Ti dirò di me
Un titolo che può prendere tanti significati. Prova a pensarci, caro iCrewer, una donna che si racconta ad un uomo? Una ragazza che si confida con un’amica? Un giovane che si apre a un genitore?
Zoe Clark fa rispondere a Bianca, la protagonista di Ti dirò di me, un po’ a tutte queste domande, e non è un passaggio facile e veloce. Bisognerà arrivare alla fine del libro per capire quello che Bianca riuscirà a cambiare nella sua vita. Non solo lei dovrà fare un percorso.
La prima cosa che mi sento di dire più che una critica è un consiglio, quel prologo 7 anni prima secondo me non andava fatta, ha tolto il gusto dell’ignoto, dell’imprevisto, ha sminuito la parte legata alla psicologia di Bianca in quanto il perchè dei suoi atteggiamenti era già stato svelato. Avrei preferito che se ne venisse a conoscenza in un altro modo, non sò… una confidenza con Sophia o con la psicologa; si sarebbe trovato il momento adatto per inserire la motivazione che regge tutto il romanzo.
Facciamo un passo per volta. La vicenda narrata è incentrata sulla giovanissima Bianca che ha provato il dolore più grande e vuole cavarsela da sola. Mi è molto piaciuto il modo in cui è stata descritta, la sua dedizione al lavoro, il suo modo di essere, le sue paure e anche il suo tic: tutto la identifica. Alla fine del libro potresti identificarla tra tante.
Sono frastornata e agitata, inoltre le mie guance sono diventate un fuoco. Non mi sono mai sentita così… vulnerabile e allo stesso tempo umiliata. […]
A me non interessa cosa cerca e perché, ma di certo, non lo avrà da me.
Devo cercare in tutti i modi di rimanere lucida senza mostrare nessun tipo di timore
Al suo fianco le amiche di sempre Sophia a Claudia, più diverse di così non potevano essere e questo è un punto a loro vantaggio nel rapporto con Bianca. Entrambi marginali anche se sempre presenti ma una protagonista di in colpo di scena finale. Descritte quanto basta per identificarle.
Poi c’è lui Steve Macho Man. Più bello non di può, più ricco non si può, più carismatico non di può, ma… Anche lui ha un passato molto pesante che viene solo accennato, spero per dare un sequel a questo romanzo che sul finale ti lascia col fiato sospeso.
Ecco, il finale. Troppo sbrigativo, sembra che l’autrice abbia avuto fretta di chiudere. In tre pagine tante di quelle informazioni da farne tre capitoli. Ti dirò di me è autoconclusivo ma lascia aperta la porta per un secondo romanzo, mi piacerebbe che l’autrice lo scrivesse perchè ci sono tanti spunti interessanti che possono essere utilizzati. Sottolineo che questo è il volume uno della serie Segreti che non sappiamo se proseguirà con un sequel.
Passiamo alla scrittura. Semplice, asciutta, essenziale. Pochi fronzoli, Zoe Clark va dritta al punto forse a volte esageratamente. Qualche descrizione in più sarebbe stata necessaria. Il romanzo è ambientato a Roma, la città più bella del mondo, si poteva sfruttare in ogni azione una bella descrizione dei luoghi.
Devo inoltre sottolineare degli errori di battitura, un refuso importante e problemi di impaginazione che potrebbero essere legati al supporto da me utilizzato. Questo non toglie nulla alla lettura che rimane comunque coinvolgente e a tratti divertente.
I pensieri di Bianca possono essere considerati dei momenti per fermarsi a riflettere. Può una società civile permettere che una donna viva determinati momenti? Può una donna essere segnata per sempre dalle brutture di un uomo e da una società che non la difende? Può una donna temere di perdere tutto se raccontasse la verità che pesa in lei come un macigno?
Rifletti caro iCrewer, rifletti!