Caro iCrewer Sorry: una promessa d’amore, edito da Queen Edizioni e scritto da Lee Ann Keats è l’ultima delle mie letture e devo dirti la verità: questa recensione mi sta facendo un po’ tribulare per una serie di motivi che adesso ti vado a spiegare.
Sorry: una promessa d’amore, Lee Ann Keats
Vorrei iniziare con il parlarti un po’ di quest’autrice: Lee Ann Keats è un’abbreviazione di Leanette Annabeth Keats, il nome completo di una scrittrice che vive a Londra, ha la mamma italiana e il papà inglese; nel tempo libero si diverte a scrivere racconti per degli amici. È con Sorry: una promessa d’amore che ha però deciso di iniziare a scrivere solo per se stessa…
E a mio modestissimo parere ha fatto bene!
Sorry: una promessa d’amore è un libro scritto meravigliosamente. Lo stile narrativo è così sublime che mi ha riportato indietro nel tempo, a quando leggevo i classici. Ci sono espressioni veramente intense che ho adorato. Ad esempio ti porto un piccolo estratto, anche se devo ammettere che numerosi sono quelli che ho evidenziato ed è stato difficile fare una scelta:
Lampi incandescenti squarciano il cielo e le nuvole lo adombrarono, rilasciando un sinistro spettacolo. Le foglie sugli alberi danzavano un ballo perduto, smarrito nel grigiore di una serata che si stava già mettendo male. Il cielo plumbeo veniva di tanto in tanto illuminato dai bagliori dei fulmini, che sembravano corde colorate che volteggiavano nell’aria in un intrattenimento armonioso.
La cogli anche tu la magia di questo estratto caro iCrewer?
L’autrice con poche parole riesce a far nascere nella mente del lettore l’evento atmosferico in corso che poi si rispecchia nello stato d’animo della protagonista.
Leggi come è bello questo:
Le pietre resistono immutabili al tempo, il tempo infligge alle ore una costanza indomabile, l’uomo indomabile nei suoi pensieri reagisce inconsapevole alle sollecitudini delle azioni. E le mie azioni erano pietre erose dagli attimi di gioia.
Come ti dicevo sono molte le parti che ho sottolineato, ma non posso riportartele tutte quindi proseguo con il dire che ho molto apprezzato anche le citazioni che concludono i capitoli e che sono riprese da Le Onde di Virginia Woolf. Ho notato anche una grande capacità della scrittrice di passare da uno stile narrativo più aulico, che riporta ai classici, a uno più contemporaneo, che consente di non rendere pedante la lettura e lasciare che la scrittura sia più fluida.
Ho gradito anche il fatto che la storia sia raccontata in prima persona e al passato, non è una scelta molto usata e devo dire che è ben riuscita. Si vede che Sorry: una promessa d’amore è un romanzo molto curato e che la sua autrice ha un grande talento, ma dopo questa premessa mi tocca venire al punto che vorrei quasi non trattare e non saprei in che altro modo affrontare se non con la mia solita sincerità.
La storia non mi è piaciuta. Il romanzo rientra nel genere rosa ed è fedele a questa categoria: abbiamo una coppia di innamorati il cui amore viene più volte ostacolato e il finale è tutt’altro che prevedibile, ma oltre a questo ci sono alcuni dettagli che proprio mi sono risultati indigesti. Il romanzo è drammatico e tu mi conosci caro iCrewer e sai che c’è un genere letterario che io non riesco a digerire e si tratta appunto dei romanzi drammatici.
Parto dall’atteggiamento della mamma di Tiffany, per me è intollerabile, infatti per una questione che viene spiegata nel corso della storia tratta la giovane malissimo. Più volte le dice che la odia, che è il male che la opprime e si impegna perché sua figlia sia infelice.
