Caro iCrewer questa volta ti porterò in giro utilizzando la letteratura in una maniera nuova, insolita, particolare; ti farò:
Riscoprire la città attraverso la letteratura – 1
Scommetto che non ti è mai balenata l’idea di visitare una città, paese o borgo attraverso un libro che la citi! Perché siamo abituati ad utilizzare la mappa, oppure il passaparola, e vedere solo ciò che abbiamo imparato attraverso la storia, foriere di secolari esperienze, di tradizioni millenarie.
E se invece portassimo con noi un libro del nostro autore preferito o dello scrittore simbolo di quella città, o dove descrive quella città? Immagina che sensazione può darti rileggere frammenti di testi o poesie seduto magari davanti al caffè letterario che era frequentato dallo scrittore; o ancora che emozioni può infonderti ripercorrere le strade di quartieri ebraici, ripensando al tempo in cui le percorse, per esempio, Franz Kafka?
La mia ricerca è appena iniziata e non si fermerà solo all’Italia, ma pian piano valicherà la frontiere per entrare in Europa e poi…
Il viaggio e la lettura sono due tra i più grandi piaceri della vita e allora approfittiamo per godere di entrambi, perchè quando si legge un romanzo si viene trasportati con la mente, oltre che in luoghi immaginari, anche in posti realmente esistenti.
Ed ora iniziamo il nostro viaggio, che non posso fare a meno di farlo iniziare dal Sud dell’Italia (da buona meridionale quale sono), cornice ideale di alcuni dei più grandi capolavori della letteratura internazionale.
Ti accompagno in due città: Otranto, in provincia di Lecce. Questa bella località salentina è la protagonista del romanzo di Horace Walpole del 1764
“Il castello di Otranto è oggi unanimamente considerata il capostipite del romanzo gotico, la prima opera fantastica della letteratura inglese moderna: da Clara Reeve alla Radcliffe, da William Beckfard a Charles Robert Maturin fino al Poe di The Fall of the House of Husher, tutti, in varia misura, si troveranno a dover fare i conti con Walpole e le sue misteriose, inquietanti fantasie visionarie gremite di giganti spettrali, elmi magici, quadri parlanti, sotterranei labirintici che hanno inaugurato un vero e proprio genere letterario.”
Nel visitare il castello troverai numerosi esempi di architettura greco-romana, bizantina e aragonese mentre, attraverso la pagine, potrai rivivere le fantasie che hanno ispirato lo scrittore. L’opera nacque da un cattivo sogno fatto da Walpole, e la stranezza sta nel fatto che non visitò mai Otranto e prese, come riferimento per il castello, la sua stravagante casa di Strawberry Hill che non la fortezza salentina.
Dalla penna di Carmelo Bene nel 1965 nasce il romanzo
Nostra signora dei Turchi
la vicenda narra della storica presa di Otranto nel 1480 da parte dei turchi, e dei terribili massacri che ci furono quando la popolazione locale rifiutò di convertirsi all’Islam.
“Simulacro della voce narrante, nostra Signora dei Turchi si ricongiunge all’orale come corpo minerale della lingua e come edificio vocale della scrittura. Le molte voci del romanzo sono, d’altro canto, le voci ritornanti di chi è in grado di ascoltare ancora sia il minerale sia i residui filamentosi dell’organico: voci di storie barbare e di sangue antico; voci della interiorità di un morto, sopravvissute nelle reliquie di ‘lettere non spedite’, favoleggianti portentosi incontri di cavalieri bianco-piumati con ancelle, misericordiose ‘infermiere per amor dell’arte’.
Voci, sempre e comunque voci, che narrano la risonanza interiore della scrittura da esse impregnata e sequestrata. Voci come minerali preziosi dell’orale-barocco, di una infinita piegatura dell’essere fra l’ascolto e il narrato.” (Dall’introduzione di Maurizio Grande)Nostra Signora dei Turchi.
