Durante la quarta serata del Festival di Sanremo 2023 abbiamo potuto ascoltare il monologo di Chiara Francini, un’attrice prorompete e poliedrica. Una donna coraggiosa, che ha deciso di portare una carrozzina vuota per parlare di maternità.
Il monologo di Chiara Francini al Festival di Sanremo 2023
Chiara Francini parla di maternità e di tutte quelle che donne che non hanno potuto vivere quella gioia. Nel suo monologo parla di lei, di donne che fatte sentire incomplete perché non hanno avuto mai un figlio. Nelle sue parole incalza il tema dell’orologio biologico, l’ansia di dover fare un figlio e poi, una volta avuto, scoprire che non si è portate per essere madri. Si, perché non è insito nella donna la caratteristica dell’essere madri, una donna può scegliere. Può scegliere di coltivare le proprie passioni e il proprio lavoro, ma non deve mai essere fatta sentire inutile solo perché ha deciso di percorrere la propria strada. Lo stesso vale per coloro che non hanno mai potuto vivere la gioia di una gravidanza e di un figlio, che devono essere sempre rispettate e mai sminuite.
Adesso leggiamo il monologo di Chiara Francini
Arriva un momento nella vita in cui è chiaro che sei diventato grande, quando hai un figlio. C’è un momento in cui tutti intorno a te iniziano a figliare. Inizia sempre da una che sapevi sarebbe diventata mamma prima di tutte. Nel mio caso la Lucia. C’è stato un giorno alla fine del liceo che la Lucia mi ha chiesto di vederci. Stava lì e non diceva nulla e poi a un certo punto con una faccia che non le avevo mai visto mi fa: ‘Sono incinta’. Quando qualcuno ti dice che è incinta e tu non lo sei mai stata non sai mai che faccia fare.
Quando qualcuno ti dice che è incinta, tu devi festeggiare. Non c’è spazio per la tua solitudine, tu devi festeggiare. ‘Ma dai Lucia è stupendo’. E poi non sapere più cosa dire. Da lì sapevo che intorno a me tutti avrebbero avuto un figlio. Io che continuavo a fare le mie cose sempre meglio con sempre più persone che mi amavano e poi mi sono accorta che se non mi sbrigavo forse un figlio non ce lo avrei mai avuto.
Tu pensi di aver aspettato troppo, di essere una fallita. La parte più difficile di fare un figlio è non sapere quello che verrà. Vorrei sapere come faccio con te bambino, ancora non so se riesco a farti nascere, ma avere una mamma come me ti creerà solo un sacco di problemi. Io ti amerò sempre. Per te sarà più difficile ma io vorrei che per te fosse facile. Vieni su brillante, con la battuta pronta e odia ciò che si deve odiare. Odia il male, odia l’ingiusto. Ti prego non essere una di quelle creature troppo buone sennò dovrò passare tutta la vita a difenderti.
Io vorrei fare come la mia mamma che non mi ha mai presa nel suo lettone. Piangerai nel tuo letto, devo essere abbastanza forte da farti piangere. Io da qualche parte penso di essere una donna di merda perché non so cucinare, perché non sono sposata e perché non ho mai avuto figli. So che non è così ma c’è questa voce che esiste. E io penso che alla fine abbia ragione lei.
Già lo so bambino che mi ruberai la scena, la mia creatività e ogni giorno ci sarai tu a ricordarmi la mia gioventù è finita. E io penso che mi farai così felice che non sarò mai così felice. Io ti aspetto e ti desidero così tanto che sarai per forza una delusione. Ma come parlo, ma come sono. Ancora non sono una mamma. In mezzo a tutto questo bisogno di arrivare, a questa vita, io non so più dove metterti. E forse sei tu che non vuoi più venire da me, ma io volevo soltanto essere brava e preparata. Anche se ancora non ci sei. Forse perché ci sei sempre stato.