Forse ci hai già fatto caso, oppure non ci hai mai prestato davvero attenzione, ma hai mai notato che i nomi dei giorni della settimana hanno un legame davvero profondo con le denominazioni dei pianeti? E ciò è ancora più visibile in alcune lingue straniere come l’inglese e il giapponese, in cui è possibile distinguere chiaramente le radici comuni tra i due gruppi di termini.
Giorni della settimana e pianeti: qual è il legame tra di loro?
Devi sapere che per gli antichi babilonesi, e poi anche per i romani, la presenza degli astri celesti fissi influiva sulla giornata in cui comparivano. Anche per questo i nomi dei giorni della settimana hanno subito così fortemente la loro influenza.
Abbiamo quindi lunedì, il giorno della Luna – Monday e Moon in inglese, gestuyōbi 月曜日 e Tsuki 月 in giapponese, che può sembrare molto diverso, ma in realtà si tratta di due letture dello stesso kanji di Luna 月. Per gli antichi romani era il giorno della cura della casa e delle attività agricole, visto che la Luna influenza la crescita e le attività familiari, come la cura del focolare e il culto della memoria.
È poi interessante la sua posizione: tra i giorni della settimana, lunedì è il primo o il secondo? In Italia e in gran parte d’Europa viene considerato come giorno iniziale, mentre in altri Paesi, soprattutto se anglofoni, si tende a individuare la domenica, come inizio (se ci fai caso, anche la canzone di Happy Days inizia da Sunday).
Martedì è il giorno di Marte, in giapponese kayōbi 火曜日 e Kasei 火星 – dove 火 sta per fuoco, mentre la radice inglese è più complessa. Tuesday, infatti, trova la propria origine nel nome della divinità germanica Týr, forse la più antica della triade di maggiore importanza – insieme a Thor e Odino – e con una spiccata vocazione alla guerra. Proprio per seguire l’indole delle divinità che gli fanno da protettore, il martedi per i romani era il giorno propizio per gli scontri – bellici o sportivi che fossero – nonché sfavorevole per ammalarsi – poteva essere segno di cattivo presagio.
Il mercoledì va a braccetto con Mercurio, e sposando le inclinazioni del dio, nell’Antica Roma era il giorno indicato per i commerci, lo studio, le arti, la dialettica, le relazioni umane e il linguaggio. Il giapponese non ci delude, continuando il binomio perfetto suiyōbi 水曜日 e Suisei 水星 (水 vuol dire acqua), mentre l’inglese, come sempre, prende una strada diversa. Non usa il mercoledì come spartiacque tra la prima e al seconda parte della settimana – come sottolinea, abbastanza letteralmente, il tedesco Mittwoch – ma Wednesday richiama un’altra divinità del pantheon germanico: Woden, che noi conosciamo meglio come Odino.
Ormai il discorso è chiaro, no? Quindi giovedì è il giorno di Giove; mokuyōbi 木曜日 e mokusei 木星, dove 木 sta per legno, in giapponese; mentre è Thursday in inglese, che deriva da Thor, e più ancora dalle sue armi predilette, i fulmini (thunder) – il che fila a pennello con il dio Giove, che gli antichi greci chiamavano Zeus, e che ha una ben nota passione, tra le altre cose, anche per le saette. Il giovedì è il giorno dell’abbondanza – Giovedì Grasso, per esempio – sia perchè legato al pianeta più grande, sia riferendosi alla nuova vita che nasce dopo la pioggia delle tempeste.
Giusto, venerdì sta per Venere, ormai ci hai preso mano! Per i romani, tra tutti i giorni della settimana, questo era quello in cui si pagavano le tasse e si eseguivano le condanne a morte. Per la tradizione cristiana, invece, è giorno di digiuno e astinenza – in ricordo del Venerdì Santo, in cui morì Cristo. Insomma, in generale non un giorno esattamente fortunato o di buon auspicio.
Il termine da cui deriva il Friday inglese è di nuovo appartenente alla tradizione germanica, ma anche in questo caso è straordinariamente allineato con il latino. Freia, infatti, era la divinità femminile dell’amore. Il giapponese rimane constante anche qui: kinyōbi 金曜日 e kinsei 金星; 金 ha il significato di oro, denaro.
E ora che siamo giunti agli ultimi due giorni della settimana, finalmente le acque si smuovono un po’. Questa volta è il termine inglese Saturday a mostrarci il chiaro collegamento a Saturno, oltre al giapponese doyōbi 土曜日 e dosei 土星 – 土 è terra. La tradizione romana seguiva le stesse orme, indicando il sabato come un giorno infausto; tuttavia, a essere sopravvissuta fino a noi è la radice ebraica del nome: da shabbat, “giorno di riposo”, si è passati al latino sabbătum, siamo arrivati al nostro sabato – che veniva scritto sabbato.
E finalmente è giunto il momento della domenica. Spudoratamente il giorno del sole in inglese – Sunday – e in giapponese – nichiyōbi 日曜日, dove 日 vuol dire sia dì, sia Sole – in italiano prevale però l’origine cristiana del termine. Quando il Cristianesimo divenne religione ufficiale dell’Impero romano, con l’editto di Tessalonica del 383, il giorno del Sol Invictus venne rinominato dies dominica, ossia “giorno del Signore”, la giornata dedicata al riposo e alla preghiera.
P.S.: se ormai tu te lo stessi chiedendo, a furia di vederlo scritto, -yōbi 曜日 è una parte di termine che significa giorno, ma che si usa solamente nei nomi composti per indicare i giorni della settimana (non si potrebbe unsare nella frase “È stata una bella giornata”, per capirci).