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Sai perché… la scuola di musica si chiama Conservatorio?

Ileana Picariello 3 anni fa Commenta! 2
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Quanti di noi abbiamo sentito parlare di Conservatorio oppure conosciamo degli studenti che lo frequentano. Ma vi siete mai fermati a pensare all’origine di questa parola? Cosa c’è da conservare? O meglio chi si deve conservare?

Contenuti
Come nasce il ConservatorioCosa si insegnavaLe scuole di musicaIl conservatorio oggi

Come nasce il Conservatorio

Molti risponderanno che la “cosa” da conservare è la Musica, ma non è così. Ad essere “conservati” ovvero tutelati erano i bambini e i ragazzi.

conservatorioI conservatori si chiamano così perché quando nacquero, nel XVII secolo a Napoli, Venezia e Palermo, erano istituti per la “conservazione” (protezione) degli orfani e dei ragazzi più bisognosi. Tra gli intenti c’era quello di avviarli a una professione, e fra queste anche quella del musicista. Così al conservatorio i ragazzi non imparavano solo a leggere e scrivere, ma anche a cucire, dipingere, lavorare il legno e, a chi mostrava di averne maggiore predisposizione, veniva impartita un’educazione musicale.

Cosa si insegnava

Si insegnava a scrivere la musica e a suonare gli strumenti: così da un lato si consentiva ai più dotati di entrare a far parte di complessi corali e dall’altro si “conservava” la tradizione musicale.

Nel tempo l’attività dei conservatori si è trasformata da assistenziale a didattica e di insegnamento prettamente musicale (nella foto, l’ingresso del Conservatorio Santa Cecilia di Roma).

Le scuole di musica

conservatorioLe scuole di musica hanno origini più antiche e si svilupparono ovunque ci fosse una struttura sociale ben organizzata; addirittura esistevano già presso i sumeri e i babilonesi.

L’idea di un luogo in cui la musica fosse una delle principali, se non l’unica materia di studio, risale alle scholae corali ecclesiastiche del Medioevo. Tuttavia, il conservatorio è sempre stato essenzialmente laico anche se, soprattutto nei primi tempi, in alcuni conservatorî gli studenti partecipavano alla vita liturgica della chiesa a cui erano annessi.

Il conservatorio oggi

In tempi recenti, i conservatori italiani sono stati equiparati alle università e inseriti tra gli istituti d’alta formazione, a volte mantenendo parallelamente i corsi del vecchio ordinamento

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