Diciamoci la verità amico iCrewer, abbiamo tutti iniziato a canticchiare le canzoni di Sanremo 2021. Vero?
Del resto è proprio questa la forza del Festival: la settimana inizia che si storce un po’ il naso al primo ascolto e poi ora di sabato le cantiamo tutte e facciamo addirittura fatica a scegliere per chi fare il tifo. Quello che al martedì scartavamo, al venerdì è già diventato il nostro preferito.
Le canzoni si ascoltano in radio, in televisione e in tutti i supporti possibili digitali durante la nostra quotidianità; ci entrano in testa e quando la sera dal divano le sentiamo cantate sul palco, ci arrivano come familiari provocandoci una sensazione di benessere.
È così da sempre. Da che esiste il Festival. E Sanremo 2021 non fa eccezione.
Sanremo 2021: il racconto della quarta serata
Fatta questa premessa, è anche giusto che tu sappia, amico lettore, che era da un po’ di anni che non seguivo le ultime serate della kermesse dal divano di casa. Infatti, il weekend conclusivo della rassegna musicale più amata d’Italia, nelle ultime edizioni l’ho sempre vissuta in loco. Devo ammettere che è tutta un’altra storia.
Una serata come quella di ieri, in cui si ascoltano tutte le canzoni in gara in un unica tranche per la prima volta, è bellissima da guardare nelle varie sedi attrezzate per addetti ai lavori e blogger sparse per la città. Megaschermi, appassionati e lavoratori uniti dal grande abbraccio che solo la musica sa dare con tanto di bagni di folla in ogni angolo e in ogni via: un vero e proprio Carnevale.
Il bello della musica è che non ha scadenza e quindi possiamo avere la certezza che in un prossimo futuro torneremo a ballare e cantare tutti insieme.
Per quanto riguarda la serata di ieri, devo dire che ho molto apprezzato il ritmo serrato con cui si sono avvicendate le esibizioni. Il rischio di fare tardissimo incombeva su Amadeus e Fiorello; infatti le canzoni sono state le vere protagoniste sul palco, come è giusto che sia.
Essendo a un passo dalla finale di Sanremo 2021 è quasi d’obbligo sbilanciarsi in pronostici o perlomeno lasciarsi andare alle preferenze. Devo dire che in questo senso seguire il Festival con cinque gruppi Whatsup aperti è molto impegnativo. Ma tanto, tanto bello! Che non sia un Festival normale è davanti agli occhi di tutti, che l’Italia stia vivendo un periodo molto, troppo, complicato anche. Ma che le canzoni e la musica siano un delicato sollievo per l’anima, per me, è un dato di fatto. Il potere dell’arte non va mai sottovalutato. (massimo rispetto per chi invece la pensa diversamente)
Terrei dunque i miei pareri sulle canzoni per domani, per l’articolo dedicato all’ultima sera. Solo mi piace sottolineare la geniale presenza scenica di Max Gazzè, travestito da Salvador Dalì, ancora una volta lo show esilarante de Lo Stato Sociale e la chiusa di Francesca Michielin che lasciando il palco ha augurato a tutti “Buona musica”.
Se anche oggi devo trovare un verso che mi ha colpito e che mi è rimasto nella memoria per tutta la notte, attingo dalla canzone di Bugo, E invece si, che mi piace molto: “Voglio immaginarmi che anche un dittatore s’innamora, vomita e poi si commuove”.
La classifica generale, l’ultima prima della elezione del vincitore, vede resistere al comando Ermal Meta, anche se grazie al voto della sala stampa si è tutto mescolato e c’è molto nuovo che avanza. Sarà il televoto a decidere tutto. Sala stampa, composta da radio e televisioni, che ha dato il massimo dei voti al duo Colapesce Dimartino, dimostrando corretta la mia impressione che la loro Musica leggerissima sia la canzone più orecchiabile e più radiofonica posta sul piatto di Sanremo 2021.
Barbara Palombelli, volto noto di Mediaset, è stata la co-conduttrice della serata, e, dopo una evidente emozione iniziale, devo dire che si è ben destreggiata sul palco. Anche nel monologo dedicato alle donne mi ha convinto.
Convinto come Mahmood, uno degli ospiti musicali di serata, che a mio avviso ha, come si dice in gergo giovanile, spaccato di brutto! Ma quanto è bravo sto ragazzo? Bello anche il tributo al maestro Carosone di Enzo Avitabile, anche se ho preferito l’improvvisazione che, su invito di Fiorello, ha fatto insieme all’orchestra. Meravigliosa.