Ed ora Lecce.
Nel 1634 Giulio Cesare Infantino scrisse un testo
Lecce sacra
dove sono raccolti, con attenzione minuziosa, l’elenco dei numerosissimi conventi, chiese, cappelle ed altri importanti luoghi sacri presenti nella città di Lecce nel 1600.
Preziosa l’analisi dettagliata che l’autore fa del Sedile leccese e la descrizione di molti affreschi ormai perduti.
Un palcoscenico conosciuto anche come Palazzo del Seggio, reso ancor più spettacolare dalla scenografia dell’Anfiteatro Romano che oltre la balaustra in pietra si offre come anello di congiunzione tra passato e presente.
Riscopriamo la città attraverso la letteratura con il poeta Vittorio Bodini.
Vissuto tra Lecce e Roma, con due importanti parentesi a Firenze e poi in Spagna, dedica al suo Salento, con il quale ha un rapporto contrastante, critico e al contempo appassionato, alcune prose e poesie, oltre a un romanzo rimasto incompiuto,
Il fiore dell’amicizia.
“Primo e unico romanzo di Vittorio Bodini, composto tra il 1942 e il ’46, “Il fiore dell’amicizia” narra le vicende di un gruppo di giovani ambientate nella Lecce dei primi anni Trenta tra gioco, amori, caffè cittadini, notti insonni.
Qui il genere delle scritture autobiografiche si fonde con quello del romanzo di formazione, nel senso che viene sviluppata una narrazione dell’io proprio nei modi e con le caratteristiche del “Bildungsroman”. Quest’opera, infatti, rimasta incompiuta, delinea l’evoluzione del protagonista, Vittorio, verso la maturazione in un periodo particolare della sua vita compreso tra i diciotto e i diciannove anni, attraverso una progressiva scoperta di sé che s’intreccia strettamente con quella della propria città, amata-odiata. Prefazione di Antonio Lucio Giannone.”
Per ripercorrere i passi di Bodini, si può fare un salto in via Carlo Russi, ex via De Angelis dove abitò a partire dal 1950, o al castello di Carlo V, ricorrente nel romanzo e nelle poesie.
Possiamo fare una sosta al Caffè Alvino, in Piazza Sant’Oronzo, storica e golosa istituzione della città che il poeta conosceva bene, oppure recarci in Borgo Pace dove è stato recentemente realizzato un gigantesco murale a lui dedicato ad opera del writer Cheko’s Art.
Un’ultima tappa potrebbe essere la bizzarra grata “fallica” al numero 22 di via Palmieri, celebrata da Bodini in una sua poesia, su un edificio storico che un tempo era stato probabilmente una “casa di tolleranza”.
Oppure fare un salto nel luogo in cui riposano le spoglie del poeta, nel cimitero monumentale di Lecce, sulla cui tomba è stato riportato l’incipit di una delle sue liriche più famose: “Tu non conosci il Sud, le case di calce / da cui uscivamo al sole come numeri / dalla faccia d’un dado” (sulla targa in realtà c’è un errore: “uscivamo” è scritto “uscivano”).
Ecco, questo primo viaggio si conclude così tra luoghi e letture consigliate per iniziare a scoprire un’altra faccia, più defilata e affascinante.
Non è stato facile, perchè non ci sono luoghi letterari particolarmente noti, così come scegliere bene i titoli che emergano dal variegato panorama di scrittori locali.
Spero di averti solleticato e ti do appuntamento alla prossima città…
Questi articoli sono stupendi e Otranto è sempre l’altra metà del mio cuore
Grazie Cristiana, un modo per continuare a leggere e vivere in maniera nuova le città, i paesi, i borghi che tanto hanno ancora da raccontarci.
Grazie Cristiana. Leggere è anche approfittare di ciò che i libri contengono e che potrebbero permetterci di andare alla scoperta di una città, di un paese o un borgo in una maniera nuova.