Buongiorno iCrewer! Con la recensione di oggi, continuiamo a scoprire le graphic novel pubblicate da Zerocalcare con BAO Publishing! Siccome ho deciso di leggerle in ordine cronologico, ora è il momento di Un polpo alla gola.
A differenza di La profezia dell’armadillo – il suo primo lavoro – in cui la vicenda principale è punteggiata da spaccati di vita quasi a sé stanti, Un polpo alla gola racconta una singola avventura, il suo dipanarsi negli anni, le sue ripercussioni, il modo in cui influenza la vita del protagonista.
Uno spezzone di trama
Tutto ha inizio nel 1990, una mattina di un giorno qualunque. O meglio, non proprio un giorno qualunque. Il pomeriggio precedente, infatti, il giovane Calcare, che al momento frequenta le scuole elementari, si è macchiato di una colpa inimmaginabile, che rischia di renderlo un paria tra i sui coetanei: non ha visto l’ultima puntata de I Cavalieri dello Zodiaco (e chi ha il coraggio di dire a questi pargoli che anni dopo ne sarebbe uscita una nuova stagione?).
Ma questa non è che l’anticamera del nostro viaggio. Il vero inizio? Un bosco, tetro e oscuro, che confina con il cortile della scuola e in cui si nasconde ogni genere di mistero.
Un polpo alla gola: la recensione
Devo dire che anche questa graphic novel di Zerocalcare mi è piaciuta e non ha deluso le mie aspettative.
La vicenda è narrata in modo avvincente, con un senso di suspance e di ansia che pian piano s’intrufolano tra le vignette, sempre presenti, eppure a volte dimenticati.
È una storia che potrebbe riguardare ognuno di noi – con i dovuti adattamenti, ovviamente – perchè parla di rimorso, di un peso che ci portiamo dentro da molto tempo e che non riusciamo a lasciare andare. Un polpo che ci serra la gola ogni qual volta ripensiamo all’accaduto, o ci troviamo davanti a coloro a cui abbiamo fatto un torto (per continuare l’analogia con l’opera di Zerocalcare).
Per questo è così facile immedesimarsi nel giovane Zero, rivivere insieme a lui gli anni che passano, la vita che continua, ma certe cose che, per quanto ci sforziamo, rimangono le stesse. E tiriamo un po’ il fiato anche noi, quando i tentacoli del polpo allentano la presa.
Ho davvero apprezzato lo sviluppo cronologico della vicenda. In questo modo abbiamo potuto apprezzare varie sfumature dei tre personaggi principali: Calcare stesso, Secco e Sarah. Il primo sempre un po’ timoroso, o timido; il secondo sfacciato, intraprendente; e lei, logica e con i piedi per terra.
Tuttavia, credo che l’aspetto che più preferisco dei fumetti di Zerocalcare, sia il modo in cui rappresenta le emozioni, i pensieri, la sua coscienza. L’autore trova l’immagine perfetta per concretizzare qualcosa di così astratto, come il senso di colpa.
Per quanto abbia sentito la mancanza dell’armadillo, non ho potuto che sorridere nell’incontrare personaggi che hanno costellato anche la mia infanzia (anche se credo che non chiederò consiglio proprio a loro, visti i risultati).
La cover è perfetta: svela il giusto, ma senza spoiler. Che dire dello stile di disegno? Iconico e immediatamente riconoscibile.
Insomma, se hai qualche serata libera e hai voglia di qualcosa di diverso dal solito romanzo, leggi Un polpo alla gola, potrebbe aiutare anche te a stare meglio.
Zerocalcare
Nato ad Arezzo nel 1983, Zerocalcare approda nel quartiere di Rebibbia a Roma dopo aver vissuto anche in Francia.
Nel 2011 pubblica il suo primo libro a fumetti, La profezia dell’armadillo, ristampata l’anno dopo da BAO Publishing, che ha ispirato l’omonimo film, presentato nel 2018 alla Mostra del cinema di Venezia.
A questa prima opera seguono, negli anni: Un polpo alla gola; Ogni maledetto lunedì su due; Dodici; Dimentica il mio nome; L’elenco telefonico degli accolli; Kobane Calling; Macerie Prime – Se una notte d’inverno un armadillo; Macerie Prime – Sei mesi dopo; Scavare fossati – Nutrire coccodrilli; La scuola di pizze in faccia del professor Calcare; Kobane Calling OGGI. Ultimo arrivato è A Babbo Morto, pubblicato nel 2020.
La profezia dell’armadillo e Un polpo alla gola sono disponibili anche in edizione speciale.