Caro iCrewer, ho appena terminato la lettura del racconto Ti ho incontrata nel mare di Luciano Ricci (Edizioni Leucotea, aprile 2020).
Il racconto di circa 30 pagine consta di 3 capitoli che seguono un ordine cronologico; ognuno, infatti, riporta come titolo una data (1995, 2015 e 2020) che fa riferimento agli eventi accaduti in quel preciso anno. La voce narrante è quella del protagonista che parla sempre in prima persona.
Un racconto in cui, come specifica lo stesso autore, si mescola finzione e realtà in quanto da un lato è ispirato da un incidente realmente accaduto, dall’altro il protagonista non è un vero medico ma ha grande stima per le persone che ricoprono questo ruolo così delicato.
Ti ho incontrata nel mare
È esattamente ciò che pensa Nicola quando incontra per caso, dopo tanti anni, Elisabetta, una bambina che stava annegando e che lui aveva salvato senza riuscire più a rivederla né su quell’isola, né negli anni successivi quando aveva provato a cercarla attraverso i social.
Nicola Sarti è un medico, precisamente un oncologo, al quale si rivolge Elisabetta, ormai trentacinquenne, per un tumore al pancreas. Nicola si rende conto di avere per la seconda volta nelle sue mani la vita di quella donna.
Un incontro desiderato per tanto tempo e avvenuto nel momento in cui non ci sperava più. Certo, in circostanze tutt’altro che felici, un incontro avvenuto per motivi drammatici. Però, alla fine si sa, nulla accade per caso.
Elisabetta è una donna che sa di essere stata fortunata ad essere viva ed è pronta a lottare ancora e a mostrare nuovamente riconoscenza nei confronti di chi l’ha salvata.
Nicola si presenta come una persona molto altruista e sensibile, che non ci pensa due volte ad aiutare gli altri. Non solo persone in difficoltà e pazienti che hanno bisogno del suo aiuto, ma anche i suoi colleghi e gli infermieri che sono alle prese con un virus sconosciuto.
Il racconto, a tal proposito, sottolinea la complessità di una professione come quella del medico e quanto questa influenzi la vita di una persona compresa quella sentimentale. Un medico, infatti, non stacca mai, non ha un orario di inizio e fine lavoro, ha una coscienza, delle forte responsabilità, è spesso pensieroso e il cellulare gli può squillare da un momento all’altro. Non è facile per una donna stare accanto ad un medico e la moglie di Nicola ne sa qualcosa.
Da considerare la cover del libro Ti ho incontrata nel mare che rappresenta la bambina che è stata salvata sull’isola d’Elba da Nicola e che grazie a lui ha la possibilità di correre, giocare e vivere. Sullo sfondo viene proiettata la sua ombra e quella di altre due persone che si suppone siano due adulti, un uomo e una donna, che possono avere varie interpretazioni. Potrebbero essere magari i suoi genitori che dopo il salvataggio scappano via senza ringraziare Nicola oppure l’ombra di Elisabetta cresciuta e quella di Nicola che la salva due volte, da bambina e da adulta.
Per quanto riguarda i colori, il riquadro celeste in cui è inserito il titolo potrebbe richiamare il colore del mare e staccarsi dallo sfondo bianco e nero.
Il racconto Ti ho incontrata nel mare risulta ben scritto, tranne qualche errore di distrazione o battitura come tragetto e ad un ceto punto invece di tragitto e ad un certo punto.
Chi è Luciano Ricci?
Uno scrittore genovese divenuto famoso con altri racconti come La fanciulla delle fate (Leucotea, 2019) e La neve nei suoi occhi. Con il testo che ho appena recensito ha reso omaggio ai medici che si sono sacrificati tantissimo in questi mesi a causa del Covid-19.