Il romanzo comincia con un ritmo lento, quello che scandisce i giorni trascorsi da Elisabeth in perfetta solitudine. Il peso dei ricordi e del dolore sembra schiacciarla, la sua scelta di rifugiarsi tra le montagne svizzere sembra impopolare. In realtà, la natura è sempre viva ed attiva anche se silenziosa. I fiori sbocciano nel silenzio più totale, ma è sempre il miracolo della vita che si ripete. Giorno per giorno, immergendosi nella bellezza del paesaggio, ritrovando il piacere della lettura e scambiando allegri battibecchi con la coppia di custodi, Elisabeth si riapre alla vita e alla speranza. E’ una donna triste, ma non rassegnata, non ha perso il senso dell’umorismo e il gusto della compagnia. Le due sorelle inglesi arrivano proprio quando la solitudine comincia a pesarle. Kitty, la più anziana delle due, sembra vegliare sulla sorella, più giovane e maliziosa, che per non dispiacerle si mortifica nel carattere e nei modi. In realtà, Dolly ha un animo gioviale ed allegro che non riesce a nascondere del tutto, conquisterà Elisabeth e non solo. Nasconde un segreto che per la sorella è una vera onta e che custodisce con convinzione, al punto di non lasciarla mai sola. I personaggi sono tutti ben descritti e rappresentati, alcune scene quotidiane, che diventano per loro piacevoli abitudini, sembrano quadretti. L’arrivo dello zio sessantenne, vedovo e curato, porterà il vero colpo di scena. Mano a mano che il racconto prosegue, il ritmo si fa più leggero, più allegro e accompagna gli stati d’animo di Elisabeth. Dalla depressione, al dolore, fino al ritorno alla vita. Che, comunque, sembra volerci dire l’autrice, regala sempre qualche sorpresa…
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