Molto spesso sentiamo parlare di romanzi, racconti e libri gialli, ma come nasce questa definizione e questa correlazione tra il colore e le detective stories? L’associazione giallo-poliziesco nasce nel 1929 e adesso vediamo la sua storia.
Perché si dice “libri gialli”?
I libri gialli si chiamano così dal 1929, quando la casa editrice Arnoldo Mondadori pubblicò una collana di libri polizieschi che avevano come copertina questo colore. Forse, qualcuno avrà un giallo Mondadori nella propria libreria di casa. Il motivo che si nasconde dietro questa scelta cromatica è che il giallo è un colore acceso e che facilmente salta all’occhio.
Ma, credo che il colore giallo, non sia stato scelto solo per la visibilità, ma anche perché è uno dei colori usato per indicare il pericolo, ma in maniera meno impetuosa del rosso. Infatti, se ci affidiamo al mondo animale, il giallo delle api e delle vespe indica proprio la cautela e la possibile pericolosità dell’insetto. Anche in dialetto napoletano, per indicare un grande spavento, si usa l’espressione “fare il giallo” (che vedremo prossimamente).
Per di più, dal Medioevo in avanti, questo colore ha goduto di una fama ambigua e criminosa. Forse perché sembra una pallida imitazione dell’oro, è diventato il colore della falsità; perciò negli affreschi Giuda è spesso vestito di giallo, mentre in francese ‘ridere giallo’ descrive una risata forzata che cela appena l’irritazione.
Gli elementi dei gialli
Gli elementi che ci devono essere, per forza, in un libro “giallo” sono il delitto, l’indagine e la soluzione del delitto. I personaggi principali del “giallo” invece sono: la vittima, il colpevole e il detective.
Al centro della storia deve esserci un mistero, o un delitto; un luogo preciso, tipo il treno di Assassinio sull’Orient Express di Agatha Christie; il movente del delitto, cioè il motivo per cui è stato compiuto, e l’alibi dei sospettati e la risoluzione del caso.
L’indagine, che muove la trama fino alla fine, può essere:
- 1. deduttiva, tipo quella di Sherlock Holmes, il detective scozzese creato da Arthur Conan Doyle dove è l’investigatore a dedurre la verità finale risolvendo degli enigmi;
- 2. risolta mano a mano da imprevisti o da rivelazioni inaspettate;
- 3. induttiva come quella del commissario Montalbano, dove sono i personaggi, nel corso della storia, a rivelare la verità.
Qual è il primo giallo della storia
Il primo giallo pubblicato in questa collana è stato La strana morte del signor Benson di S.S. Van Dine, novant’anni fa. I gialli erano venduti, oltre che in libreria, anche in edicola, e avevano la copertina di un giallo vivo proprio per renderli visibili tra tutte le riviste
Il primo poliziesco
I romanzi che parlavano di un delitto e la conseguente indagine si chiamavano polizieschi. Il primo testo poliziesco della storia ufficialmente è “I delitti della Rue Morgue” scritto da Edgar Allan Poe nel 1841, dove il protagonista Auguste Dupine è il primo detective della letteratura.
Perché ci piacciono tanto i gialli
I libri gialli ci piacciono perché ci trasmettono una sorta di piacere esistenziale. Per questo forse hanno tanto successo le detective stories televisive, da quelle americane (Law & Order, CSI, Criminal minds…) a quelle nostrane (Don Matteo, Montalbano…). Ogni episodio, o quasi, ti lascia con la sensazione che l’ordine cosmico sia stato ristabilito: ogni tassello è andato al suo posto e il male è stato punito.
In fondo, come osservava Sciascia nella Breve storia del romanzo poliziesco, il giallo trasmette una specifica visione del mondo: presuppone un universo dotato di senso, una giustizia possibile, una razionalità intelligibile al di là del caos. Per la verità questo è un presupposto che accompagna l’umanità da sempre – se non altro come speranza implicita – e senza il quale forse ci sarebbe impossibile vivere. Il giallo però, più di tutti gli altri generi, avalla narrativamente questa speranza.
Come si chiamano i libri gialli nel resto del mondo
In America Hard boiled, che vuol dire “bollito”, in Francia Noir, dal colore di una collana di polizieschi molto popolare, o Polar (letteratura poliziesca); in Spagna Novelas de suspanse (“racconti di tensione”) in Gran Bretagna Thriller, cioè “cha da i brividi“, ma qui il protagonista della storia non è l’investigatore ma la vittima o il colpevole.