Il 2024 è un anno bisestile, e quest’anno sentiremo spesso dire anno bisesto, anno funesto. Ma sai perché si dice così? Perché un giorno in più può essere catastrofico? Vediamolo insieme in questo articolo.
Sai perché si dice anno bisesto, anno funesto?
L’anno bisestile, caratterizzato dalla presenza di un giorno in più rispetto agli anni normali, è da lungo tempo avvolto da miti, credenze e superstizioni. È una peculiarità del calendario che si ripete ciclicamente ogni quattro anni, aggiungendo il 29 febbraio all’anno solare. Questo evento, apparentemente insignificante, è stato spesso associato a presagi negativi, tanto da generare l’espressione popolare “anno bisesto, anno funesto“.
La connotazione negativa attribuita agli anni bisestili ha radici antiche. Molte culture e tradizioni hanno visto nel numero dodici, rappresentato dai dodici mesi dell’anno, un simbolo di completezza e perfezione. L’interruzione di questo ciclo regolare con l’aggiunta di un giorno potrebbe aver generato timori riguardo a uno sbilanciamento nell’equilibrio cosmico, portando a credenze negative legate agli anni che lo presentano.
Inoltre, diverse credenze popolari e superstizioni hanno contribuito a consolidare l’associazione tra l’anno bisesto e eventi sfortunati. Alcuni sostengono che sia un periodo di sventure, di maggiore instabilità o che porti sfortuna in amore o negli affari.
Tuttavia, è importante sottolineare che queste credenze non hanno alcun fondamento scientifico. L’aggiunta del giorno bisestile è una correzione necessaria per allineare il calendario civile al ciclo dell’anno tropico, garantendo una migliore sincronizzazione con le stagioni. Questa pratica è stata introdotta nell’antica Roma e successivamente perfezionata nel calendario gregoriano, tuttora in uso nella maggior parte del mondo.
Gli antichi romani ritenevano che l’anno bisestile fosse un anno infausto probabilmente perché febbraio era il mese preposto ai riti dedicati ai defunti. Il 21 di quel mese si celebravano, infatti, i Feralia con cerimonie pubbliche, sacrifici e offerte sulle tombe dei defunti.
Nonostante le credenze popolari, non esiste alcuna evidenza che gli anni bisestili siano intrinsecamente più sfortunati o pericolosi rispetto agli altri. Si tratta piuttosto di una curiosità calendario e di una ricorrenza matematica che serve a mantenere in armonia il nostro sistema temporale con i cicli naturali della Terra.
Perché ogni 4 anni
Nell’antica Roma era in vigore il calendario giuliano, ovvero un calendario basato sul ciclo delle stagioni. Questo tipo di “conteggio”, rimase in uso fino al XVI secolo, quando fu sostituito dal calendario gregoriano. Nell’antica Roma il giorno in più si aggiungeva dopo quello che oggi chiamiamo 24 febbraio e che all’epoca era il sextus dies ante Calendas Martias (sesto giorno prima delle calende di marzo). Di conseguenza, il giorno in più diventò bis sextus dies, cioè “seconda volta del giorno sesto”, da cui il nostro aggettivo bisestile.
In quasi tutto il mondo oggi è in vigore il calendario gregoriano che aggiunge un giorno al mese di febbraio negli anni bisestili, ovvero ogni 4 anni. Questa “aggiunta” è necessaria perché è il calendario gregoriano è un calendario solare, ovvero misura il tempo in base al moto di rivoluzione della Terra intorno al Sole. E visto che il giro completo del nostro pianeta dura precisamente 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 48 secondi è necessario aggiungere periodicamente un giorno per far coincidere il calendario con la rivoluzione terrestre. Nel 1582, papa Gregorio XIII, con il calendario gregoriano, corresse l’errore e i suoi effetti. E dal 4 ottobre di quell’anno si passò al 15.
In conclusione, l’espressione “anno bisesto, anno funesto” si è radicata nella cultura popolare più per motivi superstiziosi che per reali riscontri. È importante approcciare questo tema con spirito critico e riconoscere che l’aggiunta di un giorno in più non ha alcuna relazione causale con eventuali eventi negativi che possano verificarsi nel corso dell’anno.