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Lettura: Recensione: True love di Silvia Ami
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Recensione: True love di Silvia Ami

Maura Radice 6 anni fa Commenta! 3
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Silvia Ami mi ha sorpreso

Ho letto di seguito Real love e True love di Silvia Ami e mi sono molto divertita, ma andiamo con ordine. Intanto i due libri sono autoconclusivi anche se alcuni personaggi sono gli stessi, cambiano i protagonisti. Chissà se nella mente dell’autrice non ci sia già la trama per un’altra coppia che si è formata in True Love.

Caro iCrewer e carissima Silvia, togliamoci subito un sassolino dalla scarpa, quello che mi fa propendere per le quattro stelle: diversi refusi, di cui uno che fa sorridere, sono veramente un peccato per questo romanzo. Io sono sempre dell’idea che un buon editing può fare salire un romanzo di due o tre gradini, leggere e trovare errori da fastidio a qualsiasi lettore.

Passiamo velocemente alla trama. È un romanzo rosa ma non troppo, di quelli che piacciono a me, e sono felice che la trama non sia banale o scontata, piuttosto la definirei originale e divertente. Originale soprattutto per il modo in cui di sviluppano i fatti che, nel bene e nel male, possono essere ordinaria amministrazione per chiunque. Divertente perché le varie situazioni imbarazzanti sono descritte con la necessaria leggerezza per farti abbozzare un sorriso mentre continui la lettura.

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I protagonisti sono Sarah, che già avevamo conosciuto in Real love, e Lorenzo il giovane avvocato alla ricerca di se stesso e del suo domani. Problemi personali legati ad un grande dolore sono quelli che non lasciano vivere l’avvocato milanese al cento per cento. I rapporti interpersonali non esistono più per lui finché non arriva Sarah con la sua carica di energia. La giovane londinese sarà la medicina per il suo animo. Un libro che descrive bene la crescita di entrambi e ben li fa convivere con i personaggi secondari. Avrei insistito un po’ di può sulle emozioni, soprattutto quando queste esplodono… inconsapevolmente.

Le era mancato il suo profumo, il suo sguardo severo e triste allo stesso tempo, i suoi sorrisi appena accennati e le sue smorfie di disappunto. Le era mancato così tanto da provare un senso di vertigine ora che si trovava a pochi passi da lei. O forse era la fame?

Buona la descrizione degli ambienti che sono fondamentali per capire alcune differenze tra i due e le dinamiche familiari. Ho apprezzato molto il modo in cui Lorenzo si approccia ai vari interlocutori, il suo impacciarsi nelle situazioni che non riesce a controllare, l’incontro con la nonna di Sarah è esilarante, e ritrovare la sicurezza quando è fisicamente nel suo ambiente.

Ultima cosa di dirti, caro iCrewer, ti sei perso la descrizione fisica di Sarah? Non disperare, guarda la cover: è proprio lei.

Brava Silvia

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