Ciao iCrewer! Oggi sono qui con un evento speciale: il Review party di Kai Lele, nuovo racconto di Simona Mastrangeli, illustrato da Elisabetta Merico, edito in Self-Publishing.
Si tratta di una nuova esperienza per Simona Mastrangeli. Infatti, dopo un libro fantasy e un romanzo contemporaneo, ha deciso di lanciarsi una nuova sfida e scrivere un racconto, una fiaba, breve, dolce e adatta a ogni età.
Un po’ di trama
Tutto ha inizio, come spesso accade, con un cambiamento di vita. Una svolta improvvisa e stravolgente: un trasferimento, franato addosso come una montagna di massi, senza che giungesse neanche il minimo refolo di vento di preavviso.
E così Eribel si ritrova obbligata a seguire la madre a Pestia, un borgo che, sebbene avrebbe le potenzialità per essere un posto da sogno, alla fine risulta slavato, insipido.
Non è mai facile essere la nuova arrivata, si sa. Tuttavia, in questo caso sembra che le cose si mettano anche peggio. Su Pestia aleggia l’ombra di un mostro, un essere antico che non sarà soddisfatto fino a quando non avrà soffocato fino all’ultima scintilla di vita.
Kai Lele: la recensione
Comincio con il dirti, iCrewer, che questo racconto mi è piaciuto. Lo scritto di Simona Mastrangeli mi ha lasciato una sensazione calda, avvolgente, un po’ come quando si beve una buona tazza di tè bollente dopo essersi inzuppati sotto la pioggia.
Non sono sicura, però, che inserirei Kai Lele nel reparto delle fiabe per bambini. Lo collocherei più facilmente nel reparto “ragazzi” della libreria, in quell’età che va dagli ultimi anni delle scuole medie ai primi delle superiori.
Quando si comincia a cambiare, i sentimenti sbocciano e non si sa mai quale sia il modo migliore di comportarsi. Lasciarli fiorire e apparire in superficie? Soffocarli e fingere apatia? Ognuno deve trovare la sua strada, il suo modo di vivere. Ed il fatto che gli abitanti del paesino della narrazione siano privati dall’alto di questa capacità di scelta, mi suscita il disagio di un’imposizione più radicata nei primi anni dell’adolescenza, che in quelli della fanciullezza.
Tuttavia, ovviamente, si tratta più che altro di una sottigliezza istintiva. Ciò non esclude assolutamente i più piccoli dal bacino dei lettori, anzi. Ogni età trova qualcosa di unico in ogni opera letteraria.
Lo stile del racconto è scorrevole, dinamico. Gli avvenimenti si susseguono rapidamente, mantenendo alto il livello di attenzione per tutte le circa quaranta pagine della storia. A discapito di quanto possa sembrare, Simona Mastrangeli è riuscita a intrecciare fatti e introspezione personale in un modo che non risulti pesante o troppo psicologico.
Ho apprezzato molto che il tema centrale della storia, alla fin fine, potesse essere il saper riconoscere e accettare le emozioni; il farsi trovare pronti davanti alla possibilità di cambiare; il non avere paura di seguire il proprio cuore, anche quando tutti ci dicono di fare il contrario.
Detto ciò, unica nota stonata dell’insieme, a mio parere, sono state le frequenti ripetizioni di termini. Per quanto a volte vengano inserite per un fattore stilistico, in quasi tutti i punti che ho notato non era questo il caso e, soprattutto, non si trattava di situazioni in cui fosse impossibile trovare un sinonimo calzante. La narrazione non ne risulta appesantita, ma l’accadere più volte di questa svista me l’ha fatta saltare all’occhio.
I personaggi principali incarnano un po’ i modelli della letteratura che solitamente si predilige in adolescenza. Eribel è coraggiosa, tenace, impavida. Non vuole rassegnarsi a un’esistenza grigia. È pronta a lottare per salvare chi ama, non si ferma nemmeno davanti al rischio di perdere la vita.
Davide, dal canto suo, riesce a staccarsi da un quotidiano che sente stretto. Risolleva la testa anche dopo essere stato spinto a terra. Riesce a rialzarsi e ad andare contro corrente, abbandonare l’unica strada che abbia mai conosciuto, per una via nuova e inesplorata (e non so come la pensi tu, ma secondo me sono poche le cose più difficili).
Le illustrazioni di Elisabetta Merico mi sono piaciute. Sono in uno stile leggero, senza troppi fronzoli o dettagli e ben si abbinano a una narrazione breve e dinamica. Va da sé che anche la cover mi piaccia, visto che è nata dalla stessa matita.
Per concludere, direi una bella storia della buona notte, in grado di passare messaggi importanti rimanendo leggera e accattivante.
Simona Mastrangeli ed Elisabetta Merico

Medico di professione, Simona Mastrangeli ha sempre amato la scrittura. E sua mamma ne sa qualcosa, visto che ha letto tutto ciò che la mente dell’autrice ha partorito.
Kai Lele è la sua prima avventura nel settore della letteratura per ragazzi e bambini. Le suo opere precedenti, infatti, sono un fantasy, I Prigionieri dei Sigilli Infranti, primo volume della trilogia La maledizione del vortice; e un romanzo più contemporaneo, ambientato tra le corsie di un ospedale in questo difficile momento storico: Nel cuore dell’emergenza.
Il nome d’arte di Elisabetta Maria Merico è Illustrazione della realtà. Come la Mastrangeli, anche lei ha scoperto il suo talento per il disegno fin da piccola. Dalla volontà di ferro, ha inseguito il suo sogno fino a riuscire a laurearsi all’Accademia delle Belle Arti di Lecce, luogo in cui ha scoperto e migliorato il suo stile. Oggi è fiera di potersi definire un’illustratrice a tutti gli effetti.