Ciao iCrewer, continuiamo il discorso intrapreso nei giorni scorsi sullo stato d’ansia e le svariate conseguenze collaterali.
Spesso sarà capitato anche a te, in un momento di stanchezza o di stress, di non riuscire a pronunciare il nome di un oggetto anche se ce l’avevi sulla punta della lingua.
Quando però questi episodi diventano più frequenti nella quotidianità, si parla allora di disnomia.
Fobie, manie, tic. Se dimentichi le parole si chiama Disnomia
Disnomia così si chiama il disturbo specifico del linguaggio, noto anche come “difficoltà di accesso lessicale”, è la difficoltà di richiamare alla memoria una certa parola in un determinato momento. Può riguardare i termini complicati, le parole di uso comune, fino ai nomi ed i cognomi di chi ci sta intorno.
La memoria è la capacità del cervello di conservare informazioni, ossia di assimilare, ritenere e richiamare, sotto forma di ricordo, le informazioni apprese durante l’esperienza o per via sensoriale.
Da questo si deduce che la capacità di apprendimento e di immagazzinamento dei dati acquisiti rende possibile la conoscenza da cui dipendono tutte le nostre azioni soggettive e le condotte sociali, che sono appunto fondate sul recupero a livello della consapevolezza delle informazioni precedentemente archiviate.
Il disturbo della memoria può presentarsi anche in seguito ad una lesione cerebrale traumatica, oppure a causa di un trauma psicologico avvenuto anche durante l’infanzia (l’oblìo secondo la teoria psicoanalitica di S. Freud).
Altre possibili cause sono l’ipossia, i disturbi derivanti dall’assunzione di elevate quantità di alcool – Sindrome di Korsakoff – o dalla mancanza di tiamina, cioè la vitamina B1 come nell’encefalopatia di Wernicke.
Anche l’avanzare dell’età, con il deterioramento cognitivo lieve, determina danni alle facoltà mnemoniche, facendo dimenticare prima di tutto i nomi delle persone.
Importante sottolineare che un disturbo della memoria è di frequente riscontro nelle persone soggette a disturbi dell’umore, ovvero in chi è afflitto da schizofrenia, paranoia, o altre forme di delirio.
Nei pazienti affetti da depressione, i problemi concernenti l’attenzione e la memoria sono presenti non solo durante la fase di calo dell’umore, ma anche durante la fase di scomparsa dei sintomi.
Lo stato di ansia associata alla propria salute può enfatizzare difficoltà di memoria e concentrazione alimentate dal senso di impotenza rispetto alle difficoltà cognitive percepite come gravose e patologiche.
Gli studi hanno formulato una diagnosi, la Disnomia si origina da un funzionamento differente di una parte del cervello, tra le più usate: il lobo temporale.
Ed hanno anche accertato che lo stress emotivo ha un ruolo importante su questo fenomeno; per esempio, può succedere ad alcuni studenti durante un’interrogazione, nonostante abbiano studiato, dando l’impressione invece di non aver studiato abbastanza.
Nella normalità l’individuo, io, magari anche tu caro iCrewer, soffriamo di tanto in tanto di problemi riguardanti il richiamo delle parole.
Fobie, manie, tic. Se dimentichi le parole si chiama Disnomia
Chi soffre di questo disturbo si trova spesso a sostituire, ad esempio, la parola che ‘sfugge’ con una con significato simile o riguardante la stessa area tematica (ad esempio forchetta al posto di coltello) o in alcuni casi utilizzano circonlocuzioni, cioè di giri di parole al posto del termine esatto (“quel frutto giallo e aspro” per indicare ad esempio un limone), o ancora usando frasi e termini generici come “prendi quella cosa sulla scrivania”.
Nel tentativo di far comprendere la parola all’interlocutore accade poi che si temporeggi riempiendo la dimenticanza con parole “filler”: cioè uhm, lo so, o si mimino gesti, insomma parole che riempiono il silenzio.
Se si presenta nei bambini la Disnomia è spesso una conseguenza diretta di un disturbo dell’apprendimento, deriva e si accompagna più di frequente alla dislessia (ma di questo potremo discorrerne in un altro articolo), e come quella non è una malattia.
Occorre intervenire sin da subito per aiutare un disnomico a trovare nuovi meccanismi di memoria perchè quando la disnomia compare all’improvviso in età adulta, senza che vi siano verificati particolari traumi fisici o mentali, può trattarsi del primo sintomo della presenza del morbo di Alzheimer.
Siamo oberati da un fardello sempre più pesante d’informazioni, ed è facile che un disturbo d’ansia possa prendere il sopravvento, con il risultato di avvertire un disturbo soggettivo di memoria. Chi non ricorda esami e interrogazioni? Poco prima della prova l’ansia fa sì che ci sembri sempre di non ricordare nulla di quanto studiato.
E invece le informazioni sono ancora nella nostra testa, pronte a riemergere appena si riacquista un po’ di tranquillità; poco importa se, a distanza di anni, qualche nozione è andata persa. Per dirla con il poeta Eugenio Montale: “il primo compito di una buona memoria è di saper dimenticare”.
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Buona lettura, e non preoccuparti se talvolta ti scappa la “parolina“, fermati, ascoltati, respira e… ricomincia.