Recensione di The Perfectionists. Pretty Little Liars, il romanzo che ha ispirato la serie tv
Caro iCrewer sono sicura che ti sarà capitato di sentir parlare dell’ultimo romanzo di Sara Shepard, The Perfectionists. Pretty Little Liars, libro che ha ispirato la celebre serie televisiva omonima.
Ebbene mi è toccato recensirlo e da come mi senti iniziare questo articolo so già che hai capito che questa recensione non sarà per nulla positiva.
Ora vorrei dire di non avere esperienza con il genere Narrativa per ragazzi o chiamiamolo Young adult o come preferisci tu, invece ho letto una gran moltitudine di questo genere di romanzi, oltre ad averne io stessa scritti e poi letti anche per il lavoro che faccio che mi porta inevitabilmente a vivere a contatto con gli adolescenti quotidianamente.
So che in questo momento sono semplicemente una voce stonata in un coro di recensioni positive che sono state attribuite sia al libro che alla serie tv, andata in onda in Italia per l’ultima stagione nel 2019, tuttavia non posso non ammettere la mia delusione da questa lettura e, da confessare, che le tre stelline da me attribuitele sono dovute esclusivamente all’ottimo stile narrativo e alla bella scrittura che mostrano l’autrice e la sua traduttrice, per il resto nulla di ciò che ho da dire è positivo.
Sottolineo il mio dispiacere, sai che io adoro le pubblicazioni della DeAPlaneta e puoi trovare le mie segnalazioni alle opere per ragazzi di questa joint venture nella rubrica da me ideata Leggiamo per i piccoli, tuttavia quest’opera è indifendibile sotto molti aspetti, per cui iniziamo…
Un piccolo accenno alla serie televisiva
Andando in ordine cronologico la prima serie ad essere stata trasmessa si intitolava Pretty Little Liars ed è andata in onda dal 2010 al 2017; ad essa segue Pretty Little Liars:The Perfectionists che è stata trasmessa da marzo 2019 a maggio 2019 su Freeform.
Per fortuna il mondo intero la pensa diversamente da come la penso io e questa serie ha avuto un successo enorme, fino a intrattenere il suo pubblico per ben 7 stagioni. A te una foto del cast.
Ma ora veniamo a noi, cosa non mi è piaciuto di questo romanzo?
Beh, sono semplicemente stufa di queste descrizioni così ciniche del nostro mondo attuale e nel mio cuore spero e credo con estrema convinzione che la realtà sia diversa da quella dall’autrice descritta.
Questo libro si pone come un testo che vuole essere un romanzo di formazione per i giovani, ecco io ne ho letti molti che parlano di avventure e di genere più fantascientifico, che parlano di amori impossibili e che si sono poi affermati, di malattie che hanno vinto sulla vita dei suoi protagonisti, romanzi meravigliosi che parlano del disagio portato da disabilità e che si sono mostrati di una sensibilità unica e potrei continuare per parecchio, tuttavia arrivo al punto: sono stanca di sentir parlare di ragazzi che si comportano da bulli, com’è Nolan Hotchkiss, il protagonista di questo romanzo che si comporta proprio male e leggere che l’odio per lui provato ha portato alla sua morte.
Certo il romanzo non è un’istigazione all’omicidio per carità, mi guardo bene dall’affermarlo, comunque l’arrogante e da molti odiato Nolan Hotchkiss viene trovato morto, per overdose e con delle scritte sulla faccia.
Per definire Nolan posso dirti che è un essere veramente spregevole: ricatta e prende in giro, è bello e ricco, fa uso di stupefacenti, ma ormai siamo abituati a sentire parlare anche di questo ed è il numero uno a creare quelle tipiche feste giovanili che vediamo in tutti i telefilm americani in cui si balla, si beve e si fanno stupidate, è molto arrogante, non chiede mai scusa di nulla, l’universo gira attorno a lui… eppure mi ha dato fastidio il fatto che proprio lui muoia.