Il mio momento clou di ieri? “Salutiamo Sabrina Salerno e Jo Squillo. Avete fatto la storia. – E noi l’abbiamo rovinata”. Bellissimo! Al di là del simpatico duetto dei padroni di casa che hanno interpretato Siamo donne, una canzone che ascolto sempre saltando contento come un bambino sul divano, questo siparietto è stata l’ennesima dimostrazione che Fiore e Ama si divertono davvero.
Sanremo 2021: che cosa leggiamo?
Protagonista della prima parte della serata è stata la sezione Nuove Proposte che ha visto trionfare Gaudiano con la canzone Polvere da sparo. Un bellissimo momento quello della premiazione, con tanto di dedica al padre e tanta tanta gioia condivisibile.
Madrina della gara dei giovani è stata Beatrice Venezi, il direttore d’orchestra che ha affiancato Amadeus; era già scelta come giurata nelle varie trasmissioni in cui si selezionavano gli otto finalisti che poi sono arrivati sul palco dell’Ariston.
La Venezi è uno dei più giovani direttori d’orchestra donna d’Europa. Nata a Lucca nel 1990 è stata anche inserita da Forbes tra i cento under trenta più influenti d’Italia. A me è molto piaciuto il suo congedo dal palco quando ha detto che è una gioia vedere i maestri dell’orchestra che possono fare il loro lavoro.
Si batte molto il tasto su questo argomento, sempre, lo fanno in molti in questo Sanremo 2021, ma credo che la parola giusta sia lavoro, perché forse troppo spesso si inciampa nell’errore di ritenere il mondo dell’arte un piacevole intrattenimento, dimenticando che per chi lo fa è lavoro.
Su questa linea anche l’intervento di Alessandra Amoroso accompagnata dall’attrice Matilde Gioli, che permettimi amico lettore, trovo sia di una bellezza disarmante. La cantante si è poi esibita in un pezzo di Ivano Fossati, Una notte in Italia, dedicandolo a tutti i lavoratori del settore. In precedenza aveva presentato il nuovo singolo in duetto con Emma Marrone.
Ma, venendo a noi, lo scorso mese di novembre Beatrice Venezi ha pubblicato per UTET il libro Le sorelle di Mozart, sottotitolo Storie di interpreti dimenticate, compositrici geniali e musiciste ribelli. Un volume in cui racconta la storia di straordinarie donne che attraverso il loro genio della musica sono riuscite a imporsi in un mondo che parla quasi solo al maschile. Si parte dal Medioevo e si arriva fino ai giorni nostri. Potrebbe essere un bel suggerimento di lettura, anche in vista della prossima Festa delle donne.
Ecco la sinossi:
Ad alcune fu impedito di suonare, altre non poterono firmare le composizioni frutto del loro lavoro: le porte dei conservatori erano aperte solo per gli uomini, la Chiesa proibì a loro di cantare, la società le relegò a un ruolo ancillare, subordinato al volere maschile…
La storiografia ufficiale della musica per secoli ha escluso le donne dalle sue pagine, ignorando compositrici rivoluzionarie, musiciste innovative e giovani talentuose. Dimenticando, o tralasciando, esperienze e intuizioni destinate a cambiare il corso della musica classica. In questo libro Beatrice Venezi, giovane direttore d’orchestra, ci restituisce le loro storie sorprendenti e piene di significato.
Scopriamo così la vita di Ildegarda, monaca geniale che usava il canto per comunicare con Dio; quella delle grandi compositrici del Barocco ritratte dai Gentileschi; quella delle donne del Sette-Ottocento, confinate in casa e definite solo in funzione degli uomini, come la sorella di Mozart, o la moglie di Schumann; fino ad arrivare alle musiciste ribelli del secolo scorso e dei nostri giorni, a Maria Callas, per esempio, a Nadia Boulanger, Martha Argerich, Bjòrk, donne che, nonostante le difficoltà, hanno forzato i confini dello spazio che gli veniva concesso nel mondo della musica, combattendo per se stesse e per le generazioni future.
Questa è una storia di talento e determinazione, di intraprendenza e tecnica: un percorso tutto al femminile che dal Medioevo arriva ai giorni nostri, mettendo in luce gli errori del passato e quelli in cui tutt’ora perseveriamo. Sedici esempi di coraggio e determinazione per tutte le donne che, ancora oggi, sono costrette ad abbandonare la loro passione, a rinunciare a un sogno, solo perché qualcuno crede che quel lavoro non sia adatto a una ragazza.
Io non vedo l’ora di scoprire che sarà a vincere Sanremo 2021.
Che dici ci sbilanciamo in pronostici?