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Recensione “Senza mai arrivare in cima” di Paolo Cognetti

Anna Francesca Perrone 6 anni fa Commenta! 4
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Cari iCrewers, se in questi giorni vi è capitato di entrare in libreria avrete di certo notato un libro di dimensioni insolite, un formato ridotto e per me, che amo portare i libri ovunque, molto attraente.

Anche il titolo “Senza mai arrivare in cima” incuriosisce e fa venir voglia di scoprire questo nuovo lavoro dell’autore di “Otto montagne”.

“Mi ricordai che il più importante pellegrinaggio tibetano consiste nel compiere un giro intorno al monte Kailash, che per quella cultura è sacro. Kora in tibetano, circumambulazione in italiano: i cristiani piantano croci in cima alle montagne, i buddisti tracciano cerchi ai loro piedi. Trovavo della violenza nel primo gesto, della gentilezza nel secondo; un desiderio di conquista contro uno di comprensione.

Contenuti
Cari iCrewers, se in questi giorni vi è capitato di entrare in libreria avrete di certo notato un libro di dimensioni insolite, un formato ridotto e per me, che amo portare i libri ovunque, molto attraente.Anche il titolo “Senza mai arrivare in cima” incuriosisce e fa venir voglia di scoprire questo nuovo lavoro dell’autore di “Otto montagne”.Un viaggio dedicato a Tiziano Terzani, che l’autore considera come un maestro, e che cita proprio all’inizio del libro:

Questo libro è il diario di un viaggio su un altopiano nel nord-ovest del Nepal, narrato in prima persona dall’autore che, insieme al suo amico di vecchia data Remigio, al suo nuovo amico pittore Nicola, ad una cagnolina tibetana incontrata per caso e ad una carovana di guide, portatori, muli e altri compagni, intraprendono questa avventura.

Protagonisti del libro sono: il viaggio, l’amicizia e l’amore per la montagna.

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L’amicizia tra uomini, due persone che si sono riconosciute e scelte per questo viaggio fisico ma anche interiore. Un’amicizia fatta di molti gesti e poche parole.

La passione per la lettura, un libro come compagno di viaggio: ”Quella notte finii “Il Leopardo delle nevi” per la seconda volta. Mi ci trovavo talmente bene, dentro quel libro, che ne sentii subito la mancanza…”. Un modo per rendere il viaggio ancora più indimenticabile.

Un viaggio dedicato a Tiziano Terzani, che l’autore considera come un maestro, e che cita proprio all’inizio del libro:

“Vorrei essere un pittore più che artigiano delle parole, stamani. Nella nebbia si stagliano, con i loro grandi abbracci muschiosi i rododendri giganti. (Tiziano Terzani, Un’idea di destino).

La montagna intesa non come una vetta da conquistare ma un luogo da attraversare, camminando per molti giorni senza alcuna pretesa, in connessione solo con la natura e con sè stessi.

L’amore per la scoperta pervade ogni pagina di questo libro denso, profondo che fa riflettere su quanto sia importante apprezzare il percorso piuttosto che intestardirsi a raggiungere la cima.

Approcciarsi al viaggio con gentilezza, apertura, accoglienza, tutti valori che si stanno perdendo e che invece andrebbero assolutamente recuperati e utilizzati anche nella vita di ogni giorno.

Una lettura leggera e profonda insieme, assolutamente consigliata!

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Paolo Cognetti

Paolo Cognetti (Milano, 1978) ha realizzato per minimum fax la serie Scrivere / New York, nove puntate su altrettanti scrittori newyorkesi, da cui è tratto il documentario “Il lato sbagliato del ponte”, viaggio tra gli scrittori di Brooklyn. La sua passione per New York si è concretizzata in due guide: “New York è una finestra senza tende” (Laterza 2010) e “Tutte le mie preghiere guardano verso ovest” (edt 2014). Per Einaudi ha curato l’antologia “New York Stories” (2015). Ha pubblicato “Le otto montagne” (2016 e 2018) e “Senza mai arrivare in cima” (2018).
Il suo blog è paolocognetti.blogspot.it.

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