La locanda del bianco Natale di Colleen Wright è uno dei romanzi dedicati all’atmosfera natalizia dalla Newton Compton Editore. Non è certo un libro che passerà alla storia per i contenuti o per la scrittura sopraffina. E’ un romanzo rosa che si legge in poco tempo, che non necessita di molta concentrazione e che ti fa immergere nell’atmosfera natalizia. Attenzione però i tanti protagonisti, e li chiamo così perchè non sono personaggi che fanno sa sfondo alle vicende, inizialmente ti faranno fare un po’ di confusione, caro iCrewer.
Colleen Wright ci trasporta in una piccola locanda nel Vermont dove si incontreranno, a causa della tempesta, nuclei familiari che cercano un riparo, un’autrice sola che vorrebbe ritrovare lo spirito giusto per scrivere, un anziano scorbutico che si rivelerà essere ben altro e altre persone, tutti ospiti di una coppia di ristoratori alle prese con problemi finanziari.
Scritto in modo scorrevole, la lettura risulta piacevole anche se la quantità di elementi e protagonisti fanno si che nessuno sia particolarmente approfondito. Molly e il rapporto con Marcus e le sue figlie possono far scaturire un libro tutto nuovo; Jeanne e Tim con i loro problemi legati alla gestione della locanda sono descritti in modo troppo superficiale; Hannah e il suo appuntamento mancato mancano di spessore.
Hannah è il filo conduttore, ma se non ci fosse stata la sua vicenda? Il romanzo poteva benissimo essere scritto nello stesso modo, perchè anche in questo caso le dinamiche, nonostante la loro semplicità, non vengono ben strutturate.
Le vicende dei protagonisti si alternano nei capitoli dove vengono riprese e si sviluppano all’interno della locanda che è l’unico luogo di tutto il romanzo se non consideriamo la distesa nevosa dove sono ambientate un paio di scene fondamentali. Gli spazi sono descritti abbastanza bene anche se frettolosamente.
Non sarebbe mai stata capace di immaginare, prima di salire sul sedile della slitta e provare la sensazione deliziosa dei pattini che scivolavano sulla neve trainati dal vecchio cavallo, quanto le sarebbe piaciuto sentire il vento tonificante sul viso, lo scricchiolio della neve, ma soprattutto com’era veleggiare in quel paese invernale delle meraviglie senza esserne divisi da un vetro, senza il rombo dell’aria secca del riscaldamento dell’auto.
La locanda del bianco Natale si completa in un lasso di tempo molto breve, nemmeno tre giorni, nei quali succede e non succede di tutto; avrei evitato alcuni protagonisti per far si che altri prendessero il sopravvento e diventassero veramente la struttura di tutta la storia raccontata.