Il padre vede tutto, ma non interviene. Il padre di Tiffany è a mio parere il personaggio meno analizzato tra tutti, tuttavia ho interpretato questa mancanza non propriamente in modo negativo, infatti sembra quasi un voler demarcare la sua trasparenza e il suo atteggiamento di grande passività nei confronti della vita in generale e della figlia in particolare, giovane che invece avrebbe dovuto sorreggere visto le difficoltà in cui entrambi si trovano a vivere. Un uomo debole e incapace di essere la colonna che avrebbe potuto sorreggere la moglie dopo quello che aveva subito e far nascere una famiglia differente.
I vicini di casa, i Miller sono anche i genitori di Beau Miller, il ragazzo di cui Tiffany si innamorerà perdutamente, ma di questo parliamo dopo; quello che voglio dire adesso è un’altra cosa. Queste due persone Susan Miller, una pediatra, e Fred Miller, un avvocato, pur notando il modo in cui Tiffany viene trattata e umiliata dai propri genitori non intervengono in soccorso della giovane.
Sì, l’autrice ci fa sapere che talvolta Susan consola i suoi pianti, anche se quando capirà del pericolo che si cela dietro a Tiffany per il futuro di suo figlio diventerà non proprio una bella persona, comunque soffermandoci al prima della relazione tra Tiffany e Beau: possibile che a nessuno dei coniugi sia mai venuto in mente di rivolgersi a qualche esperto per soccorrere una minore?
Arriviamo a Beau Miller questo personaggio è il coprotagonista ed è colui che mi è piaciuto meno, alcuni messaggi espressi da questo ragazzo sono per me proprio inaccettabili. Il primo risiede nel fatto che lui dice di essersi innamorato di Tiffany, di esserlo da sempre stato, ma un po’ la differenza d’età, di sei anni, un po’ il fatto che appartenevano a mondi differenti non gli avevano dato la forza o il coraggio di dichiararsi.
Quindi un bel giorno Beau decide di provarci, di confessare a Tiffany che è innamorato di lei, che per lui lei è bellissima e tante belle cose… tuttavia si vergogna a far sapere in giro di questa relazione e non è una vergogna che dura poco, Beau Miller per motivi differenti e quasi fino alla fine del libro desidera tenere nascosta la relazione con Tiffany.
La scena che mi è piaciuta di meno è stata quando lui, di ritorno da un dottorato a New York, va a trovare Tiffany per farle una sorpresa, ma prima di baciarla e abbracciarla, dopo mesi che i due non si vedevano, si guarda in giro per essere certo che non ci sia nessuno e in particolare i suoi genitori a vederlo.
Ora ripartono le filippiche di Cristiana, dimmi che ti sono mancate, credo che aprirò una rubrica… Ragazze all’ascolto se una persona vi tratta così ci sono solo due cose che potete fare: la prima è tirargli un pugno sul naso e la seconda è mandarlo a…
Ci sono altre cose che hanno reso Beau Miller un personaggio insopportabile: bugie, tradimenti, vittimismo, la gelosia. Seconda predica: se un ragazzo vi dice se vuoi stare con me non devi più incontrarti con il tuo migliore amico, il posto dove dovete mandarlo è sempre il medesimo di prima. La cosa peggiore che ha fatto Beau non la posso scrivere per spoiler, ma è veramente orribile. Un personaggio del genere non si merita un finale da romanzo rosa.
Mi chiedo: dopo tutto quello che ha combinato un perdonami ho sbagliato po’ essere sufficiente?
Voglio finire questo articolo dedicando due parole al personaggio che più ho apprezzato, è George, il migliore amico di Tiffany, è quella persona che chiunque di noi dovrebbe avere al proprio fianco. Quell’amico che quando lo chiami risponde, che ti conosce come nessun altro sa fare e che semplicemente c’è. Se si incontra una persona come lui nella vita non bisogna lasciarla andare via.
Sono giunta così alla conclusione di questa recensione, mi rendo conto che sarebbe potuta essere molto più positiva visto il grande talento dell’autrice, ma tutti gli avvenimenti che accadono a Tiffany e la malattia della madre, me lo hanno reso veramente pesante, una lettura non adatta a me.