Caro iCrewer, sai perché si dice in bocca al lupo? Siamo stati abituati a rispondere a tale augurio con un breve crepi! Povero lupo, ma che ha fatto di male per meritarsi una morte, caso mai, anche violenta e atroce? Dopo le prodezze olimpioniche di Marcell Jacobs, si è diffusa la risposta evviva il lupo! Ma qual è il modo giusto di rispondere? E come nasce questa espressione?
In bocca al lupo! secondo l’Accademia della Crusca
Secondo l’Accademia della Crusca, l’origine dell’espressione sembra risalire ad un’antica formula di augurio rivolta per antifrasi ai cacciatori, alla quale si soleva rispondere, sempre con lo stesso valore apotropaico “Crepi!” (sottinteso: il lupo). L’augurio, testimonianza della credenza nel valore magico della parola, si sarebbe esteso dal gergo dei cacciatori all’insieme delle situazioni difficili in cui incorre l’uomo.
L’augurio In bocca al lupo! potrebbe essere ricollegato anche ad altre numerose espressioni che hanno per protagonista il lupo, nonché all’immagine stessa di questo animale nella lingua. Il lupo appare nella tradizione antica e medioevale come il pericolo in persona: animale crudele, falso e insaziabile nella sua voracità egli seminò la morte e il terrore tra abitanti indifesi, pastori e cacciatori, diventando l’eroe di favole (da Esopo e La Fontaine alle numerose versioni del Cappuccetto Rosso) nonché di numerose leggende e storie tramandate per generazioni attraverso l’Europa: basti limitarsi all’immagine celebre del Lupo di Gubbio dei Fioretti di S. Francesco o alla figura di Ysengrin, il lupo del Roman de Renart francese del XII s..
Della visione quasi apocalittica del lupo e delle paure che egli incuteva per secoli agli abitanti dell’Europa, che fossero contadini viventi in mezzo alle foreste o viaggiatori costretti a spostarsi per strade infestate da lupi e banditi, permangono delle tracce in varie lingue europee sotto la forma di modi di dire e proverbi.
Forse l’Accademia della Crusca non ama molto il lupo, infatti lo definisce come ‘animal salvatico voracissimo‘.
Gli animalisti a tutela del lupo
Dato che augurare la morte al lupo è spregevole, gli animalisti hanno dichiarato che la risposta deve essere “Grazie”. C’è da dargliene atto però: la motivazione è tra le più dolci e romantiche. Il lupo infatti costruisce la sua tana nei luoghi più scuri e segreti, ma se sente un pericolo, la mamma per istinto, prende i suoi cuccioli in bocca e li sposta da un’altra parte, proteggendoli. Per questo augurare di essere nella bocca di un lupo è un messaggio di protezione, e sarebbe opportuno rispondere “Grazie” oppure “Evviva il lupo”. E bravi gli animalisti.
A loro si associano gli antichi romani che dicevano “In Ora Lupis”. Si augurava infatti la medesima fortuna che ebbero Romolo e Remo, salvati da una lupa che per tirarli fuori dalle minacciose acque del Tevere e non farli annegare, li prese teneramente in bocca, come farebbe con i suoi lupacchiotti. Bello vero? Gli amanti degli animali gioiscono anche in questo caso.
I lupi di mare
Nel gergo marinaresco, il lupo era una lavagna. Avete capito bene: la “bocca del lupo”, nella tradizione nautica, era una lavagna che serviva per fare una sorta di censimento di uomini e merci a bordo. L’augurio diventa quindi quello di una buona navigazione ma anche di buon ritorno per i membri dell’equipaggio. La risposta corretta pertanto dovrebbe essere “che il Dio mare ti ascolti”.
E tu come rispondi?