Le ultime ore della sua vita le trascorre con Ava, Caitlin, Mackenzie, Julie e Parker cinque ragazze all’apparenza perfette, ad esclusione di una, ma che nel suo passato ha potuto godere della perfezione delle complici, comunque non sono loro ad aver compiuto l’omicidio, ma sono solo colpevoli di averci fantasticato su e di aver voluto fare uno scherzo al mal capitato, quindi parte la ricerca del colpevole.
Come ti ho detto poc’anzi, la scrittura è fluente e ricca di suspance, i colpi di scena conducono il lettore verso una lettura frenetica che mozza il fiato e quest’elemento mi è piaciuto, ma non il modo in cui vengono rappresentati gli adulti in questa storia.
I genitori degli alunni sono quasi assenti o se sono presenti compiono i peggiori misfatti, personalmente io voglio credere che la realtà sia diversa da quella qui scritta e vorrei che nei romanzi di formazione apparisse un ruolo dell’adulto degno di nome, certo si può parlare dell’assenza dei genitori, dei padri che picchiano i figli, ma se proprio lo si deve fare il tutto deve avere un fine, uno scopo, ovvero la catarsi del lettore che ricordo probabilmente è un giovane.
Per catarsi intendo sia un processo di immedesimazione del lettore nel protagonista che un mettere in scena dei sentimenti che il lettore vede narrati nella storia e così un superamento della condizione di entrambi. Ecco questo non avviene.
In quest’opera abbiamo una ragazza sfregiata per le botte che ha preso dal padre, lei convive con questi traumi, subisce quotidianamente delle crisi e questo è perfetto, nel senso è questo che capita, ma non abbiamo un superamento di questa condizione, abbiamo sì uno sfogo di questa ragazza con la madre che non è riuscita a difenderla, ma dove ci porta tutto questo? Sinceramente non lo so.
Un altro elemento che non mi è piaciuto è la presenza del solito professore giovane che si approfitta delle belle studentesse. Adesso, io sono una professoressa e posso essere di parte e ci sta pure, però io dico, ma perché far necessariamente vedere il nero di questa professione? L’intento è quello di insegnare tramite un libro di non andare la sera a casa di un docente che vive da solo senza essere accompagnate dai genitori anche se vi invita con la scusa di farvi alzare il voto? Serve un libro per spiegare alle ragazze di non chiudersi in una stanza da sole con un professore?
Beh se l’intenzione è questa, ovvero mettere in guardia le giovani, va bene, inseriamo un professore che abusa del suo potere e fa schifezze, ma mi chiedo: non era meglio inserire un professore che le aiutasse a risolvere tutti i problemi esistenziali che in questo libro vengono su come funghi?
Concludo infine con un’altra nota dolente: il finale aperto, mi spiace, ma non l’ho gradito. Per me un giallo e anche di questi ne ho letti a bizzeffe, deve far risolvere il caso, poi per carità come ho letto in molti altri romanzi gialli, sul finale può aprire un nuovo caso così da poter creare un secondo volume, ma lasciare un caso aperto per creare una serie, a me sembra una cosa fatta un po’ così.
Detto tutto ciò. Mi sono chiesta: farei leggere questo romanzo alla mia classe?
La risposta è no.
Comunque ha avuto un successo così grande che resto solo una voce fuori dal coro, spero di continuare a leggere le belle opere della DeAplaneta e a te consiglio di sfogliare il loro catalogo o le mie segnalazioni al loro interno puoi trovare delle perle rare.
Sara Shepard
Sara Shepard è nata in Filadelfia, nel 1977. Scrittrice statunitense diventata celebre per aver scritto la serie di romanzi per ragazzi divenuta un bestseller internazionale Giovani, carine e bugiarde, meglio nota come Pretty Little Liars.
Si è laureata presso la New York University, nel 1995 e successivamente ha ricevuto un MFA al Brooklyn College, attualmente vive a Tucson nei dintorni di Filadelfia con il marito e il suo bimbo.