La recensione di Mi chiamavano Rombo di Tuono
Il libro inizia con le parole di Gigi Riva:
“Vado per gli ottanta. L’ultima partita l’ho giocata che non ne avevo trentadue, e sarà anche vero che dura un attimo la gloria ma poi portarsela dentro per tutto questo tempo senza più la possibilità di rinverdirla è durissima. Anche un po’ crudele”.
Queste parole danno il tono all’intera narrazione, che è una lunga confessione autobiografica di Riva, affidata alla penna esperta di Gigi Garanzini.
Il libro racconta la storia di Gigi Riva, un eroe della Sardegna, che ha legato tutta la sua carriera al Cagliari, rifiutando offerte stellari. Racconta di un’infanzia segnata da diversi lutti familiari nell’Italia impoverita del Dopoguerra, e di come Riva, a diciott’anni, sia salito su un aereo che in tre tappe lo ha portato da Varese a Cagliari, una destinazione che allora sembrava più lontana dell’Antartide.
Un racconto intimo
Riva, all’epoca dello scudetto del Cagliari e dei record in Nazionale, era una persona molto riservata e lo è stato fino alla fine. E questo libro lascia delicatamente a chi ha vissuto quegli anni una buona lettura in cui riscoprire un fuoriclasse e ritrovare vecchie glorie. Calciatori, allenatori e dirigenti che hanno fatto la storia del calcio e che Riva ha incontrato nella sua vita.
Un racconto dove il “no”, il rifiuto a proposte allettanti, la fa da padrone. Perché Riva era così, quando era convinto di una scelta non la lasciava mai. Dietro il rifiuto alla Juventus, che lo corteggiava dopo la vittoria dello Scudetto del Cagliari nel 1970, c’è proprio il sentirsi parte e simbolo non solo dei Rossoblu, ma di tutta la Sardegna. Ma non solo proposte calcistiche, Riva ha rifiutato contratti importanti per le pubblicità e anche contratti cinematografici, come protagonista, di un film che ha fatto la storia (che non dirò, perché – se non lo sapete già – dovete scoprirlo nel libro e rimanere a bocca aperta come è successo a me).
Interessanti i suoi racconti e pareri sui vari allenatori, come Scopigno, o sugli arbitri, come Lo Bello. Racconti che arricchiscono il libro, come i racconti delle principali partite che lo hanno coronato simbolo della Sardegna, mai troppo tecnici e alla portata anche di chi ha poca dimestichezza con il calcio, ma ha voglia di conoscere Rombo di Tuono.
Il lavoro di Gigi Graziani
Grande merito va dato al giornalista Gigi Graziani che ha messo in risalto l’uomo Luigi Riva. Anche se non si è vissuti e cresciuti nel periodo delle inimitabili imprese del Rombo di Tuono, grazie ai vari documentari o servizi del telegiornale, si l’opportunità di apprendere le sue azioni. Ma la vita intima, no. Ed è quello che fa Graziani, ha aiutato il campione ad aprirsi e a confidarsi, anche su alcuni aspetti della sua vita privata.
Se Riva è sempre stato riservato in Mi chiamavano Rombo di Tuono non lo è. Un vero diario delle memorie corredato da foto e documenti unici. L’autobiografia è anche corredata dall’elenco dei gol fatti da Riva con i dettagli dell’azione e dall’elenco delle date che hanno segnato la carriera del mito.