Un altro libro, un’altra recensione…
A volte ti senti attratto dalle prime parole, dai personaggi e non vorresti lasciarlo per leggere fino alla fine e poi… e poi ci sono alcuni libri che invece di tenerti avvinto sembra che ti dicano – lasciami in pace, non sono pane per i tuoi denti –
Bene, è allora che sfodero le unghie e i denti e lo leggo, anche a costo di annoiarmi; a voi è mai capitato di trovare, talvolta, un libro che non era nelle vostre corde?
Sin dalle prime battute il nuovo romanzo della Pollard [amazon_textlink asin=’B07BMMT6V7′ text=’Una Romantica Estate nella Casa dei Ricordi’ template=’ProductLink’ store=’game0ec3-21′ marketplace=’IT’ link_id=’8c98e564-ba8f-11e8-9410-53851bf0d160′] non mi ha entusiasmata, troppe descrizioni scontate, dialoghi che vertono su argomenti triti e ritriti. E non riuscivo a capire perchè fosse così. Poi ho fatto una piccola ricerca, lo faccio sempre quando affronto libri nuovi, ed ho fatto una scoperta interessante, questo romanzo fa parte di una “trilogia” e questo è il terzo e, forse, conclusivo capitolo.
Ecco spiegato il motivo di continui “rimandi” e “ricordi” che all’inizio mi erano sembrati stucchevoli.
Ora possiamo procedere con ordine.
La felicità può sembrare inafferrabile. A volte è necessario cercarla a lungo.
ma dopo averla trovata, bisogna aggrapparcisi forte e non lasciarsela più scappare
E’ la vita di Emily ad essere presa in considerazione da Helen Pollard. Tutto ruota intorno alla sua decisione, definitiva, di trasferirsi in Francia dove ha trovato un nuovo equilibrio di vita tra la gestione de “La Cour des Roses“, insieme a Rupert il proprietario, e la sua nuova attività di consulente immobiliare di proprietà da avviare.
In tutto questo Rupert sta divorziando dalla moglie Gloria che gli ha preferito il fidanzato di Emily, Nathan. Una nota “civettuola”: un cucciolo di Golden che viene chiamato Gloria…
Emily è riuscita a trovare il suo equilibrio grazie alle nuove amiche e al nuovo fidanzato Alan, bellissimo e meraviglioso, dagli “occhi color caramello”; anche lui con un passato matrimoniale niente male…sua moglie gli ha preferito il fratello Adrien!
Tutto sembra procedere a meraviglia, la nuova vita tra le colline e i girasoli, coccolata dalle bellezze della campagna francese, il lavoro nella casa costruita in pietra bianca che le consente di conoscere una moltitudine di “personaggi” fonte continua di entusiasmo, vivacità, eccentricità.
Ora c’è un matrimonio da organizzare perchè Alan le ha chiesto di sposarlo e per Emily è cominciato un tour de force impostole dalla madre, una donna forte che ha bisogno di avere sempre tutto sotto controllo. Questo rapporto è ben delineato dall’autrice, due donne ciascuna con una personalità ben determinata.
Da una parte abbiamo la nostra protagonista che vorrebbe una cerimonia in cui sono i sentimenti a prevalere, dall’altra una madre, Flo, che considera il matrimonio un evento e come tale deve essere organizzato alla perfezione e nulla deve essere lasciato al caso.
Lo stile descrittivo della Pollard è abbastanza lineare ma in alcuni casi non sembra scorrere tant’è che ho avuto un po’ di difficolta nel capire se il dialogo che seguiva ai numerosi momenti di nervosismo intercorrenti tra la madre ed Emily fosse il dialogo “principale” oppure solo il pensiero non espresso…
“E un’altra cosa” proseguì mamma. “Domenica non mi hai più chiamata per le bomboniere”. “No, perchè il mio fidanzato mi ha confiscato il telefono in modo che non potessi farmi impazzire. E invece di parlare con te, abbiamo trascorso una giornata favolosa e abbiamo fatto l’amore sul tavolo in sala da pranzo”.
“Mi dispiace. Ero occupata e l’ho dimenticato”. Quando le sentii fare un verso infastidita, mi spinsi oltre.
Come già detto ruota tutto intorno alla realizzazione di questo matrimonio, ed emergono un po’ tutti i personaggi, troviamo il padre di Emily che sembra succube della moglie, ma alla fine dimostrerà a tutti quanto ne sia innamorato ed augura lo stesso rapporto alla figlia; le amiche, ciascuna nel proprio ruolo, che creano dei diversivi al racconto.
Quello che emerge è un’analisi delle relazioni familiari, madre/figlia, figlia/amiche, amiche/madre, e non solo ma anche i rapporti intercorrenti con gli ospiti della Casa in pietra, e tutte le altre situazioni.
Per fortuna il tutto si movimenta un pò verso la fine e ad un certo punto il racconto si fa finalmente un pò più interessante perchè si arricchisce di problemi, imprevisti e piccole disavventure, qualcosa che scuote e mette veramente in difficoltà la buona riuscita del matrimonio.
E no, non vi dico come si conclude, troppo facile. Solo un consiglio, magari prima di leggere questo, accaparratevi i primi due libri; sarà più piacevole la lettura.