Lascia tutto e seguimi è un libro biografico, che tratta l’argomento, ancora in parte celato, delle sette religiose. Un ambiente all’apparenza limpido e amorevole ma che presto si rivela una realtà chiusa, soffocante, piena di controversie e di violenza psicologica.
Scritto dall’abile penna di Martina Longhin, insegnante e amante della musica, che ha lasciato tutto per intraprendere la carriera di scrittrice, e pubblicato da Brè Edizioni.
Nella prefazione, mi ha colpito molto la forza espressiva dell’autrice nel raccontare il suo primo ‘incontro’ con la storia e la vita di Marta. La determinazione con la quale Martina Longhin ha deciso di raccontare una storia vera di tale calibro e il suo vivo interesse nel capire, nello scoprire è da ammirare.
Recensione di Lascia tutto e seguimi
Un libro che porta il lettore a ripercorrere le tappe principali nell’ingresso in una setta religiosa. Il tutto avviene accanto a Marta (nome di fantasia usato dell’autrice per celare l’identità reale della protagonista) adolescente segnata dalla malattia della madre che cerca ancora un posto nel mondo. Scene forti di “guarigioni” ed esorcismi potrebbero colpire il pubblico più sensibile e accrescere l’interesse di quello più abituato a certi racconti.
“Il lettore potrebbe essere tentato a credere che alcune delle vicende qui presentate siano troppo incredibili per essere vere, ma la realtà, in questo caso, è purtroppo ancora più sconvolgente della fiction.”
Una storia che lascia il segno e che apre uno spiraglio mediatico a quell’oscuro mondo delle sette religiose, dove spesso gli adepti sono persone psicologicamente fragili, a causa di traumi o momenti difficili e si lasciano trasportare da, spesso malintenzionate, figure carismatiche.
Il sedicente Padre Antonio conquista la fiducia di Marta, poi la sua ammirazione e devozione per finire conquista tutto di lei, la sua vita, la sua voce e la sua femminilità. Lasciandola senza nient’altro che la setta, il gruppo, senza nient’altro che lui.
La rinchiude nella gabbia sempre controllata della comunità. La famiglia e gli amici e ogni aspetto della vita di una diciottenne normale vengono tagliati fuori in nome di quell’obbedienza sorda e cieca che il santone impone alle sue vittime.
Marta entra, ingenuamente, per la porta di ingresso in questa situazione e un gradino alla volta scenderà sempre più in basso dovendo obbedire e accettare comportamenti anche ripugnanti per scacciare la presenza del maligno, minaccia costante in questo tipo di realtà religiose.
Solo la forza interiore e l’amore per la vita aiuteranno Marta a risvegliarsi da questo incubo e a riappropriarsi finalmente di sé stessa.
Stile e aspetti interessanti
Lo stile che Martina Longhin adotta è semplice e scorrevole con decise pennellate incalzanti, in special modo nei momenti traboccanti di suspense.
Un libro speciale poiché appassionante e struggente. Si passa dalla rabbia nei confronti del seducente Padre Antonio sino alla tristezza e alla afflizione che si prova nel ‘sentire’ tutto ciò che Marta ha dovuto sopportare.
Un romanzo biografico ricco di empatia che ci porta a vivere una storia colma di testimonianze crude al limite dell’umano.
Un romanzo che porta a guardarci intorno prima e poi dentro per andare ad analizzare quelle zone d’ombra che portano alcune persone ad entrare in un circolo vizioso fatto di violenza fisica e manipolazione psicologica.
Un argomento, quello delle sette, che sembra non trovare spazio nell’era sempre più tecnologica e apparentemente razionale nella quale viviamo, ma che in realtà andrebbe discusso per non lasciare che il tabù che vige su questo tipo di vicende portino le vittime a tacere.
Un libro nuovo e completo che attraverso le vicende di Marta e della sua famiglia, ci porta a riscoprire gli aspetti, spesso contorti, della fede e del legame con gli altri e con l’assoluto.