le parole che ci fanno sparire dai luoghi pubblici, dalle professioni, dai dibattiti e dalle notizie, ma di parole ingiuste si muore anche nella vita quotidiana, dove il pregiudizio che passa per il linguaggio uccide la nostra possibilità di essere pienamente noi stesse.
Per ogni dislivello di diritti che le donne subiscono a causa del maschilismo esiste un impianto verbale che lo sostiene e lo giustifica. Accade ogni volta che rifiutano di chiamarvi avvocata, sindaca o architetta perché altrimenti «dovremmo dire anche farmacisto».
Succede quando fate un bel lavoro, ma vi chiedono prima se siete mamma. Quando siete le uniche di cui non si pronuncia mai il cognome, se non con un articolo determinativo davanti. Quando si mettono a spiegarvi qualcosa che sapete già perfettamente, quando vi dicono di calmarvi, di farvi una risata, di scopare di piú, di smetterla di spaventare gli uomini con le vostre opinioni, di sorridere piuttosto, e soprattutto di star zitta.
Cosa vuole dire Stai zitta alle donne?
Questo libro è uno strumento che evidenzia il legame mortificante che esiste tra le ingiustizie che viviamo e le parole che sentiamo.
In realtà, parere personale, Stai zitta è un libro che parla a tutti, donne e uomini. Alle donne per capire che certe frasi non sono un complimento e che non dobbiamo per forza sopportare un’ingiustizia solo perché “abbiamo sempre fatto così”. Agli uomini invece dice “ehi, guarda che a interromperla quando parla ai suoi occhi sei solo maleducato non intelligente”.
Stai zitta ha un’ambizione: che tra dieci anni una ragazza o un ragazzo, trovandolo su una bancarella, possa pensare sorridendo che per fortuna queste frasi non le dice più nessuno. Sarà davvero così? Cara Michela Murgia, lo speriamo in molte!