Ci sono storie in cui si deve entrare in punta di piedi, in cui si deve aprire piano piano la porta, senza fare rumore, e soffermarsi dolcemente in un’esperienza di vita che l’autore o l’autrice hanno deciso di donare a noi come gesto simbolico. Una di queste storie è l’autobiografia di Hillary Ruggeri intitolata Principessa guerriera che ho letto in una sola notte e che ha scaturito in me tante emozioni e sensazioni.
Ma addentriamoci nella recensione vera e propria!
Principessa guerriera di Hillary Ruggeri: la mia recensione
Quello che ci tengo a dire come premessa è che la giovane scrittrice ha capito l’essenza dello scrivere: emerge fortemente dalle sue parole l’esigenza di comunicare a tutti, ma soprattutto a chi ha dovuto affrontare le complessità che la vita riserva, di non perdere mai la speranza, di guardare il bicchiere mezzo pieno, di continuare a vedere sempre il lato positivo, di non mollare, di creare una forza interiore per delineare a noi stessi quale sarà il nostro destino nonostante le avversità della vita e di non lasciarsi mai travolgere inermi senza lottare perché altrimenti si rischia solo di annegare.
Ha le sembianze di un diario intimo quest’autobiografia che racconta la nuda e cruda verità perché Hillary Ruggeri fa comprendere al lettore che sta elaborando tutto quello che le è capitato: la malattia, l’operazione chirurgica, il coma, l’infanzia felice interrotta bruscamente, i sogni di ballerina spezzati, le amicizie svanite nel nulla, una nuova realtà da accettare e il passaggio da bambina ad adolescente un po’ travagliato.
Per molti anni, dopo che la mia vita è cambiata improvvisamente e drasticamente in seguito all’operazione, mi sono posta molte domande. Perché a me? Come è potuto succedere? Perché sono entrata in quell’ospedale da bambina felice e ne sono uscita in coma, con conseguenze che hanno segnato la mia vita e il mio futuro? Eppure tutto questo non era previsto, non era calcolato, nessuno ci aveva avvisato di un rischio così terribile.
Mi sono interrogata in questo modo per anni finché un giorno sono esplosa.
Questo libro mi ha letteralmente commosso e si avverte il calore di una famiglia unita che sorregge e protegge una figlia che riesce ad affrontare gli ostacoli più complessi e che la supporta costantemente. Nel libro, suddiviso in ben 8 capitoli, l’autrice ha deciso di accompagnare il lettore dentro la sua esperienza di vita: si parte con la notizia della diagnosi di un meningioma del forame magno e di un neurinoma dell’acustico destro, che ha bisogno, senza ulteriori consulti medici, di un’operazione chirurgica difficile; si passa poi al giorno dell’intervento che porterà poi a delle gravi conseguenze e alla caduta di questa ragazza che lentamente cercherà con tutte le sue forze di tornare ad una vita normale per riprenderla in mano.
Una figura che mi ha colpito è quella della madre: figura di riferimento costante che accompagna la figlia in un percorso difficile e lungo lontano da casa tra la degenza, la riabilitazione e il ritorno alla normalità. Un altro aspetto che emerge in questo libro è purtroppo l’errore umano e la malasanità: un tema purtroppo ancora ricorrente che spezza le vite e lascia un segno indelebile alle vittime di interventi chirurgici riusciti male.
Appare evidente la volontà quasi rabbiosa dell’autrice di capire cosa è successo quel giorno, perché è successo proprio a lei e la voglia di denunciare pubblicamente quei medici che le hanno inferto troppo dolore.
Hillary Ruggeri possiede una scrittura fluida, chiara e pulita: sono presenti alcuni errori di punteggiatura evidenti e alcuni errori di battitura ricordando però che si tratta pur sempre del suo esordio da scrittrice e di un self-publishing.
Dovevo sconfiggere il nemico, non c’era alternativa se volevo difendere la vita che avevo strappato al buio e la serenità della mia famiglia.